Jungkook vagava per le stradine di Seoul perso tra i suoi pensieri. Aveva chiuso la libreria da ore, era sera inoltrata ma lui non si decideva di tornare a casa. Proprio non voleva. Non faceva altro che pensare a Taehyung, a Jimin e al modo in cui questo aveva inveito contro di lui. Gli aveva detto che il biondo aveva pianto, stava soffrendo e aveva rischiato quasi di colpirlo in pieno viso e questo lo aveva destabilizzato parecchio. Non credeva che avrebbe potuto scaturire una tale reazione al ragazzo, infondo.. neanche si conoscevano quasi. Non rappresentavano nulla l'uno per l'altro, non aveva senso soffrire così tanto.
Sbuffò e scalciò via un sassolino, portandosi le mani all'interno delle tasche del giaccone e inoltrandosi nell'ennesima stradina di quel quartiere trasandato. Subito la riconobbe, era la stessa via in cui l'aveva portato Taehyung quel giorno quando si infilarono dentro quel vecchio palazzo abbandonato.
Il fato volle che le sue gambe lo condussero proprio lì, in uno dei luoghi che avrebbe che inevitabilmente gli avrebbe fatto ricordare il biondino.«Beh, una volta qui perché non ritornarci?» parlò tra sé e sé, osservando la porta arrugginita della palazzina. La aprì accompagnata da un rumore stridulo ed entrò all'interno.
Magari gli avrebbe portato un po' di pace stare in quel posto.
Salì attentamente le scale trasandate e per niente sicure ed arrivò nella stanza in cui era presente la finestrella che l'avrebbe condotto nel posto che gli aveva fatto conoscere Taehyung. La aprì e mise una gamba, poi l'altra all'esterno e si sedette, notando subito dopo una figura ormai fin troppo conosciuta giacere lì silenziosamente.
«Oh m-mio Dio, Taehyung.» si portò una mano all'altezza del petto «Mi hai fatto prendere un colpo.»
«Perdonami.» ridacchiò il biondo «Non.. non sapevo venissi anche tu qua, se.. se vuoi vado via-» si alzò il maggiore, dirigendosi verso la finestrella pronto per entrare e scappare via. Ma Jungkook fu più veloce di lui e lo afferrò per un polso, bloccandolo.
«No, siediti.» sussurrò tirandolo leggermente giù «Resta.»
Il biondo non se lo fece ripetere due volte e si sedette in silenzio al suo fianco, mantenendo comunque una certa distanza da lui.
«Jimin.. lui, ecco.. è venuto da me oggi pomeriggio, ha minacciato di farmi fuori in pratica perché io ti avevo ferito.» ridacchiò nervosamente abbassando il viso verso il basso sentendosi in colpa per ciò che l'amico di Taehyung gli aveva riferito, o meglio urlato, solo quel pomeriggio. «Non lo biasimo, mi sarei spaccato la faccia da solo per il modo in cui ti ho trattato oggi.»
«Mi dispiace se Jimin ha-»
«Non devi scusarti per lui, anzi. Credo sia stata la cosa migliore che abbia potuto dirmi da quando ci conosciamo.» fece una breve pausa prendendo un profondo respiro «Mi.. mi dispiace per aver detto tutte quelle cose oggi, so che non le meritavi ma è stato più forte di me.»
Taehyung in risposta sospirò e chiuse gli occhi, riflettendo; se adesso lo avesse perdonato senza esitazione avrebbe fatto la figura dell'idiota, ma se non lo avesse fatto sarebbe stato, probabilmente, uno dei suoi più grandi pentimenti perché lui voleva davvero perdonare quella testolina corvina. Così lasciò andare un lungo respiro e si avvicinò a lui, alzò lentamente la mano e la poggiò sulla sua coscia titubante, sorridendogli a mala pena. «È tutto okay, Kookie. Non preoccuparti.»
Jungkook senza esitazione poggiò la propria mano su quella dell'altro, facendo intrecciare le loro dita e sorrise «Io non ti merito.» sussurrò.
Il biondo alzò il viso verso di lui confuso «Perché mai non dovresti meritarmi? Piuttosto sono io che non merito te, sono sparito senza neanche mandarti un messaggio. Sono stato uno stronzo.»
STAI LEGGENDO
Beautiful Mess
Fanfiction[IN FASE DI REVISIONE + AGGIORNAMENTI LENTI] La vita non è mai stata dalla parte di Jungkook, l'ha sempre maltrattato e deluso. Dopo la morte dei suoi genitori, il giovane ragazzo si ritrova a dover abbandonare gli studi per poter lavorare e riuscir...