The star is you.

Giornate nulle

Era passata una settimana da quel giorno, avevo incrociato Christian solo qualche volta a mensa o nei corridoi. Lo stavo evitando, forse non era la cosa più giusta da fare, però era quella che mi serviva di più. Avevamo due corsi in comune, ma questa settimana non si era mai presentato, quindi non mi venne difficile concentrarmi sullo studio. Jen era sempre stata con me, giovedì siamo pure andate al centro commerciale, è convinta che mi serva qualche distrazione. Mi ha continuato a dire che non avrei dovuto guardare solo le cose negative, ma che dovevo fare caso anche tutti i piccoli gesti che Christian aveva fatto, insisteva sul fatto che non era da lui comportarsi così e che probabilmente aveva solo paura del cambiamento.

Io stavo iniziando a pensare che quella ad aver paura fossi io.

Per tutti questi giorni sono stata da Jennifer, non sarei riuscita a stare nella sua stessa camera. La sua compagna di stanza si chiama Sharon, ma era dovuta tornare a Londra dato che sua nonna era stata male, quindi per una settimana sarebbe stata via. Forse era brutto sentirsi sollevata da questa cosa, ero egoista, però ero felice di poter stare con Jennifer e di non dover tornare nella 365.

Le giornate passarono lentamente, ero priva di qualsiasi emozione, erano giornate vuote. Ero sempre sovrappensiero e le uniche cose che sono riuscita a fare sono state studiare e leggere. Mi rifugiavo in altri mondi per sfuggire al mio, cercavo protezione tra le pagine dei libri, che sfogliavo immersa in quelle parole che non facevano altro che farmi sognare. Sarei voluta essere una di quelle protagoniste di un romanzo rosa, che riuscivano a superare tutto, oppure una principessa Disney che veniva salvata.

Forse volevo essere salvata, ma non lo volevo ammettere neanche a me stessa, perciò quando era arrivato qualcuno che mi faceva sentire bene io sono scappata.

Mi sarei fatta anche pungere da un ago e una dormita di 100 anni, se al mio risveglio ci sarebbe stato il principe azzurro accanto a me e avessi avuto la certezza che tutto sarebbe stato perfetto. Un principe innamorato di me pronto a salvarmi e tutti i problemi smaterializzati, uno ad uno.. che svanivano pian piano con il passare degli anni.

E pensare che l'unica persona di cui potesse importarmi qualcosa, ora come ora, più che il principe azzurro poteva sembrare il cavaliere nero, misterioso ma fottutamente interessante. E affascinante.

Probabilmente io mi sarei paragonata a Belle di "La bella e la bestia" e Merida di "Rebelle: The Brave". Mi rivedrei in Belle per alcune parti del mio carattere che di solito rimangono nascoste e per il senso di sacrificio per le persone a cui si tiene. Lei se ne è fregata del buon senso e si è sacrificata per salvare il padre senza pensarci due volte.

Invece mi rappresento in Merida per il suo modo di essere, uno spirito libero, ribelle e che se ne frega di ciò che fanno gli altri in un certo senso. È coraggiosa e curiosa, questo le porta molte difficoltà, ma a lei va bene così e le affronta. Il suo essere impulsiva e l'agire di getto, mossa dalla rabbia, dall'amore o dal rispetto di sé stessa.

Forse per certi versi non dovrei rivedermi in loro, così belle e così forti. Mentre io pensavo di potermi rompere anche solo alzando un po' di più il volume dei miei pensieri.

Ecco Alex. Lo stai facendo di nuovo.

Cerco di divagare nei miei pensieri, cercando di cacciare nell'angolo più remoto della mia mente quello che avrei dovuto fare successivamente, tornare nella mia camera.. tornare da Christian.
Non so di preciso come mai mi spaventasse tanto quella cosa, ma era così strano, così diverso, tornarci ora dopo una settimana. Siamo stati nella stessa camera per un mese ed ora quella lontananza mi aveva aiutata a pensare, ma non pensavo di essere pronta a rivederlo.

Mi sentivo debole, però sarei rimasta così tutta la vita se non avessi affrontato la vita, perciò dovevo rimboccarmi le maniche e prenderla di nuovo in mano, senza lasciarmela scivolare via.