18. C'è uno scarafaggio!

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Una settimana dopo:

Quando ero piccola credevo che da grande avrei realizzato tutti i miei sogni, che sarei scappata da tutti i miei incubi e che sarei vissuta in un mondo senza paure e vergogne.
Peccato che ovunque io vada riesco comunque a trovare problemi.
Credevo fosse cambiato. E anche se fosse perché dovrei averne a che fare? Sa pensare solo a se stesso e ai suoi problemi.
Se solo proverà di nuovo a parlarmi o a riavvicinarsi a me farò in modo che non lo rifaccia mai più.
Se lui non è cambiato non significa che io non lo sia, ecco perché ora mi ritrovo stesa sul letto a cercare di capire il perché non sia rimasta a casa con Eric invece di seguirlo come se fossi un cagnolino.
Oh no, Eric.
Devo chiamarlo, anzi forse è meglio se lo vado a trovare.

Scesi dal letto a castello e misi le scarpe. Le lezione sono finite da un pezzo quindi dovrebbe essere a casa.

Uscii dalla stanza e presi il corridoio per arrivare nel dormitorio maschile.
La sua stanza è la 306 perciò mi tocca fare tutto il corridoio.

Fantastico.

Si sentivano rumori provenire dalle stanze altrui.
Chi litigava, chi ascoltava la musica ad alto volume, chi rideva ed infine anche chi faceva...ehm... meglio andare avanti.

Arrivata davanti alla sua porta pensai che forse era meglio tornarmene a casa ma ripudiai l'idea e decisi di bussare.

Nessuna risposta.

Forse è uscito con gli amici?
Era meglio chiamarlo.

Decisi quindi di tornarmene indietro ma proprio mentre stavo facendo dietrofront sentii la porta aprirsi.

"A-Alexa?"
Mi girai di scatto.
Eric era vestito con solo un pantalone di pigiama e assonato mi stava mostrando il suo petto nudo.
Arrossii velocemente.

"Ehm...s-si sono io, volevo chiederti scusa per l'altra sera. Non ti ho risposto perché il mio telefono era morto. Ero venuta a riprendere io bracciale se è possibile..."

Dopo essere stato secondi davanti alla porta per scrutarmi, cosa che mi fece molto imbarazzo, addolcii lo sguardo e si spostò di lato per farmi entrare.

"Tranquilla, non c'è nessun problema. Il braccialetto è in camera mia, vado a prenderlo, tu aspetta qui."

Detto questo si avviò verso la sua camera lasciandomi sola in mezzo al salotto.
La sua stanza in confronto alla mia è molto più grande visto che contiene un salottino centrale unito alla mini-cucina.
A destra vi è un bagno e accanto una camera, quella di Eric, mentre a sinistra si trova un'altra stanza di cui deduco sia del suo coinquilino.

Ancora imbarazzata, cercai di far passare il rossore delle mie guance per non passare come la stupida di turno e decisi di sedermi sul piccolo divanetto in pelle nera.

Deve aver pagato molti soldi per aver preso questo dormitorio, la nostra camera è costata moltissimo.
O almeno la mia, visto che Veronica viene soltanto per prendere qualche vestito e che Giulia sta alloggiando da Louis.
Beh, almeno sto per conto mio.
Con Giulia non parlo da quella sera e sinceramente mi fa stare male.
Non credevo che se la fosse presa molto. Ovviamente la colpa è mia per non averle detto la verità ma in verità tutto è iniziato per colpa di quel Pierce.
Ah, solo a pensarci mi viene il mal di pancia.
Sicuro per la rabbia che mi trasmette ogni volta che lo vedo.

Sarebbe stato tutto più facile se non l'avessi buttato giù per le scale davanti all'intera scuola ma sinceramente non mi è dispiaciuto così tanto. Anzi, lo rifarei pure.
Maledetto.

Un secondo dopo, Eric uscii dalla stanza e, per mia fortuna con una maglietta addosso, mi porse il bracciale.
Lo presi e lo misi nella borsa.

"Bene, ti ringrazio...allora a dopo" sorrisi e mi spostai verso la porta.

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