7. Un'amica stramba

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Quattro anni prima:

Adoravo i giorni di pioggia sin da piccola.
Ricordo che stavo ore attaccata alla finestra facendo a gara con le altre goccioline a chi arrivava per primo alla fine del vetro. Adoravo vedere l'acqua scorrere per le strade pulendo ogni traccia di sporcizia umana. La poggia puliva ogni cosa, cancellava le brutte giornate e ti faceva stare in pace con te stessa. Cancellava i sentimenti, i pensieri e i pianti che facevo di notte prima di dormire. 

Stavo ascoltando la musica appoggiata alla finestra e di tanto in tanto si sentivano i tuoni riecheggiare per la città.
Domani avrei iniziato il secondo anno e sperai con tutta me stessa che sarebbe andato meglio di quello di prima.
Non avevo ancora degli amici a causa delle voci che giravano sul mio conto. Tutto iniziò il secondo giorno di scuola quando per sbaglio avevo fatto cadere una goccia di caffè sul bel vestitino bianco della ragazza più popolare della scuola, Melany.
Da lì iniziarono a girare voci sul fatto che io fossi una tipa strana e che di notte uccidevo topi per farci degli esperimenti.
Ovviamente niente era vero ma la gente era stupida e vedendo che quelle parole erano state dette da una ragazza che tutti avrebbero voluto avere come amica allora non potevano non crederci. Mi ritrovai quindi ogni giorno a sopportare le risatine e gli schiamazzi della maggior parte delle ragazze ma questo non fu niente fin quando la mia vita non ebbe il piacere di conoscere il nuovo arrivato a scuola.

Jacob arrivò più o meno a metà dell'anno scolastico. Era di quarto e grazie alla sua bellezza era già diventato uno dei ragazzi più popolari della scuola. Solo a pensarci mi viene il vomito... ma continuiamo. Dunque, a causa del suo arrivo le persone avevano smesso a darmi fastidio e io avevo iniziato ad essere più serena.

Tutto finì durante l'ora di musica. Ero dalla preside perché dovevo darle un foglio che andava mandato entrò lunedì ed ero in ritardo per la prossima lezione, così uscita, mi diressi verso l'aula correndo come una pazza per non dare ulteriori attenzioni in caso fossi entrata in ritardo. Peccato però che le attenzioni le stavo già attirando di mio correndo verso le scale per scendere al primo piano. Ciò che mi cambiò la vita fu il fatto che per le scale mi scontrai violentemente con Jacob che cadde per le scale fino ad arrivare ai piedi di Melany che aveva visto tutta la scena insieme a tutta la scuola. Inutile dire che da lì iniziarono tutti a chiamarmi sfigata, scema ma soprattutto strega. Ok che durante l'accaduto mi ero messa a ridere ma pensare che io l'abbia fatto apposta a spingere un ragazzo così "forzuto" per le scale era da pazzi.

"Tesoro è pronto, scendi!" disse mia madre svegliandomi da quello stato di trans.

"Si, arrivo"
~ ~ ~

Il giorno dopo mi svegliai tutta sudata dopo aver fatto uno dei miei soliti incubi.
Mi ritrovavo sempre in una stanza buia e desolata, le finestre erano giganti e le pareti altissime. Fuori pioveva e non vi erano porte. Ero sempre in trappola e ogni volta che cercavo di urlare per farmi sentire da qualcuno, dalla mia bocca usciva solo il silenzio e l'unico rumore che si udiva era quello della pioggia, fin quando il suono di un tuono fortissimo mi faceva svegliare e tornare alla realtà.
Mi alzai e mi preparai per andare a fare colazione.

"Buongiorno, mamma e papà sono usciti prima e la colazione è sul tavolo" mi disse un James assonnato e ancora in pigiama...aspetta.

"Hey, ma perché non sei ancora pronto?"

"Ah, ho la febbre e quindi non vado, goditi la pioggia sorellina" mi fece l'occhiolino e salì le scale.
Febbre, certo.

Bene, ora mi toccava andare da sola visto che nessuno poteva accompagnarmi.
Arrivai a scuola tutta bagnata ma per fortuna in orario, salii le scale e arrivai nell'aula di fisica, sedendomi al solito posto in fondo.

"Buongiorno ragazzi, oggi abbiamo una nuova alunna, si chiama Giulia, assicuratevi di farla sentire a proprio agio in questi primi giorni" disse la professoressa.

La Giulia di cui parlava entrò dalla porta quando la professoressa finì il suo discorso e si avvicinò alla cattedra.
Era una ragazza abbastanza alta e con i capelli rossi, aveva un fisico ben invidiabile insieme agli occhi verde chiaro che risplendevano alla luce del sole. Ero sicura sarebbe diventata una di quelle ragazze che stavano sempre dietro a Melany e che prima o poi sarebbe diventata anche lei una di loro ma non fu così.
Si sedette vicino a Lucas, il secchione della classe, almeno così lo chiamavano gli altri; io, invece, lo ammiravo in tutto e per tutto. Non aveva certo un fisico pazzesco ma ammiravo come potesse stare tutti i giorni con il naso sui libri, a come potesse rispondere esattamente a ogni domanda che gli facevi e a come potesse correggere il professore in alcune situazioni.

Passata l'ora, suonò la campanella della ricreazione e mi diressi velocemente in giardino, nel mio posto preferito: sotto un albero di ciliegio del quale nessuno faceva mai caso perché occupato nel fare amicizie o ripassare per la prossima materia. Io stavo lì e ascoltavo la musica ma la pace non durava mai così tanto.

"Hey, sono Giulia, posso sedermi vicino a te?" mi disse come se fosse la cosa più normale al mondo. Io non ero normale ma infondo nessuno lo era, non capivo però perché venire da me se poteva stare con persone migliori.

"Se vuoi"
"Certo, grazie. Allora...com'è che ti chiami tu?"
"Perché ti interessa?"
"Per socializzare no? Gli essere umani di solito lo fanno...non dirmi che sei una specie di alieno che è venuto sulla Terra per studiare la mente delle persone, perché in caso lo fossi, sarei molto felice di dirti che la maggioranza delle persone che vedi qua ha un quoziente intellettivo pari a zero e che quindi se vuoi prenderti questo mondo sarà molto facile per te" concluse facendomi sorridere, cosa che non facevo da mesi.

Era una chiacchierona, ma forse era questo che serviva per riempire il mio silenzio.
"Beh in effetti il tuo ragionamento ha senso, infatti non mi spiegavo perché quel gruppo *indicai il gruppo di Melany* ridesse come delle oche impazzite e caminasse per i corridoi come se stessero scendendo le scale di Uomini e Donne ma ora che mi hai spiegato la situazione mi si è aperta la mente" dissi finendo per ridere assieme.
"Beh si, si vede proprio che quelle oche si credono Maria De Filippi e sinceramente non voglio avere niente a che farci con loro, soprattutto con la capo banda, com'è che si chiama?" disse.
"Melany e devo confessarti che io a quella specie di umana ho per sbaglio fatto cadere il caffè sul suo bel vestitino...il secondo giorno di scuola" confessai ridendo.

"Tu cosa?? No ti prego dimmi che non è vero perché giuro che sei un mostro"
"Tutto vero"

Iniziammo a ridere immaginandoci scenari in cui Melany e le sue amiche potessero diventare oche e capii immediatamente che mi ero completamente dimenticata cosa significasse avere un amico e Giulia, giorno dopo giorno, lo era diventata sicuramente.

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