20. Mi eri mancato

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"Mi piace la zucchina, zucchina, ha ha. Mi sento birichina, birichina..."

Spensi la sveglia e, rotolandomi tra le lenzuola, mi alzai dal letto.
Oggi avrei avuto un compito importante perciò non potevo mancare.

Uff, riportatemi all'asilo, grazie. Pensai ripetendomi le stesse parole che avevo scritto, o almeno ci avevo provato, sulla letterina di natale dopo aver iniziato la prima elementare.

Sbuffai scendendo dal letto a castello.

"Buongiorno fiorellino" disse una voce che mi fece sobbalzare.
Mi portai una mano al petto e mi voltai.
Un animale tipo cavallo era situato sul letto di Giulia, e quell'animale era proprio Jacob. Non lo vedevo da quando... beh avete capito e non so il motivo ma il mio cuore iniziò già a battere più forte.
Sicuro un attacco di cuore.

"Sei impazzito? Come hai fatto ad entrare? POTEVO AVERE UN INFARTO... anzi forse lo sto già avendo!"

Il principino da sdraiato sul letto, si mise a sedere con un sorriso strafottente che avrei tanto voluto togliergli, e disse:
"Senti, prima di tutto non è colpa mia se non chiudi la porta a chiave e seconda cosa, parli nel sonno, lo sai?"

Diventai rossa come un peperone e d'un tratto spostai l'attenzione su un fantastico unicorno di peluche.
"Ah si? Ehm...e che ho detto?" Mi aveva scoperto, ma insomma! Ora non posso nemmeno dormire in pace!

"Beh le solite cose...quanto è bello Jacob, quanto mi andrebbe di farmelo, che figo che è Jacob..."

Gli tirai uno schiaffo, però meno forte dell'altra volta.
"Bugiardo! Ora mi spieghi perché sei qui e da quanto e poi te ne vai direttamente da dove sei venuto!"
Lo guardai con rabbia.
Ma chi si crede di essere per piombare all'improvviso nella camera altrui senza nemmeno bussare!
"Potrei anche denunciarti!" urlai ma l'unica sua reazione fu ridere di me.
Eppure quella risata mi era mancata, e non ne comprendo il motivo.

"Si ok ok, mi scusi avvocato, son venuto qui per - e d'un tratto si fece serio, anzi, come se si fosse appena ricordato il vero motivo, divenne pure arrabbiato - te signorina!"
Rimasi paralizzata per il suo repentino cambio di umore.
I suoi occhi verdi ora mi stavano fissando in una maniera incredibile, non l'avevo mai visto così, no scherzo, l'ho visto eccome e pure peggio.
Risi.

Nel frattempo si era alzato dal letto e mi si era avvicinato.
"Stai ridendo di me per caso?"
Divenni seria.
"No, del tizio che vende hotdog accanto a te"
Ok, non proprio seria.

"Alexa"
Cacchio, mi ha appena chiamata per nome, sono nei guai. Stupida io che non ho chiuso la porta, ora mi impiccherà e lascerà prove false per rendere il mio suicidio.
Lo sapevo.

Beh, anche se da lui mi farei uccidere anche subito.
Oddio sto delirando.
Eppure non lo avevo proprio visto bene, aveva dei jeans neri attillati e una maglia bianca enorme.
Tipico abbigliamento maschile, anche se messo su di lui sta una meraviglia, ok la smetto di sbavare.

Iniziai a tremare per la sua vicinanza e non capivo il motivo.
"Perché l'hai fatto?" Mi disse ora con un tono così normale che mi mise paura.
"Fatto cosa?" sussurrai.
"Lo sai bene, non capisco perché tu debba essere così complicata, fai una cosa e poi scompari senza nemmeno chiedere scusa"
"Complicata?IO? E le scuse non le avrai mai visto che quell'azione è stata volontaria" alzai la voce.
"Quale azione?" sussurrò lui.
Bene, ora ricopiava pure le mie mosse.
"Lo sai bene" sorrisi.

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