Alexandra's Pov
Sono passate due settimane, due settimane da Josh, due settimane vuote, due settimane senza Christian. Sembra strano anche a me dirlo, però mi manca anche solo litigare con lui, le sue occhiate gelide. Semplicemente ogni cosa che ci teneva in qualche modo in contatto e ci faceva un punto di contatto.
Queste due settimane non mi ha quasi rivolto parola, non abbiamo mai discusso e l'ho visto poco e niente, perfino durante biologia si è messo in un altro posto. È diverso, devo capire cosa frulla in quella testa vuota e risolvere le cose.Josh non si è fatto vedere per tutto il tempo, ha detto di avere da fare e non l'abbiamo incrociato neanche in mensa per fortuna. Sono ancora segnata da quel momento, sono stata sovrappensiero tutta la settimana e avevo la costante paura di vederlo.
Non penso sia stato Josh a farmi ciò, penso sia stato il ricordo del passato.. che ancora non è passato. È una ferita incapace di chiudersi che brucerà in eterno.La ferita che mi ha inflitto Marcus. La persona che ho amato di più e la stessa persona che mi ha uccisa dentro, la persona che ha stappato via ogni momento di felicità per lasciarmi solo un senso di vuoto incolmabile ed il dolore. Il dolore provocato da ciò che ha fatto in quella notte grigia e piovosa di Dicembre. La notte in cui tutto cambiò, la stessa notte in cui fece cose che credevo non mi sarebbero mai state fatte. Tutto per i soldi, per avere dei soldi e andare ad uccidersi lentamente iniettandosi veleno nelle vene. Per quello mi ha usata e buttata via.
Evito di pensarci e mi lancio sul letto, è venerdì e tutti vanno in giro per locali o vanno alle feste organizzate dalle confraternite in zona, io invece non le saprei neanche ste cose se Mark e gli altri non ne parlassero tutti i giorni. Prendo il telefono con le cuffie e attivo la mia playlist per i momenti in cui sono depressa. È una cazzata dire di essere "depressi" e lo so, ma dare un nome alla mia tristezza, al mio senso di vuoto, al mio sentirmi inutile, al mio essere apatica o al mio dolore.. mi fa sentire meglio. Mi fa capire che non sono sola, che c'è qualcuno come me nel mondo, qualcuno che mi capisca.
Sono sola, anche se sono circondata da persone che mi vogliono bene sono da sola. Sono da sola perchè tutti conoscono Alexandra, ma nessuno conosce ciò che c'è all'interno di Alexandra. Mi chiedo solo se qualcuno prima o poi conoscerà quella parte di me, ora sono sola ma so che non lo sarò per sempre e anche se fosse.. magari è meglio. Se per non essere sola devo fingere che mi vada tutto bene, devo sorridere quando sono morta dentro oppure devo stare zitta quando vorrei urlare.. beh in quel caso sto meglio così. Nel mio letto da sola di venerdì sera, a lasciarmi cadere addosso tutto ciò che ho provato in queste settimane grige.
Sulle note di "Ocean Eyes" di Billie Eilish, mi addormento lasciando da parte il mondo per qualche secondo e finendola finalmente di fare pensieri che fanno solo male.
Mi sveglio e la luce che filtrava dalla finestra ormai è svanita, al suo posto c'è solo il buio fitto della notte ed il chiarore della luna. Non capisco le persone che non vogliono stare al buio, per paura dell'oscurità, o meglio di ciò che si "nasconde" dentro essa.
Forse sono io diversa, sono consapevole che potrebbe esserci qualcosa che non vedo e sento di aver paura, ma non mi interessa e continuo tranquilla.. sarà una strana forma di masochismo, ma sono totalmente apatica nell'oscurità. Non ho paura del mostro sotto al letto, ho paura delle persone, sono queste che fanno davvero male.Apro gli occhi ed accendo lo schermo del telefono per leggere l'ora, sono le due di notte. Oggi non ho quasi toccato cibo.
Cosa vorresti dire con questo?
Beh, mi sembra ovvio, che vado a mangiare.
Alle due del mattino?
Eh.. La colazione!Mi alzo dal letto e vado verso la porta, illuminata dalla luna, una volta nel salone vado in silenzio verso la dispensa. Apro lo sportello e rimango delusa nel trovare solo dei cracker, pensandoci sù credo sia normale, mangiamo tutti i giorni a mensa o andiamo al bar. Rassegnata torno in salone per raggiungere la camera, giro l'angolo e urto il vaso che cade, prima che tocchi terra cerco di afferrarlo peggiorando solo la situazione. Il vaso si frantuma sul mio polso e le scheggie di vetro restano nel mio braccio ormai sanguinante. Appena il vaso viene a contatto con la mia pelle impreco, provando a non urlare.. fallendo miseramente.
Mi siedo per terra senza togliere le schegge concentrandomi sul il dolore senza pensare ad altro, usandolo per concedermi un po' di libertà da me stessa. Sento la porta della camera di Christian aprirsi e dopo qualche secondo alzo lo sguardo verso di essa, lui è in piedi sull'uscio con gli occhi ancora mezzi chiusi e con voce roca chiede <Che sta succedendo?> non faccio in tempo a rispondere che lui si riprende e vedendomi seduta a terra con il braccio sanguinante corre verso di me. <Come stai? Come hai fatto? Ti fa male?> mi viene da sorridere istintivamente vedendo il suo comportamento. Si preoccupa pe me, è il mio Chsitian Miller o un clone?
<Stai tranquillo è solo un graffio devo solo disinfettarlo e metterci una benda sopra.>
rispondo in tono rassicurante io. <Solo un graffio sta minchia. Ora ti alzi e te lo medico> mi dice con tono di rimprovero <Da quando mi dai ordini Miller?> dico sorridendo <Quanto sei stupida. Alzati, davvero> <Mhh.. Non so> <Per favore.> mi dice lui, sono colta alla sprovvista da queste parole, però decido di fare come vuole e mi alzo da terra seguendolo in bagno.Una volta dentro il bagno mi guarda e sorride dicendo <Con una ragazza in bagno, in altre situazioni, pensare a dove avessi messo il Kit di pronto soccorso sarebbe stata l'ultima cosa che avrei fatto.>
Gli credo, conoscendo le cose per cui è famoso nella scuola: bello, stronzo e donnaiolo. Trova il Kit e mi fa sedere affianco al lavandino sulla struttura in marmo, a questa altezza ci guardiamo negli occhi e i nostri visi sono paralleli. Cerca di togliere delicatamente ogni scheggia rimasta nel braccio con la pinzetta, chiedendomi ogni secondo se mi facesse male, una volta tolte tutte le schegge prende il disinfettante e lo versa su un batuffolo di cotone. Si avvicina ancora di più a me, incastrando i nostri corpi e prendendo con una mano il mio braccio. Il suo tocco mi fa chiudere gli occhi e quando li chiudo sento il suo respiro sulle mie labbra dalla vicinanza, rimane qualche momento fermo a guardarmi e lo capisco dalla mano immobile sotto il mio braccio.Apro gli occhi ed incontro subito i suoi già intenti a fissarmi, i nostri visi sono separati solo da dieci centimetri più o meno, ed i miei occhi passano dal blu profondo delle sue iridi al rosso fuoco delle sue labbra. Cerco di distogliere lo sguardo e lui lo capisce, tornando a passare il disinfettante sui miei tagli e sul sangue ormai secco rimasto sulla mia pelle chiara. Quando finisce di passare il disinfettante si stacca da me e prende una fasciatura, inizio quasi a ridere dicendo <È proprio necessaria?> lui senza esitare un secondo ribatte <Si.> sorrido senza neanche pensarci e lui ricambia il sorriso cominciando a fasciarmi il braccio, facendo attenzione a non farmi male.. il suo tocco è leggero come se fossi la persona più fragile dell'universo e con le sue mani potesse rompermi.
Quando finisce di bendarmi il braccio rimaniamo in silenzio a guardarci negli occhi, ci basta questo, la luce della luna e noi. Voglio dirglielo. Voglio dirgli tutto, mi è stato accanto quel giorno, quando nessuno c'era, quando ero ad un passo dalla rottura, quando desideravo solo un abbraccio e una protezione. Nonostante mi conoscesse da poco lui mi è stato con me, senza dire nulla, senza che io facessi nulla e senza chiedermi nulla in cambio. Forse non mi sopporta e non riusciamo a stare più di un giorno senza litigare, però ora non mi interessa del resto, voglio farlo, che sia la scelta giusta o quella sbagliata lo farò lo stesso.
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The star is you.
Teen FictionAlexandra Parker, ha lasciato tutto quello che ha costruito per seguire i suoi sogni a Miami. Christian Miller, il solito ragazzo strafottente con un passato che lascia i lividi. I loro passati hanno tracciato un segno indelebile nella loro vita, so...