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Jungkook entrò in quel appartamento un po' titubante. Era a pochi passi dal suo, avrebbe potuto inventarsi la qualunque scusa e ritirarsi nuovamente nella sua bolla composta da solitudine e malinconia, ma qualcosa lo spinse a voler continuare a camminare avanti a sé, nonostante il ginocchio un po' dolorante, e addentrarsi nel nuovo mondo che era costituito dal suo vicino dai capelli ossigenati di cui ancora non sapeva il nome.

«Perdonami per il casino, ma come ti ho detto prima mi sono appena trasferito.» ridacchiò il ragazzo aprendo la porta con difficoltà, poiché era bloccata da degli scatoloni. Da quel che il corvino aveva potuto notare, era un ragazzo davvero impacciato e questo lo fece sorridere dentro di sé. Sembrava puro.

«Oh n-no, figurati.»rispose con tono insicuro entrando finalmente in casa del vicino.

Cominciò a guardarsi intorno un po' incuriosito poiché per anni aveva sempre visto quell'appartamento sigillato e adesso, nel giro di pochi minuti, stava persino conversando con il suo nuovo proprietario. La casa in questione era identica al luogo in cui viveva lui, differenziavano solamente il colore delle pareti e la mancanza di un divano al centro della sala. Jungkook appoggiò i libri che teneva tra le mani sul primo ripiano indicatogli dall'ossigenato e seguì quest'ultimo in quella che probabilmente doveva essere la cucina.

«Accomodati pure, fa' come se fossi a casa tua. Adoro accogliere gente nuova.» sorrise il biondo mettendo sul fuoco la teiera.

Il corvino fece come gli è stato detto e prese posto sulla sedia di fronte al tavolo. Il ginocchio bruciava e doleva, ma non voleva darlo a vedere; odiava mostrarsi debole, soprattutto davanti alle persone che non conosceva.
Lasciò andare un lungo sospirò tremolante e si perse a guardare nuovamente il suo nuovo vicino che era intento ad attendere che l'acqua bollisse. Aveva l'espressione concentrata in quello che faceva, nonostante non stesse facendo un granché, ma sembrava comunque rilassato e felice nonostante non fosse successo nulla di particolare.

Deve aver avuto una bella vita per sorridere così. Chissà come ci si sente ad essere felici.

«Ecco a te.»
Davanti a lui il biondo appoggiò una tazza di thé fumante. Era talmente perso tra i suoi pensieri che non si era nemmeno reso conto che il ragazzo si fosse mosso e avesse preso posto al suo fianco.

«Che sbadato che sono, non abbiamo controllato il tuo ginocchio.» si allarmò il ragazzo alzandosi immediatamente.

«Non c'è bisogno, non è nulla di grave.» cercò di parlare Jungkook in preda all'imbarazzo, ma il ragazzo non lo ascoltò nemmeno e sollevò all'altezza della coscia la tuta grigia del corvino, rivelando il ginocchio gonfio e sanguinante. Cavolo, non credeva che potesse essersi ridotto in quella maniera per una misera caduta.

Il biondo assunse un'espressione dispiaciuta e colpevole in volto che quasi Jungkook si sentì in dovere di calmarlo e tranquillizzarlo.
«D-davvero, non è niente-»

«Mi dispiace davvero tanto, mi sento tremendamente in colpa. Aspettami qui, vado a prendere il kit d'emergenza.»

Il biondo si allontanò senza neanche lasciare il tempo a Jungkook di ribattere. Si sentì così in imbarazzo, stava recando preoccupazioni e disturbo a quel povero ragazzo che probabilmente doveva fare già un mucchio di cose fuorché occuparsi di lui. Non ne faceva mai una giusta.

«Sul serio, sto recando già troppo disturbo-»

«Sciocchezze! Se sarai mio amico devi sapere che difficilmente qualcuno è in grado di scocciarmi. Anzi, sono felice di aiutare in quel che posso.»

Il cuore del corvino perse un battito. Quello sconosciuto di cui ancora nemmeno sapeva il nome lo aveva appena definito un suo amico. Non aveva mai avuto amici, era sempre stato solo.
Quasi si commosse dalla sincerità e dalla gentilezza di quel ragazzo, ma si costrinse a non credergli troppo; tutti erano in grado di mentire, persino una persona così gentile e bella come lui.

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