chapter 14: lanterne

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POV JISUNG:

"sei pronto?" mi urlò Minho dal piano inferiore della casa.

"si aspetta" mi misi il profumo e mi guardai allo specchio.

quella sera sarebbe stato il nostro primo appuntamento.

mi misi un paio di pantaloni neri larghi con le catene, una camicia bianca con sopra una t-shirt nera e le vans nere.

vestito così mi sento davvero me stesso, ma se a Minho non piacesse questo lato di me?

uscii dalla porta della camera e prima di scendere le scale feci un respiro profondo. "se non ti piaccio vestito così dimmelo e mi cambio"

"impossibile che tu non mi piaccia, muoviti che è tardi"

sorrisi alle sue parole, poi scesi le scale attirando la sua attenzione.

"wow, come facevi a sapere che mi piacciono gli skater boy?" sorrise.

"i-io non lo sapevo"

mi soffermai a guardare il suo outfit:
era vestito in modo molto aesthetic, con dei jeans neri, una t-shirt nera con una camicia sopra e e le converse nere.

come fa una persona ad essere così bella e dannatamente sexy allo stesso tempo?

la sua dualità mi uccide.

"wow" lo squadrai dalla testa ai piedi con la bocca spalancata.

"cosa?"

"stai benissimo" gli sorrisi.

"oh, lo so grazie. d'altronde sono sempre bellissimo" fece una faccia fiera.

"come darti torto"

mi sorrise a trentadue denti e mi prese per mano.

"andiamo" uscimmo di casa e ci avvicinammo alla sua audi nera.

accesi la radio e sentii la nuova canzone di Zayn, così alzai il volume e cominciammo a cantare a squarciagola.

"mi sta un po' antipatico Zayn" disse Minho con una smorfia.

"perché?"

"perché hai una cotta per lui" fece spallucce, facendomi iniziare a ridere.

"dai, chi non ha una cotta per lui"

"io preferisco Gigi Hadid nella coppia"

"sono gusti"

"già ma i tuoi sono sbagliati!" mi puntò un dito contro.

"perché i miei gusti dovrebbero essere sbagliati e i tuoi giusti, scusa?"

"perché ti piace lui! dovrei piacerti io!"

"aiuto che sottone" mi misi una mano sul viso per la disperazione.

"lo sai che mi piaci tu, smettila per favore"

"ti conviene non illudermi o ti ucciderò" sorrise.

"sei inquietante"

ridacchiò, mettendo una mano sulla mia coscia.

***

"ma quanto manca?" sbuffai sedendomi meglio sul sedile.

erano già venti minuti che viaggiavamo in macchina e stavo iniziando ad agitarmi per claustrofobia.

"manca ancora un po'." aprì i finestrini, capendo la mia agitazione.

"vuoi fermarti un attimo?" si girò a guardarmi negli occhi.

"n-no tranquillo, continua"

[sembra una frase bruttissima letta da sola HWHDHHWHSAH, scusate]

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