3. È come cercare un figo in un posto inabitato, è impossibile.

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Non sono mai stata così lontano dai miei genitori e da mio fratello e devo dire che, anche se non è passato nemmeno un giorno, mi mancano già. Ma chi voglio prendere in giro, non ci crederebbe nemmeno Damon che mi conosce come le sue tasche per tutti quei poemi che gli ho scritto su instagram per dirgli quanto lo amo e che cosa gli farei se solo fosse con me, tranquilli ho aggiunto anche i particolari.

Arrivate al campus io e la mia compagna d'avventure rimanemmo scioccate, ma non per il fatto che il college fosse enorme ma per la scena che ci ritrovammo davanti.
Vi era un asino che suonava il violino su due zampe e accanto a lui mio fratello, che diciamo era simile all'asino, che ballava come un rimbambito.
Che sciocchi, ovvio che rimanemmo sbalordite per la grandezza del posto.
Vi erano tantissimi posti verdi dove la maggior parte degli studenti della scuola si sedeva per ripassare o per riposarsi, il college era una struttura che assomigliava molto al castello di Hogwarts ma più moderno ecco. Anche perché non mi andava di descrivere tutto. Gruppi di studenti andavano avanti e indietro per sistemarsi nei propri dormitori come dovevamo fare anche noi al posto di stare ferme con la bocca aperta come James quando vede una partita di football aspettando che la sua squadra segni, ma non riuscivamo a controllarci per l'emozione forte che stavamo provando. Gioia, stupore, adrenalina o chissà altro per stare in un luogo così importante.

Prese le chiavi del dormitorio, iniziammo a dirigerci verso quello che sarebbe stato il nostro alloggio.

"204...205...206.... ecco la 207!?" Dissi.
La porta però era già aperta e dopo un momento di esitazione credendo di aver sbagliato stanza, aprii la porta e quello che vidi era un letto a castello completamente ordinato e dall'altra parte un letto singolo con sopra una valigia aperta e con i vestiti sistemati già perfettamente nell'armadio. Al centro della camera vi era una finestra che si affacciava sul campus ed invece vicino all'entrata c'erano due scrivanie, una più grande che credo abbastanza da occuparla due persone e un'altra accanto a quest'ultima.

" Oddiooo, abbiamo una conquilina, spero che sia una simpatica e divertente, adoro" disse Giulia.
Io invece non adoravo per niente, il nostro appartamento odorava di vaniglia e quello che volevo era stare solamente con la mia migliore amica e visto che io non sono mai stata molto aperta con le persone non avevo voglia di dormire nella stanza con qualcuno che non conosco. Con Giulia è stato diverso perché io e lei ci completiamo a vicenda, lei fa amicizia molto più velocemente mentre io sono più introversa, in sua compagnia non c'è mai stata l'insicurezza,la timidezza o la tensione che di solito ho quando sto con qualcuno che non conosco, ha sempre completato tutto con il suo grande carattere e sinceramente non voglio passare i primi giorni di college con una persona estranea, potrei sembrare egoista, ma sento che qualcosa non quadra.

"Io spero solo che non rovini tutto" pensai ad alta voce.
"Tranquilla Alexa, se non dovessi sentirti a tuo agio io starò sempre al tuo fianco" mi rispose.
Ok, ora mi sentivo in colpa, non potevo desiderare un amica migliore, ma proprio mentre mi giravo ad abbracciarla la porta si spalancò e la persona che mi si presentò davanti era una ragazza con un corpo pazzesco, bionda e occhi azzurri, che ti avrebbe intimorito con un solo sguardo se solo lo avesse voluto e mi parve di vedere qualcosa di familiare nel suo viso ma rifiutai di continuare a pensarci.
Appena ci vide, tirò su un sorriso così finto che anche un cieco sarebbe stato capace di capire, e ci disse:
"Ciao, sono Veronica e sono la vostra coinquilina, mi spiace che non vi abbiano informato ma è successo tutto così in fretta che non hanno potuto farvelo sapere. Spero non sia un problema."

"Ma no tranquilla, comunque piacere io sono Giulia Morrison e lei è la mia migliore amica Alexa." Rispose Giulia e vedendo il mio non parlare, mi diede una gomitata che mi fece emettere un gridolino.
Guardando male la mia amica porsi la mano a colei che mi fissava con tale intensità da mettere paura anche ad un leone, e dissi:
"Piacere... Sono Alexa Cooper"
A questa affermazione vidi un luccichio di sorpresa nei suoi occhi ma fu così repentino che pensai fosse frutto della mia immaginazione e che mi stessi importunando per niente.
                           ~ ~ ~

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