chapter 31: prove

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POV JISUNG:

"Sungie... ti andrebbe di provare con me oggi? perché... so che ti piace cantare quindi... magari... potevamo farlo insieme" disse Minho esitante mentre di torturava le mani.

"certo" sorrisi.

"davvero?" alzò la testa -con fare esuberante- per guardarmi negli occhi.

"sei minuscolo" quasi mi sciolsi alla visione, e cominciai a riempirgli il viso di piccoli baci.

"la danza è molto importante per me, mi fa piacere che tu voglia provare con me" sorrise sinceramente mentre mi accarezzava la guancia.

"sarò felicissimo di farlo"

***

POV SEUNGMIN:

"Seungmin!"

"noona! ti stavo cercando" salutai Soo-Min, vedendola avvicinarsi a me.

"dobbiamo parlare" mi disse, lasciandomi senza parole.

non ero io a doverlo dire?!

"certo, sediamoci" indicai una panchina, e lei mentre sorrideva si sedette.

"Seungmin" richiamò la mia attenzione, guardandomi negli occhi.

"non possiamo più continuare"

"c-cosa?" chiesi sconvolto.

"non sono stupida.
mi sono accorta di te e Hyunjin.
tu ami lui e lui ama te, e mi sta bene.
dobbiamo lasciarci perché voi due siete fatti l'uno per l'altro, davvero" mi accarezzò la guancia con il pollice, dove le lacrime minacciavano di scendere da un momento all'altro.

"scusa noona" scoppiai in un fragoroso pianto, abbracciandola con tutte le mie forze.

"non scusarti, non è colpa tua.
io voglio solo che tu sia felice, capisci?
tu sei felice con lui? allora fanculo, mettetevi insieme"

solo in quel momento capii.

capii che Soo-Min mi amava davvero.

perché amare qualcuno non significa solo starci insieme, ma saperlo lasciar andare se ce ne fosse bisogno.

ed è quello che lei stava facendo.

"però promettimi una cosa" sorrise sinceramente, con gli occhi lucidi.

"promettimi che rimarrai mio amico.
Seungmin io ho bisogno di te" appoggiò la sua testa sulla mia spalla, lasciandosi andare a un pianto disperato.

"te lo prometto" le lasciai un dolce bacio sulla testa, mentre le accarezzavo la schiena.

***

"allora ciao" dissi a Soo-Min, una volta arrivati al portone di casa sua.

"ciao, ti voglio bene.
cammina, ora vai da lui!" sorrise, salutandomi con la mano.

cominciai a correre in una corsa liberatoria.

come se fosse stata una corsa per la vita, per la felicità.

corsi per pochi minuti, con il vento tra i capelli che asciugava le mie lacrime di felicità.

arrivai a casa di Hyunjin, e suonai il campanello.

niente.

suonai di nuovo, zero risposte.

"merda" imprecai e mi asciugai il viso con il dorso della mano, per poi sedermi a terra scivolando con la schiena sulla porta.

restai lì per più o meno cinque minuti, quando vidi una figura alta passare a qualche metro di distanza da me.

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