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Durante quella fredda nottata Jungkook non faceva altro che girarsi e rigirarsi in quel letto scomodo d'ospedale nella speranza vana di poter riposare almeno per qualche ora. La sua mente, però, non ne voleva sapere di lasciarlo in pace, portandolo a pensare costantemente a Taehyung e allo strano atteggiamento che aveva avuto la sera stessa in cui il minore era stato ricoverato. Un momento prima l'aveva baciato sull'orlo di una crisi di pianto, l'attimo dopo era scappato come se volesse fuggire da qualcosa, o meglio da qualcuno. Il giovane era fermamente convinto che fosse corso via in quella maniera solo a causa sua. Magari si era sentito in colpa e non voleva avere un tale peso sulla coscienza, così il biondo aveva atteso il suo risveglio all'ospedale accertandosi che quelle pillole non l'avessero ucciso per poi andar via assieme al suo caro amico Jimin, lasciando Jungkook perso.

«Non c'è altra spiegazione - sbuffò mettendosi con la schiena ritta -, voleva solo assicurarsi che fossi vivo per non avermi sulla coscienza. Non avrei dovuto prendere tutte quelle pillole con lui in casa, cazzo.» sbuffò nascondendo il volto tra le mani per poi scompigliare i capelli già arruffati. Farfugliava lamentele su lamentele ormai da ore mentre il sol pensiero del suo vicino di casa gli dava sui nervi. «Come ha potuto andarsene così?!»

Si lasciò cadere nuovamente sullo scomodo materasso e recuperò il proprio cellulare da sopra il comodino per controllare l'orario. Erano quasi le quattro e del sonno non c'era alcuna traccia.

«Fantastico, posso dire addio ad una dormita decente per stanotte.» sospirò ancora una volta mentre si rassegnava all'idea di non poter più chiudere occhio per le restanti ore notturni. Così, sbloccò la schermata del suo telefono nella speranza di trovare qualcosa da fare ma delle svariate notifiche da parte di Roseanne attirarono la sua attenzione.

Roseanne
sei sveglio?
3:28

ti prego, dimmi che
lo sei.
3:35

se sei sveglio devi
assolutamente chiamarmi.
3:47

devo parlarti urgentemente.
3:50

aish, Jeon Jungkook!
3:54

Non appena lesse i messaggi da parte dell'amica un enorme groppo gli si formò in gola con la paura che le potesse essere successo qualcosa e lui era bloccato in quella stupida camera d'ospedale, perciò non avrebbe potuto fare nulla per lei. Cominciò a sudare freddo mentre digitava il numero di quest'ultima sperando in una sua immediata risposta che arrivò pochi secondi dopo il primo squillo. Lasciò andare un sospiro di sollievo.

«Rosie, che è successo? Come stai? Ti hanno fatto del male? Sei ferita?» farfugliò una serie di domande in preda all'ansia e alla preoccupazione.

«Rallenta Kookie, il mio cervello lavora lentamente durante la notte.» ridacchiò la rossa dall'altra parte del telefono, facendosi così innervosire il ragazzo. Come poteva essere così tranquilla dopo aver scritto tutti quei messaggi?

Jungkook sbuffò massaggiandosi la glabella e tentò di mantenere la calma ma invano. «Yah, come puoi ridere in un momento del genere!?» chiese ormai rosso a causa della rabbia.

«Perché? Che cosa è successo?»

«Roseanne!» esclamò al limite della sua pazienza. «Mi hai scritto in piena notte dicendomi che dovevi parlarmi di una cosa urgentemente. Sai, nel mio paese non è molto carino far prendere certi infarti durante la notte a qualcuno che è stato ricoverato per essere andato in overdose!» disse esasperato ma decisamente più rilassato di prima. Se la rossa aveva quel tono calmo valeva a dire che non era successo nulla di davvero così grave.

«Aish, perdonami Kookie - ridacchiò la ragazza - non volevo spaventarti, ma era l'unico modo per svegliarti.»

«Non è stato gentile da parte tua - piangucolò -, comunque non stavo dormendo. È da ore che ci provo, ma il sonno non si decide ad arrivare.»

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