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Era una giornata piovosa, Jungkook se ne stava seduto sul davanzale della finestra ad osservare le piccole goccioline d'acqua piovana scivolare lungo il vetro. Tracciava con il dito il percorso di una di esse e lasciò andare un bel respiro profondo. Appoggiò il capo contro la superficie fredda e liscia e chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dal tintinnio dei piccoli cristalli che si scontravano incessantemente e rumorosamente contro le strade dell'affollata Seoul. Attendeva che giungessero le quattro del pomeriggio cosicché potesse uscire per dirigersi sul luogo di lavoro, dove avrebbe trascorso un'altra ennesima giornata noiosa ed insoddisfacente. Una letale routine.

Lavorava in una biblioteca, luogo adatto per un ragazzo silenzioso e malinconico come lui. Odiava essere circondato da gente chiassosa, le emozioni altrui lo mettevano parecchio a disagio. Preferiva piuttosto il silenzio perché era sempre stato un suo grande alleato contro i demoni che lo perseguitavano e che lo destabilizzavano.
Soprattutto amava leggere ed essere circondato ogni giorno da migliaia di opere d'arte lo rendeva in una certa maniera più tranquillo, gli trasmetteva pace e gli sembrava di poter plasmare alla propria anima sofferente le più grandi e celebri frasi dei suoi autori preferiti.

Sentì un suono provenire dalla sua camera, la sveglia che segnava le 15:50 aveva preso a suonare all'impazzata suggerendogli che era giunta l'ora di recarsi al posto di lavoro.

Si alzò e per prima cosa spense quel rumore fastidioso e lo rimandò al giorno successivo. Afferrò il suo cellulare, non che ne avesse bisogno, era più una precauzione, e si infilò il cappotto nero.l che, per quanto non possa essere uno dei migliori, riusciva a tenerlo al caldo durante giornate come quelle, Circondò il collo con una sciarpa color panna di lana che gli aveva regalato la sua dolce collega Roseanne durante un Natale ed uscì da quell'appartamento.

Abitava al terzo piano di un condominio, oltre a lui gli unici appartamenti occupati erano quelli al primo piano da due coppie anziane. Era un piccolo e vecchio palazzo malridotto, l'esterno era del tutto rovinato e le abitazioni erano anguste e scomode. L'ascensore era quasi sempre fuori uso, perciò era costretto a doversi fare tre rampe di scale ogni giorno. Odiava quel posto ma era l'unico che poteva permettersi con quel poco che riusciva a guadagnarsi  come dipendente della biblioteca. Infondo non aveva nessuno titolo di studio, era stata un'enorme fortuna aver trovato un lavoro in quelle condizioni.

Uscì dal palazzo con il respiro leggermente affannato a causa delle scale e notò un camion dei trasporti di fronte alla porta di ingresso. Probabilmente qualcuno si era appena trasferito lì date le centinaia di scatole che si trovavano a pochi passi dal condominio.

Camminò davanti a sé e non fece molto caso, non gli importava chi si fosse appena trasferito. Non era mai stato un tipo troppo curioso, non gli sembrava opportuno impicciarsi negli affari degli altri e oltretutto non gli interessavano.

Attraversò la strada, non prima di aver controllato se stessero arrivando delle macchine, ed entrò nell'edificio che si trovava proprio di fronte alla sua umile dimora. Aveva persino avuto la fortuna di trovare lavoro vicino casa. Almeno in quell'occasione il destino aveva agito in suo favore.

«Buongiorno Kookie.» lo salutò la sua collega, Roseanne, sorridendogli calorosamente come faceva ogni giorno.

«Ciao Rosie.» ricambiò il saluto il corvino non cambiando però espressione in viso. Semplicemente si diresse sul retro di quella biblioteca e si tolse il cappotto affibbiandosi successivamente all'altezza del cuore una piccola targhetta con su scritto il suo nome. Jeon Jungkook.

Si passò distrattamente una mano tra il ciuffo ribelle che raramente riusciva a domande (avevo davvero poca cura di sé) e afferrò un carrello con all'interno una cinquantina di libri che andavano sistemati ognuno al proprio posto. Si affrettò ad uscire dal magazzino e si addentrò tra i vari corridoi costituiti da scaffali su scaffali e libri su libri. Il posto che più preferiva al mondo.
Cominciò a sistemare ogni libro al proprio reparto, ognuno nel proprio ordine alfabetico e in pochi minuti aveva già svuotato metà del carrello. Nonostante tutto era sempre stato un ragazzo sveglio e intelligente, apprendeva qualsiasi mansione velocemente perciò non c'era da stupirsi se era riuscito a memorizzare gran parte dell'ordine in cui andavano riposti quei libri.

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