DICIANNOVE.

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Mingyu conosceva poco Jeon Wonwoo, ma se c'era qualcosa che sapeva per certo su di lui, era la certezza della sua profonda pigrizia. Wonwoo era un ragazzo pigro, stanco e che odiava muoversi e parlare troppo. Non faceva mai nulla per caso e aveva sempre un motivo.

Per questo, quando lo scoprì uscire dalla porta principale, dubitó. Posò il vassoietto sul loro tavolo e rimase alcuni minuti in piedi, continuando ad addocchiare quella porta da cui non entrava nessuno. Non c'era nulla, in quel corridoio, che potesse interessargli. Forse aveva ricevuto una telefonata e aveva bisogno di un luogo più silenzioso per parlare con chiarezza. Ma la sua camminata gli era parsa troppo furtiva e ambigua per essere una semplice passeggiata.

Quindi si decise a seguirlo.

Lo trovò subito e sentì quella conversazione pericolosa che stava avendo con uno sconosciuto. Wonwoo gli dava le spalle, e notó lo sguardo inquietante che era dipinto nel viso dell'altro ragazzo. Vide la ragazza, accanto a loro, più spaventata di tutti, che stava cercando di calmare la situazione. E si avvicinò a loro, prima che accadesse il delirio.

Intervenne nell'esatto momento in cui quel ragazzetto allungò la mano, pronto a ferire Wonwoo, e Mingyu riuscí a fermarlo proprio a pochi centimetri dalla sua faccia. Strinse le dita attorno a quel del giovane, che lo guardó adirato, e si piazzó di fronte a lui, coprendo Wonwoo.

- Chi sono io? Chi cazzo sei tu. - Strinse ancora di più la presa e strattonó via quella mano umida, facendo indietreggiare lo sconosciuto. - Cosa pensavi di fare? -
- Quel bastardo si è intromesso. - Wonwoo, a cui si stava riferendo, si mise al fianco di Mingyu e incroció le braccia al petto mentre controllava che la ragazza gli stesse a debita distanza.
- L'unico bastardo sei tu. - Guardó poi Mingyu e gli fece segno di andarsene, ma lui non ne volle sapere di ascoltare quell'ordine. - Stava maltrattando la sua ragazza. - A quella spiegazione, Mingyu strinse le labbra in una sottile linea rosata, trattenendo a stento l'istinto di colpire in faccia quella persona. Quel ragazzo trasudava viscidume e aggressività da ogni minima espressione che rivolgeva a loro due.

- Ora pensi di farcela perché è venuto il tuo amichetto a difenderti? Ora saresti a terra, coglione. -Wonwoo gli sorrise e fece un passo in avanti, ma senza sfiorarlo.
- Allora riprovaci. Pensi di essere potente, a trattare così la tua ragazza? Fai pena. Sono stato fin troppo gentile a trattenermi. - Anche l'altro ragazzo fece un passo in avanti. Erano troppo vicini.
- Non dirmi che cazzo devo fare con la mia tipa. Tieni il tuo fidanzatino lontano da me e lasciami in pace. - Wonwoo alzó il mento ed ebbe l'impulso di sputargli dritto nell'occhio. Ma non poteva rischiare così grosso.
- Io penso a lui, tu pensa a levarti dai coglioni. - Lo sconosciuto fece il passo decisivo. Andò contro Wonwoo, posando la mano sul suo viso e stringendo con crudeltà le dita attorno all sua mascella, tirandogli il viso ancora più vicino al suo.
- Sei finito, figlio di puttana. -

Il ragazzo molló la presa dal viso di Wonwoo e cadde a terra con un lamento straziante. Wonwoo non si rese nemmeno conto di cosa fosse appena accaduto, ma Mingyu aveva appena tirato un pugno in pieno volto allo sconosciuto, colpendogli proprio il naso. Era stato un gesto così inaspettato che il giovane aveva barcollato ed era caduto a terra di getto, finendo anche con la schiena dolorante. Mingyu si inginocchió e lo prese per il colletto della maglia, tirandolo su per averlo faccia a faccia.

- Vai ad abbaiare da un'altra parte. - Fu la seconda volta, in quella serata, che quello sconosciuto si fece denominare un cane. Si morse il labbro, mentre tratteneva a stento le lacrime che gli fuoriuscivano per colpa del dolore lancinante al naso, e decise che non poteva terminarla lì. Non così. Riuscí a divincolarsi e tiró un bugno ben assestato a Mingyu, colpendogli il labbro e facendolo indietreggiare. La ragazza corse da loro e cercò di tenere lontano il proprio ragazzo, ripetendogli più volte di smetterla e di andarsene da quel posto, ma lui non l'ascoltava minimamente.

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