Intro

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A volte accomuniamo la parola 'dolore' ad un malessere fisico; una gamba rotta, un mal di testa, uno schiaffo. Non ci soffermiamo mai su quello che potrebbe essere il vero dolore o se lo si fa lo si collega immediatamente alla fine di una storia, ad un lutto o ad una lite con il proprio migliore amico. Ma il dolore vero, quello forte, quello che ti annienta, quello pronto a portarti via il tuo ultimo respiro, quello che è in grado di spezzarti in due con un solo pensiero o una sola frase, è quello che vive all'interno della tua mente. È quel dolore letale, non c'è via di scampo a questo; ti lacera mente e corpo, ti conduce a fare cose che non avresti mai pensato di poter fare o pensieri non del tutto tuoi, offuscati da quel sentimento così oscuro. È più di un dolore da lutto o dalla fine di un amore, è colui che non ti abbandonerà mai, che ti stringerà fortemente la mano come fosse un fedele amico e ti strapperà via il cuore prima che tu te ne possa accorgere. È un traditore,

È questo il tipo di dolore che accompagna Jungkook da ormai sei lunghi ed interminabili anni.

La vita l'ha costretto ad emarginarsi dal resto del mondo, rinchiudendosi all'interno della sua bolla di solitudine personale, trasportando sulle proprie spalle tutto il peso dei suoi ventitré anni. L'ha costretto ad inginocchiarsi dinanzi le intemperie della vita ed a subire le innumerevoli frustate da parte di essa, a sopportare e a non arrendersi nonostante le ferite fresche, sanguinanti, vive. Nonostante queste pulsassero e bruciassero da farlo urlare a squarciagola.Nonostante nessuno sentisse i suoi continui gridi disperati poiché si trovavano solamente all'interno della sua mente, dei suoi occhi, della sua anima.

Continuava e continuava disperatamente a chiedere aiuto in silenzio; con una parola, com un gesto, con un sospiro ma nessuno era in grado di riuscire a cogliere la sua sofferenza. Nessuno sapeva, e tantomeno voleva sapere, cosa ci fosse di così tanto malinconico e straziante in quel ragazzo dai lineamenti dolci e genuini, che ogni sera rientrava nel suo piccolo appartamento con le ossa doloranti ed un'altra ferita invisibile a lacerargli la pelle. Nessuno si era mai spinto oltre le apparenze, nessuno mai aveva voluto scavare affondo per poter ritrovare il suo povero cuore coperto ormai da delle enormi e pesanti macerie. Nessuno.

Jungkook era solo, non aveva nessuno accanto e tantomeno lui voleva qualcuno dentro la sua vita grigiastra. Non riusciva a provare nulla oltre che al dolore e non sarebbe stato capace di trasmettere altre emozioni. Non era bravo con i sentimenti, l'aveva imparato con il tempo.

La sua vita era un casino, lui era un casino. L'universo, il mondo, le persone l'avevano reso un casino.

Per il povero ragazzo l'unica vera ragione della vita era la sofferenza; molte volte si era ritrovato a fare pensieri che solitamente non avrebbero dovuto appartenergli (non avrebbero dovuto appartenere a nessuno), ma lui in cuor suo, seppur quest'ultimo fosse debole e spezzato, sperava che un giorno qualcuno piombasse nella sua vita dicendo "è arrivato anche per te il momento di vivere, afferra la mia mano e seguimi".

Era consapevole che erano pensieri irrealizzabili, queste cose accadevano solamente nei libri o nelle commedie romantiche, ma qualcosa dentro di lui lo spingeva ad andare avanti nonostante il peso, il dolore, le ferite presenti sul suo corpo e nella sua mente. Qualcosa gli diceva di non mollare, che sarebbe arrivato anche per lui il momento di brillare ed amare, ma cosa? Odiava illudersi, crearsi false aspettative, vivere di illusioni per poi raddoppiare la dose di veleno dentro al suo cuore marcio. Era una persona concreta e realista, sapeva che sarebbe stato infelice per il resto della sua vita semplicemente perché nemmeno la conosceva la cosiddetta 'felicità'.

Eppure non si sarebbe mai aspettato che un ragazzo fuori dal normale gli piombasse letteralmente addosso, stravolgendo e rivoluzionando tutto il suo mondo e tutto quello in cui aveva creduto fino a quel momento.

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