TRENTATRÉ.

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Jeonghan non vedeva Jisoo già da alcuni giorni.

Non lo aveva intravisto nei corridoi, tra una lezione e l'altra.

Non l'aveva intravisto in mensa, assieme ai suoi colleghi del terzo anno.

E, soprattutto, la cosa più peggiore, non lo vide alla riunione dei rappresentanti.

Nessuno parlò di quella sua assenza, nessuno sembrava esserne coinvolto, toccato, preoccupato.
Avrebbe potuto fermarsi e chiedere a qualcuno. Avrebbe potuto mostrarsi interessato e pronunciare il suo nome. Ma continuò, imperterrito, a restare in silenzio e a farsi gli affari propri. Senza sapere nulla di Jisoo per un po'.

- Hey, amico. - Soonyoung, durante una lezione, seduto accanto a lui, si avvicinò al suo orecchio e appoggió il mento sulla sua spalla, tesa. - È interessante? - Indicó la pagina bianca su Word, che illuminava il viso di Jeonghan nell'aula in penombra. Il giovane non aveva preso alcun appunto durante la lezione e guardava la tela ancora pulita. Il suo sguardo era vacuo.
- Assolutamente. - Jeonghan premette le dita sulla tastiera del portatile e digitò qualcosa, attirando l'attenzione dell'amico, che oramai stava ignorando la voce del professore a sua volta.

Quando lesse cosa aveva scritto, trattenne qualsiasi reazione, gonfiando le guance e guardandolo, gli occhi spalancati.

'Jisoo è sparito.'

Soonyoung avvicinò il computer e lo mise in mezzo a loro due, digitando velocemente la risposta

"Probabilmente ti sta evitando."

Jeonghan lo guardó male.

'Non credo. Non c'è nemmeno alle riunioni. Non c'è proprio qui.'

Soonyoung si imbronció e appoggió i gomiti al banco, lasciandosi andare ad una posizione rilassata. Non sapeva ancora nulla di cosa fosse accaduto tra i due, ma percepiva del disagio quando provava a parlarne con Jeonghan, che non sembrava avere alcuna intenzione a parlare apertamente. Ancora una volta, teneva tutto per sé. E ciò faceva irritare oltremodo Soonyoung, che si era illuso.

"Forse ha degli impegni a casa. Alla fine sappiamo pochissimo di lui, per quanto riguarda la sua famiglia."

Jeonghan annuí e basta. E quelle labbra tese incitarono Soonyoung a continuare a scrivere.

"Ti manca, Jeon?"

Incredibilmente, Jeonghan scrisse subito.

'Sì.'

Soonyoung provò una fitta di malinconia. Jeonghan, nel suo piccolo, si era confessato, e aveva ammesso di provare un sentimento che andava oltre ciò che si permetteva di provare durante le giornate. Senza avvertirlo, allungó una mano sotto il tavolo e gliela strinse, rafforzando la presa quando lo sentí allontanarsi. Lo costrinse a tenere le dita incastrate tra le proprie e gli fece cenno di continuare a scrivere. Ma Jeonghan scosse la testa.

- Che è successo? - Gli chiese, sottovoce. Allontanó le proprie mani e si ricompose sulla sedia, tirando lo sguardo verso la cattedra ogni tanto, fingendosi attendo. Fortunatamente l'aula era al buio, e aveva molti studenti nelle file davanti. Il professore stava mostrando dei documenti sulla lavagna lim, in fondo alla stanza, e si girava di rado verso gli alunni. Sapeva di dover stare attento e studiare, impegnarsi, ma ora aveva una valida scusa per ignorare completamente i suoi doveri.

- Scrivi. Voglio sapere cosa è successo. -
- No. -
- Ti prometto che non ne parleremo, oggi, se non vuoi. Ma almeno dimmelo. - Jeonghan avvicinó le mani alla tastiera. Lo guardó una seconda volta.
- Davvero dici? -
- Te lo giuro. - E Jeonghan scrisse. Scrisse qualcosa che non si sarebbe mai potuto immaginare.

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