14. Va all'inferno Pierce!

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Quattro anni prima:

"Alexa lo dici tu?"

Mi sveglio di colpo dal banco e vedo occhi provenire da ogni dove guardarmi in modo divertito, tranne per un paio.
Quelli della professoressa di francese.
Perfetto, mi sono addormentata!

Mi piace il francese ma le lezioni di Miss. Judith sono sempre così noiose che finisco sempre per addormentarmi.
Peccato però che oltre ai suoi modi di parlare lenti e noiosi, la cattiveria e la severità fanno anche loro parte del suo carattere.

Sono super imbarazzata e dopo avermi fulminato con lo suo sguardo, Miss. Judith si avvicina al mio banco facendo sventolare il suo vestitino nero lungo fino alle ginocchia e provocando un inquietante rumore causato dai tacchi alti che porta sin dalla prima volta che ha messo piede in questa aula.
"Non è la prima volta che ti ritrovo a dormire durante l'orario delle mie lezioni e visto che la prima volta mi sono limitata a darti dei compiti extra, oggi andrai direttamente dal preside!" disse arrabbiata finendo per dire le ultime parole urlando.

"Cosa?" pensai ad alta voce.
"Ha da ridire Cooper?"
"No scusi" dissi per evitare altre urla.
I suoi modi di fare quando era infuriata facevano una paura assurda ma ormai mi ero abituata.

Mi alzai dal banco e salutai segretamente Giulia che mi guardava con compassione mista a divertimento e mi voltai verso la porta.
Gli sguardi ormai erano tornati attenti alla lezione e il mio cuore aveva ricominciato a battere normalmente.
Ormai dovevo essermi abituata agli sguardi indiscreti ma in realtà non era per niente così.

Uscì velocemente dalla classe e mi avviai verso l'ufficio del preside.
Una stanza che non avevo mai avuto il piacere di vedere.

I corridoi erano vuoti e la mancanza di persone dava alla scuola un senso di calma e pace che non avevo mai visto.

Arrivata, mi soffermo a guardare la porta.
Un piano verticale di legno e una maniglia che grazie ad un semplice avvitamento permette di aprire questo splendido marchingegno. Non è fantastico?
Ok ok, so che sto solo sprecando tempo ma non sono mai stata dal preside.
L'ansia prende il sopravvento come sempre e le mie gambe iniziano già a tremare.

"Ora o mai più Alexa!" mi dico per farmi coraggio.
Così, senza ripensamenti, busso velocemente alla porta con su scritto "Presidenza" e una voce, quella del cosiddetto re della scuola, mi permette l'entrata nella sua dimora.

Feci in lungo sospiro e girai la maniglia.
L'ufficio era abbastanza grande, vi erano quadri appesi ai muri e dipinti con colori tristi e grigi che solo a guardarli avrebbero dato un senso di angoscia a chiunque fosse entrato, vi erano poi una cassettiera piena di fogli inerenti alle iscrizioni o qualcosa del genere e una biblioteca piena di libri di Oscar Wilde, la scrivania era di legno pregiato e dietro essa una larga finestra di cui non si poteva vedere la visuale a causa della tenda in tinta coi muri beige.

Troppo concentrata ad analizzare la stanza non mi accorsi che due paia di occhi mi stavano fissando.
Aspetta cosa?

Mi girai velocemente verso la postazione del preside e notai con mio grande dispiacere che sulla sedia difronte vi era Jacob che mi guardava sorridendo.

Non ci posso credere.
"Prego signorina Cooper, si sieda e mi dica che cosa ha mai fatto per venire in quest'ufficio" mi chiese l'unico sano in questa stanza.
"Ehm, mi sono addormentata sul banco durante la lezione di Miss. Judith" dissi ora in completo imbarazzo.
"Ahia" disse Jacob sottovoce ridendo.
Lo fulminai con lo sguardo e mi sedetti accanto a lui.

Non solo ero finita dal preside ma dovevo anche sopportare questo individuo per non evitare di finire nuovamente nei guai.
"Ho saputo che non è la prima volta che succede, come mai è successo?" mi chiede stranamente interessato.
"Beh..." non sapevo cosa dire, ero completamente rossa in volto e ad incrementare il mio imbarazzo fu la risposta da parte del ragazzo di fianco.
"Scusi se mi intrometto signor. Smith ma devo urgentemente dirle che le lezioni di Miss. Judith non solo portano al rilassamento oculare come successo a Cooper ma anche a sensi di noia e molto spesso inquietudine" disse finendo per appoggiarsi nuovamente sullo schienale della sedia, abbastanza scomoda dovrei dire.

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