24. Ho chiuso un ragazzo in camera mia.

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Due anni prima:

Aprii gli occhi.
Ero paralizzata. L'unica cosa a cui pensavo era: perché?
Perché l'ha fatto? Per farmi un altro dei suoi dispetti? O per rendermi ancora più confusa sul suo conto?
La seconda era decisamente quella giusta.

Lo guardai negli occhi e lessi nelle sue iridi per la prima volta qualcosa che prima non avevo mai visto: speranza.
Ero più confusa che mai.
Eravamo l'uno difronte all'altra, solo un minimo centimetro ci separava.
Abbassai lo sguardo sulle sue labbra e il mio respiro divenne immediatamente più veloce.
Odiavo l'effetto che faceva su di me.
Lo odiavo completamente...il suo carattere menefreghista e perfido ma allo stesso tempo buono e gentile.

Ma cosa sto dicendo!?
Ricordati quello che ti ha fatto, Alexa.
Non lasciarti trarre in inganno dal suo stupido fascino.

Nel mentre che pensavo ciò, non mi accorsi di star guardando ancora le sue labbra...e arrossii.

Lui sorrise.
"So che mi vuoi, Cooper" sussurrò sulle mie labbra.
"Mi vuoi come io voglio te" riprese.
"Anche se non lo ammetterai mai, io so che mi vuoi, fiorellino"
La sua ultima parola mi risvegliò dallo stato da rincoglionita.

Sbattei le palpebre più velocemente e mi allontanai immediatamente da lui spostandomi verso sinistra.
"Sei pazzo per caso?" urlai salendo sul mio letto.
"Ti è partito il cervello? Sempre se l'hai mai avuto ovvio" dissi guardandolo in faccia.

Rise.
"Non fare la finta tonta Cooper, sai di cosa sto parlando" rispose tranquillamente.

"NO CHE NON LO SO" urlai.
"Senti se sei venuto qua per scusarti, ti scuso...ma ora vattene che non ho tempo da perdere" lo incalzai furiosa.

Rise di nuovo e si sedette sulla poltrona accanto alla libreria.
"Ah davvero? E cosa dovresti fare di bello invece che stare con me, illuminami"
"Come osi! Non sono affari tuoi...e...e...e poi, non devi fare mai più quello hai fatto prima oppure io...io..." balbettai.
Che stupida che sono.

"Oppure tu cosa? Mi denunci? Mi stai per caso minacciando Alexa?" disse ritornando ad avere quella faccia da menefreghista che aveva di solito nei corridoi della scuola.

Non mi piaceva questo Jacob, preferivo quello triste nei miei confronti di prima.
Da in piedi mi sedetti sul letto, iniziando a guardare per terra delusa.
"Perché fai così? Anzi, non mi interessa più oramai ma ti prego, lasciami in pace" sussurrai.

Lui balzò dalla sedia e da sorridente divenne serio come se si fosse appena ricordato qualcosa.
Ma oramai non mi importava più niente di lui, ehm...forse.

Rimase in piedi, fermo a guardarmi, ma non ebbi coraggio di alzare il capo.
Era arrabbiato.
Lo capii dai suoi pugni chiusi, l'unica cosa che riuscivo a vedere.

Ero nel terzo liceo e lui era in quinto.
Ed essendo pure più grande di me, non riusciva comunque a comportarsi da persona matura la quale sicuramente non era.

"Vattene" ripetei duramente.
Ma non si smosse.
Così decisi di alzare lo sguardo indignato verso di lui ma prima che potessi muovere un solo muscolo, mi ritrovai sdraiata sul letto con lui che mi schiacciava sopra.

Impallidii.
"Che...che stai facendo?"

"Shhh" sussurrò lui schiacciandomi ancora di più.
Ero bloccata, non potevo muovermi ne a destra ne a sinistra poiché le sue braccia bloccavano ogni via di uscita.
Come si suol dire quando si è in queste situazioni: ero fottuta.
Ma completamente.

"Togliti immediatamente!" ordinai.
"Oppure cosa fai? Mi denunci?" rise ripetendo le parole del discorso iniziale.
Emisi un urlo di frustrazione.
Perché si, ero molto frustrata.

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