Capitolo 11

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-Eddai, amore-

(...)

Cenammo in silenzio, solo con il rumore del cucchiaio nel piatto. So che lui aveva voglia, ma io non mi sentivo molto pronta.

Finito di mangiare sparecchiammo e pulimmo tutto, poi andammo di sopra nella nostra stanza.

Seduti sul letto, lui cominciò a levarmi la maglietta, ma io restavo impassibile. Poi mi prese per i fianchi e mi fece sdraiare, ma ero sempre impassibile, immobile.

-Peeta...-

-Sì? -

-Non...non sono molto sicura di volerlo fare-

Il suo viso si imbiancò di colpo.

-P-perché? - balbettò.

-Sarebbe la mia prima volta...-

-Anche la mia, ma io sono sicuro di amarti-

-Anch'io lo sono, ma...non mi sento pronta-

-Okay, come vuoi- lo vidi intristirsi.

Era da quella mattina che aspettava questo giorno, ed io...gli dissi di no.

Così lui si andò a cambiare in bagno, io rimasi lì. Poi non lo vidi più tornare in camera, così lo trovai nell'altra, su un altro letto.

-Peeta, perché sei lì? -

-Hai detto che non sei pronta, Kat...-

-Sì, ma...niente-

Non volevo dire prima una cosa e poi un'altra. Perché prima lui voleva farlo, ma io no, poi io volevo dormire con lui, ma lui no.

Così me ne tornai nell'altro letto e mi misi sotto le coperte, nel lettone, da sola.

Ma quella notte non riuscii a dormire, non chiusi occhio. Solo una volta ci riuscii, ma mi risvegliarisvegliati grazie a un brutto sogno. Sognai ancora gli Hunger Games, e che lui, Peeta, era morto. L'avevo ucciso io.

Grazie a quell'incubo non volli più dormire, avevo bisogno di Peeta.

Così, in punta di piedi, senza fare rumore, andai nella stanza dove dormiva Peeta.

Ma si agitava, non era per niente tranquillo.

Stava sicuramente facendo un incubo, come me prima.

I capelli parevano bagnati dal sudore, come la sua fronte, e lui che non faceva altro che girarsi da una parte all'altra.

Svegliarlo era la cosa migliore. E lo feci. Lo feci con un piccolo bacio sulle sue labbra delicate.

Aprì gli occhi immediatamente, urlando:-Katniss!- e mi abbracciò.

-Peeta...che succede? -

-Ho fatto un brutto sogno...ho sognato che eravamo agli Hunger Games e tu mi uccidevi-

-Io ho fatto lo stesso sogno...ma non ti ucciderò mai-

-Lo so- ci baciammo.

-Allora...notte, dormi bene- sussurrò Peeta.

-Notte- tornai in camera.

Non riuscivo a sopportare quella distanza, anche se eravamo in due stanze vicine. Non riuscivo a dormire. Così mi giravo e mi rigiravo.

A volte mi pareva di sentire la presenza di Peeta, ma era solo perché la desideravo tanto.

Mi rigirai e...stranamente lo vidi accanto alla porta, a guardarmi.

Mi venne proprio da sorridere.

-Peeta-

-Scusa, me ne vado, notte-

-Ti prego, resta-

Si mise, così, nel letto accanto a me sussurrando al mio orecchio:

-Sempre-

Io appoggiai la testa sul suo petto nudo e lui mise la mano sotto di me. Non mi sentii mai protetta come in quel momento.

E mi addormentai subito, senza fare incubi.

Quel mattino mi svegliai prima di lui. Lo guardai in faccia: era bellissimo. Gli accarezzai le guance, così lui si svegliò, sorridendo. Il suo sorriso era contagioso, fu per questo motivo che lo feci anch'io.

Ci vestiammo, e poi facemmo colazione. Quando suonò il campanello...

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