19. Stavo intasando il traffico per pensare a te.

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Jacob's pov

Uscito dalla stanza di Eric, presi la mia fantastica moto e sfrecciai per le strade per raggiungere Chris.

Ero ancora sbalordito del fatto che lei frequentasse mio fratello. MIO FRATELLO.
Ancora non ci potevo credere. È se invece avessi frainteso? Non riesco a smettere di pensarci. Loro due insieme come una delle tante coppie timide e sdolcinate. Mi veniva già il voltastomaco.
Il punto però è che non dovrebbe interessarmi nulla di cosa faccia e con chi lo faccia, soprattutto dopo lo schiaffo che mi ha dato. Mi aveva guardato dritto negli occhi e potei giurare di aver visto la rabbia in quei suoi occhi profondi. Rabbia. Un sentimento che ci porta ad odiare persone che ci fanno stare male, e credo che quella persona sia proprio io.

Eppure...nel suo sguardo non ho visto l'odio che si prova per una persona ma uno completamente diverso. Chi odi allora? E perché sei sempre con quel visino imbronciato che a chiunque vorrebbe voglia di far sparire. Ovviamente a chiunque tranne che a me. Non mi interessa nulla di lei, ecco infatti perché mi ritrovo a bloccare il traffico dopo che è divenuto verde solo per pensarla.
Dalla prima volta che l'ho vista dopo questi anni non sono più riuscito a togliermela dalla mente. È assurdo come sia riuscita facilmente a rientrarmi nella testa dopo essere stato anni a provare a dimenticarla...

Flashback

I corridoi della scuola erano sempre affollati, alcuni si sbrigavano ad non arrivare tardi a lezione e altri facevano di tutto pur di rallentare il passo e arrivarci il più tardi possibile.
Vi erano visi di ogni tipo e provenienza ma ce n'era uno, uno solo, che avrei sempre e comunque saputo individuare in mezzo alla folla.
Il suo. Era accanto all'armadietto, vestita con dei jeans e una felpa molto più grande della sua taglia e stava prendendo i libri per l'ora successiva. La sua e unica amica le stava dicendo qualcosa ma che lei non stava ascoltando. Chissà a cosa stava pensando? Questa era una delle tante domande che mi chiedevo ogni volta che mi capitava di pensarla.

Era una bella ragazza, che stava sempre per le sue ma che non era così sfigata come le dicevo sempre io ogni volta che passava. Mi piaceva vederla arrabbiarsi. Incurvare quelle sue sottili sopracciglia e guardarmi come se mi volesse uccidere da un momento all'altro. Era una cosa che mi faceva impazzire.

Ingoiai un groppo di saliva.
Ero appoggiato al muro da circa cinque minuti e stavo aspettando Bill.
Un ragazzino che di solito mi "aiutava" a fare i compiti.

Spostai lo sguardo e notai che non ero l'unico imbecille che la stava fissando.
Beh almeno l'unico che lo faceva intensamente.
C'erano alcuni che lo facevano di sottecchi e altri che la fissavano sorridenti. Un impeto di gelosia mi pervase ma non mi lascia sopraffare.
Così, con tutta la sicurezza che potessi mai avere, mi alzai dal muretto e a passi svelti mi recai verso la mia vittima sacrificale.
Era ancora intenta a parlare con quell'amica stramba eppure all'improvviso, come se avesse percepito la mia presenza, si voltò, permettendomi di incrociare i suoi occhi con i miei. Di fonderli con il verde dell'erba in primavera e con il marrone della terra fertile che tutto dà e nulla nasconde, anche se forse il paragone non avrebbe senso, visto che dentro i suoi occhi vedo una miriade di segreti che forse nemmeno la persona che più ama non ne sa l'esistenza.

Il suo sguardo mutò da confuso a terrorizzato ad arrabbiato.

Sorrisi. Ero uno stronzo che faceva soffrire chiunque incrociasse il suo cammino e ormai non c'era più niente da fare, ero così e basta, e chi voleva essermi amico doveva accettarmi per come ero oppure avrebbe finito per perdermi. O mi tieni o mi perdi, fratello.

"Buongiorno fiorellino, com'è andato il compito di fisica? Ho saputo che Thomas ha avuto mezzo voto più alto del tuo, dev'essere stata dura trattenere le lacrime" dissi sorridendo vedendola accaldarsi.
"Non credo siano affari tuoi i voti che prendo ma se vuoi veramente saperlo, Thomas ha preso due voti in meno di me oggi" disse fiera di sé.
Mi lasciai scappare una risata ma mi ripresi subito.

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