4. Io e la sfiga una cosa sola.

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I "fighi", come Giulia li chiamava, si erano sparsi per tutta la casa e la mia amica, come ogni amica dovrebbe fare, si era volatilizzata per conoscerne uno dicendomi prima che se avessi continuato a stare ferma e seduta mi sarebbe venuta la scoliosi e sarei rimasta single a vita.
Inutile dire che aveva ragione, non per la scoliosi ma del fatto che da quando sono arrivata alla festa non ho fatto altro che lamentarmi. Così, per passare il tempo, decisi di esplorare questa specie di villa mettendo in atto la mia parte da curiosona.
Salii le scale e mi ritrovai davanti una moltitudine di porte che credo siano le camere di coloro che vi abitano. Andando avanti, c'erano gente svenuta a terra, bicchieri ovunque e persone che senza un minimo di pudore continuavano a sbaciucchiarsi nonostante fossi dovuta spiaccicarmi contro il muro per oltrepassarli. Ma io dico, una stanza no eh?

All'improvviso immaginai la situazione della casa il giorno dopo e come avrebbero fatto a pulire il tutto. Dovete sapere che mi sto trattenendo un sacco per non riordinare visto che soffro di un disturbo ossessivo compulsivo e vedere questo davanti ai miei occhi, mi fa andare in bestia. Per fortuna col tempo sono migliorata ma non del tutto.
Vidi poi della gente che entrava in una stanza e decisi di seguirli per non rimanere ferma come una scema in mezzo al corridoio.
Non avevo capito però, che coloro che erano entrati erano per la maggior parte giocatori di football e ragazze che avevano più pelle che vestiti. Peccato che dietro di me la porta era già chiusa perciò capì che stava per iniziare uno di quei giochi che solo gli adolescenti come loro potevano fare.
"Allora, noi stiamo per fare un gioco, chi vuole partecipare si metta in cerchio a terra, grazie." disse uno con i capelli castani.
Non feci molto caso alle sue parole perché vidi Giulia seduta per terra che rideva con un ragazzo abbastanza carino.... ok, molto carino.

La raggiunsi e mi sedetti anch'io.
"Hey ciao, finalmente hai deciso di non fare come le casalinghe disperate e di divertirti" mi disse provocando una risata al tipo di fianco.
"Beh, devo dire invece che quando sei ubriaca la tua simpatia sale alle stelle" le risposi.
"Si lo so, è per questo che sono io quella più divertente tra le due" disse non avendo fatto caso che ciò che avevo detto fosse ironico e quindi non vero.
"Allora, se siete tutti d'accordo, iniziamo!" disse uno biondo platino.

Rimasi bloccata, io non volevo giocare, ero venuta qui solo per caso, e non mi ero neanche accorta di essere in cerchio con una miriade di persone a me sconosciute per fare chissà che gioco. Ecco che l'ansia iniziava a salire insieme alla voglia di tornare in camera e vedere per la milionesima volta una puntata di the vampire diaries.
Stavo sudando freddo è l'unico appiglio che avevo era la mia amica che purtroppo era ubriaca e che non si rendeva conto di ciò che stava accadendo.

"Ascoltate, il gioco consiste nel far girare una bottiglia e colui che viene pescato può scegliere cosa far fare a colui che viene pescato per secondo" riprese il biondo platino.
"Ma non è come obbligo o verità?" disse qualcuno.
"Si, soltanto che si faranno solo obblighi e chi non vorrà farli dovrà subire una penitenza" spiegò come se fosse la cosa più divertente al mondo.

Iniziarono a girare la bottiglia e avevo già il cuore a mille, non volevo e non potevo fare qualcosa di stupido, non potevo lasciarmi andare e divertirmi come mi ha suggerito la mia amica perché avevo paura potesse succedere di nuovo, infatti è quello il motivo principale che mi ha fatto odiare le feste. Dovevo solo sperare che la bottiglia non scegliesse me.
Dopo un po di giri dove vi si poterono ben capire che tipo di obblighi fossero, la bottiglia girò di nuovo e andò a finire su il ragazzo con cui Giulia cercava di filtrare fallendo miseramente e visto che io e la sfiga siamo una cosa sola, il secondo giro toccò me.

"Bene, una nuova, vediamo.... devi andare in una stanza e starci con Eric per almeno 10 minuti" mi guardò il biondino come se fossi una preda nella trappola di un predatore. Guardai colui che doveva chiamarsi Eric che vidi mi stava già guardando aspettando una mia reazione.
Stavo morendo dentro, avevo paura potesse succedere di nuovo, ma sapendo che ormai dovevo provare ad andare avanti, decisi di non fare la figura della stupida ragazza timida che sta sempre nel suo mondo e di provare.
"Ok" risposi semplicemente ed io e il ragazzo ci dirigemmo in una delle stanze adiacenti mentre la mia amica mi sussurrava di non farci cose zozze senza il suo permesso.
Entrai e lui chiuse la porta, un brivido oltrepassò la mia schiena e non avendo il coraggio di girarmi rimasi immobile in mezzo alla stanza.
Sentì i suoi passi avanzare e dopo avermi oltrepassato disse:
"Non penso tu sia una di quelle ragazze perciò se non vuoi fare niente, possiamo parlare o non so, contare le mattonelle." disse per spezzare il silenzio.

Alla sua affermazione sorrisi.
" No, non lo sono per fortuna... ma appoggio l'idea di contare le mattonelle"risposi facendolo sorridere.
Era un bel ragazzo, penso più grande di me, e non credo fosse uno di quelli che si approfittano solo per divertirsi. Lui era gentile ma lo conoscevo solo da pochi minuti quindi la mia ipotesi poteva comunque variare.
"Mi chiamo Eric, ho 21 anni e se me lo concedi vorrei poter conoscerti meglio, visto che dobbiamo rimanere qui per un po'" mi disse mantenendo il sorriso che avrebbe fatto svenire chiunque.
Così iniziammo a parlare e a conoscerci e dovevo dire che era un tipo piuttosto simpatico da come me lo ero immaginato e per di più anche divertente.

Ridemmo e scherzammo su cose assurde dimenticandoci del tempo che passava.
"Ma poi secondo me Rose era un stronza, poteva fare almeno a cambio sulla zattera ogni cinque minuti per poter salvare entrambi e invece ha dovuto far morire un personaggio di così fondamentale importanza, insomma, per Di Caprio si fa di tutto!" gli dissi.
"Beh, concordo pienamente ma infondo qualcuno prima o poi sarebbe dovuto morire, se no non sarebbe stata molto reale come storia"
"Perché dici cosi? Non pensi che nella vita potrebbero esserci dei lieto fine?"
"Beh si, ma penso che una vita piena di felicità non esista, guarda gli attori o cantanti, sembrano avere una vita meravigliosa ma poi, qualche giorno dopo, si scopre si siano suicidati o siano morti a causa della droga o di un assassinio"

Il suo ragionamento mi fece riflettere, aveva ragione, una vita bella non esiste ma sperare di poterla concludere al meglio portava gli altri a continuare a vivere, o almeno sopravvivere.

"Credo tu abbia pienamente ragione" gli dissi e iniziò a guardarmi con un intensità che non mi permetteva di togliere gli occhi dai suoi. Mi guardava in segno di apprezzamento per le parole dette in precedenza e piano piano iniziava ad avvicinarsi.
Sentivo il suo respiro sulle labbra che avevano iniziato a tremare come ballerine spagnole e i nostri nasi si stavano per toccare a causa della vicinanza.
Avrei dovuto dirgli di no, spostarlo o girare il viso perché avevo fottutamente paura di quello stava per succedere, ma per fortuna quel momento fu spezzato dal suono del mio cellulare.
Riprendemmo le distanze come prima e risposi alla chiamata.
"Alexa, dove sei? Io e Veronica siamo fuori la confraternita, ti cercavo da ore! Insomma se volevi fare il chaca chaca bastava dirlo, ma dovrei proprio tornare a casa perché sto iniziando a vedere unicorni ovunque!" disse Giulia urlando cosi forte che dovetti spostare il telefono dall'orecchio.
Chiusi la chiamata dicendole che stavo arrivando e guardai Eric in imbarazzo non sapendo cosa dire ma lui mi precedette.
"Allora ci vediamo, piccola Alexa" disse facendomi l'occhiolino che mi fece avvampare.
Lo salutai e ritornai insieme a Giulia e Veronica, che non si sa da dove sia uscita, nel nostro dormitorio cercando di non pensare a cosa sarebbe successo se Giulia non mi avesse chiamato.

💗💗💗

P.s. Ho messo Stefan solo per cambiare(forse) ma continuerò sempre e solamente ad amare Damon.
( volevo solo specificarlo )😂😂❤️

Baci🥰

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