15. Sono la ragazza del diavolo

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Oggi:

Era passata una settimana dall'inizio delle lezioni e nel frattempo io ed Eric avevamo iniziato ad uscire insieme.
Mi piace stare con lui. Mi fa sentire bene.
La settimana è passata con tanta tranquillità per fortuna ma devo dire che è solo grazie alla mancanza di Jacob.
Ha saltato tutte le lezioni e alcuni dicono che sia scappato.
Non che mi importi, anzi sono più che contenta. Non saprei come comportarmi dopo quello che è successo nel giardino di rose.

Chissà se è veramente scappato. Al liceo lo faceva sempre ma mi chiedo il perché abbia dovuto fare una cosa del genere.
Non ricordo molto di quella sera ma forse ho detto qualcosa di brutto nei suoi confronti...
Nah, lui con me ha fatto peggio quindi perché ora mi dovrei preoccupare di lui?
Non dovrebbe nemmeno avere l'onore di essere nei miei pensieri in questo momento, eppure...

Lasciamo stare, forse ha deciso di andarsene per sempre. Eh menomale.

Ora mi trovo nel dormitorio di Eric e stiamo vedendo un film.
Giulia e Luis si sono fidanzati perciò ogni sabato sera escono e vanno in discoteca per divertirsi.
Avrei potuto venire anch'io ma l'idea di casino mischiato ad alcolici non mi allettava molto e anche Eric appoggiava la mia idea di rimanere a casa perciò meglio così.

"Abbiamo finito i popcorn" disse Eric.
"Cosa? Ma non siamo nemmeno a metà film!" dissi ridendo.
"Sei tu che hai mangiato tutto!" disse per poi alzarsi a prenderne altri.
"Io? Ma se stavi sempre con le mani nella ciotola..."
"Ok ok, mi hai preso, ora ne faccio altri"
Misi in pausa il film e mi accomodai sul divano, visto che per non so quale motivo eravamo finiti per terra.
Ad un certo punto sento il suono di un cellulare. La suoneria non era la mia quindi presumo fosse quella di Eric.
"Alexa puoi rispondere tu per favore, ho un attimo da fare"
"Ehm ok"
Mi alzai e presi il cellulare.
Il numero non era salvato quindi accettai la chiamata per scoprire chi fosse.

<Pronto?>
<Eric sei tu?>
Al suono di quella voce sobbalzai.
<Ehm... no sono Alexa>
<Cooper? Che fai con il cellulare di Eric?>
Sembrava arrabbiato, come sempre insomma.
<È occupato, hai qualcosa da dirgli di importante?>
Il mio tono da imbarazzato era diventato annoiato.
<Beh in effetti dovevo ma visto che ci sei tu ho bisogno del tuo aiuto>
Sbuffai.
<Che tipo di aiuto?>
<Tranquilla lo scoprirai, sei nel dormitorio di Eric?>
<Ehm si ma che centra ora?>
<Ti vengo a prendere, scendi intanto, non ho voglia di aspettarti>
<Aspetta cosa?Non posso, perché mai dovrei?>
Bip bip...

"Mi ha attaccato in faccia?!Ma come si permette!"
"Alexa tutto ok?" disse Eric presentandosi davanti alla porta.
E ora che avrei dovuto dirgli? Che Jacob sarebbe venuto qui a prendermi a momenti? Avrebbe pensato sicuramente male. Ma io non volevo nemmeno rispondere a quel maledetto telefono.
Per fortuna mi era venuta un idea!

"Si tutto bene, era Giulia. Ha detto se venivo nel mio dormitorio perché ha mal di pancia"
"Ah quindi sono già tornati?"
"Si proprio perché si è sentita male"
"Vuoi che ti accompagno?"
"Ehm no no tranquillo, ci vediamo domani"
"Eh va bene" disse per poi avvicinarsi a me.
Il mio cuore aveva cominciato a battere già più forte ma non sapevo se era per Eric o per il fatto che sarei dovuta andare chissà dove con Jacob.
Mi alzai in punta di piedi e lo baciai velocemente. Lui in risposta sorrise e lo feci anch'io di rimando.
Chiusa la porta, iniziai a scendere le scale velocemente ma poi mi bloccai. Perché avrei dovuto aiutarlo quando in realtà lui con me aveva fatto tutt'altro?
Sbuffai. È perché sono troppo buona anche con la gente cattiva.
Mi portai una mano sulla fronte.
Ero confusa. Ma che avrei dovuto fare ora?
Per una volta lasciai da parte la mia voglia impulsiva di aiutare la gente e ricominciai a muovermi.

Aprii la porta d'entrata e dopo aver analizzato bene che lui non fosse ancora arrivato mi mossi verso il mio dormitorio.
All'improvviso però due fari mi accecarono gli occhi e da quello che potei vedere notai una figura alta venire verso di me.
Ad un certo punto, quando potei mettere a fuoco, capii perfettamente di chi si trattava.
Jacob ovviamente.
Alzai gli occhi al cielo.
Era vestito completamente di nero tranne per la maglietta bianca che faceva da contrasto ai jeans e alla giacca di pelle neri.
Dovevo dire però che non mi era mancato per niente. Sapevo che quel ghigno che aveva sul volto non avrebbe portato nulla di buono perciò feci finta di non vederlo e cominciai di nuovo a camminare dalla parte opposta.
Inutile dire che grazie alle sue gambe lunghe mi era già arrivato dietro le spalle.

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