TRENTASETTE.

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- Quindi, non ti ricordi niente? - Soonyoung voleva infilzare Mingyu con le bacchette che teneva tra le dita, serrate.

Mingyu annuí. Wonwoo chiuse gli occhi, mentre finiva di masticare un boccone. Non ci poteva credere.

- Ma proprio, niente niente? - Soonyoung tentò ancora una volta.

E Mingyu annuí di nuovo.

- Wow, che sfiga. - Jeonghan si coprì la bocca con una mano e si voltò a guardare gli altri tavoli, dando la schiena al suo gruppetto, non facendosi vedere mentre rideva di loro, prendendoli palesemente in giro. Soonyoung voleva picchiare anche lui.

- Che bel ringraziamento, Mingyu. - Wonwoo sorrise, forzandosi. - Dopo averti portato di peso fino al letto, nemmeno ricordo tutta la strada che abbiamo fatto per aiutarti. Potevamo abbandonarti per terra, lo sai? - Soonyoung voleva tirare un pugno anche a Wonwoo. Perché la stava buttando sul ridere? Sembrava fin troppo sereno.

Sembrava che Soonyoung fosse l'unico ad aver visto quella scena, la sera prima. Ad aver sentito quella parola.

Resta, gli aveva detto Mingyu. Aveva allungato la mano verso il polso di Wonwoo, stringendolo disperato. Aveva esplicitato il suo bisogno incessante di averlo accanto. E Wonwoo era rimasto con lui in camera, completamente avvolti dalle tenebre, per chissà quanto tempo.

Soonyoung si maledí. Sarebbe dovuto restare ad origliare. Chissà cosa si erano detti, e l'unico che sapeva tutto era Wonwoo stesso, che non aveva detto nulla a nessuno.

Soonyoung fremeva di curiosità. Voleva sapere. Doveva sapere.

- Probabilmente te lo sei sognato, Soon. - Jeonghan fu tagliente, per l'ennesima volta, in quel suo commento sprezzante. Continuava a prenderlo in giro, senza sosta.
- Si sarebbe sognato, cosa? - Jeonghan puntó una delle bacchette verso il viso di Mingyu, che indossava degli occhiali da sole pur essendo in pieno autunno. Le sue occhiaie erano troppo terribili per poter essere esposte al pubblico, in quello stato. Sembrava un ricco erede tornato dagli Stati Uniti dopo una vacanza di mesi e mesi.

- Mingyu ha combinato qualcosa, ieri sera, nella sua camera. E non era da solo. - Jeonghan degnó Wonwoo di uno sguardo truce.
- Mi sono fatto qualcuno? - Wonwoo, a quella risposta insensata ed esagerata, sputó dell'acqua.
- No. - Rispose Soonyoung, aiutando Wonwoo a riprendersi, e gli porse altra acqua. - Purtroppo. Magari. - Wonwoo desideró linciarlo, in quello stesso istante. Ma si limitó a bere e a riprendere a respirare in maniera decente.

Wonwoo aveva dormito poco, quella notte. Non che di solito dormisse troppe ore. Ma, dopo quella particolare conversazione avuta con Mingyu, accanto al suo letto, si era sentito vulnerabile. E aveva compreso, tutto in un getto gelido di consapevolezza, quanto si fossero avvicinati in tutti quei mesi. E che cosa stava accadendo.

Non ne aveva parlato con nessuno. Ma Soonyoung doveva averne parlato con tutti. Lui aveva sentito e visto qualcosa, ed era ovvio che non sarebbe rimasto in silenzio.

E la cosa peggiore era che Mingyu non ricordasse nulla, apparentemente. O, forse, era meglio così? Forse sì. Forse.

- Comunque, Lee Seojoon è davvero un figo. - Soonyoung spifferó quelle parole in faccia a Mingyu, guardandolo dritto negli occhi e sorridendo a denti scoperti, mostrando l'insalata che stava masticando con fervore. - Hai davvero buon gusto. Non riesco a capire perché mai vi siate lasciati. -
- Sono d'accordo. - Jeonghan non ebbe di certo problemi ad assecondare la direzione che stava prendendo quella mattinata. Si sarebbe divertito. - State bene assieme, in effetti. Non è che il destino vi vuole riunire? Casualmente vi siete dovuti rimettere in contatto per un progetto universitario, e conoscevi la persona perfetta per aiutarvi. - Sì. Jeonghan si stava decisamente divertendo.

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