Capitolo 2

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Lo spinsi e lo cacciai di casa. Non potevo credere che Gale mi avesse baciato. E poi...come avrei fatto a dirlo a Peeta? Non sapevo se sarebbe stato meglio non dirglielo e fare finta di niente, però il nostro rapporto era basato sulla fiducia...

Decisi, così, di dirglielo comunque, anche se un po' fremavo, non sapevo come avrebbe reagito. Comunque sia, presi la scopa e continuai a pulire il pavimento della cucina, poi andai a prendere la posta nella buca delle lettere. Bollettr, bollette, bollette e...una lettera. Era indirizzata a Peeta. Strano. Mi aveva detto di non avere più nessun parente, data la distruzione del distretto 12. Trovai il destinatario: Johanna Mason.

Cosa???? Chissà che gli aveva scritto in quella lettera (?)

Ero molto curiosa, ma sapevo comunque che quella era una lettera per Peeta e io dovevo solo fare i fatti miei. Purtroppo.

Continuai a pulire, anche se avevo non so quanta curiosità in cuore. Erano le dodici e mezza, così cominciai a mettere l'acqua per la pasta; cinque minuti dopo qualcuno suonò il campanello: era Peeta.

Sorrisi, con uno di quei sorrisi che tra un po' si sarebbero intorcigliati gli zigomi. Lui ricambiò il sorriso.

Mentre pranzavamo, decisi di dirgli di Gale e di quel bacio, se così si poteva definire. Anche se un po' fremavo.

-Peeta...-

-Sì? -

-Devo parlarti-

-Ti ascolto-

-Ecco...oggi, mentre sistemavo la casa mi è venuto a trovare Gale.-

-E?-

-Mi ha detto che mi amava. Di nuovo-

-Cosa? E tu che hai fatto?-

-Gli ho detto che non ricambiavo e che ero innamorata di te ma...-

-Ma cosa?-

-Niente, nulla d'importante-

-Ma cosa, Katniss? Voglio saperlo-

-Okay. Beh...non sopportava il mio amore per te, così lui...mi ha...mi ha baciata...-

-Cosa?! Come ti ha baciata?!-

In quel momento il viso di Peeta divenne rosso e pieno di rabbia.

-Katniss, perché l'hai baciato?!-

-No, ti sbagli, io non l'ho baciato, infatti mi sono scanzata subito e l'ho cacciato da casa-

-Cacciarlo era il minimo che potessi fare, Katniss. Comunque grazie per avermelo detto-

Sorrisi. Pensavo avrebbe reagito peggio. Comunque lo vedevo ancora verde dalla rabbia.

Poi esclamò:-Promettimi che mi sarai sempre fedele-

-Promesso- risposi io sinceramente. Poi continuai:-Fallo anche tu-

-Promesso-

Ah, giusto! Quasi dimenticavo della lettera di Johanna.

-Peeta...era nella cassetta delle lettere. È tua-

-Grazie. Cosa? Johanna?- si chiese incredulo.

-Così pare- risposi io retoricamente.

Aprì la lettera e la lesse, parola per parola, e man mano che andava avanti diventava sempre più rosso.

Finalmente finì di leggerla, ed io non ci vedevo più dalla curiosita.

-Allora che c'è scritto?-

-Che...che ci saluta- balbettò.

-Tutto qua? E perché l'ha inviata solo a te?-

-Non lo so...-

-Posso vedere? - chiesi infine.

-Vedere?  No, non serve, non mi credi? - continuava ad essere rosso.

-Sì, okay, ti credo...-

Allora andammo a dormire, anche non riuscivo a comprendere il perché era così agitato. Vabbè.

Quella sera, come la scoraa notte, del resto, ci addormentammo insieme, io con il suo braccio intorno al mio collo. Stavo benissimo, ed ero felicissima. Solo perché lui era con me.

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