chapter 8: pane e nutella

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POV MINHO:

tutto mi aspettavo meno che questo.

Jisung sembrava una persona così solare, così innamorata della vita, come poteva avere un passato da autolesionista?

"è tardi, poi ora non ho voglia di studiare" mi disse Jisung uscendo dal bagno dopo essersi sciacquato il viso per il pianto.

"ho fame" dissi toccandomi la pancia.

"ho sempre fame dopo aver pianto"

"io ho sempre fame in generale" disse, facendomi ridere.

"stai meglio?" gli misi una mano sulla spalla in segno di conforto.

"si, grazie di tutto" mi sorrise sinceramente.

ricambiai il sorriso e aprii la porta della cucina "ta-daaa"

Jisung ridacchiò, mettendosi seduto a tavola.

"che vuoi mangiare?" aprii la credenza.

"mi va bene di tutto, basta che sia commestibile"

"pane e nutella?" tirai fuori il barattolo con un sorriso da ebete.

"va bene" annuì, sfregando le sue mani sulle sue braccia.

"hai freddo?"

"no no, tranquillo"

"ma stai tremando! aspetta ti porto una felpa" mi avvicinai alla porta della cucina per andare in camera mia.
aprii all'armadio e presi una felpa blu con uno stemma giallo, la più piccola che trovai, e tornai al piano inferiore.

"tieni" gli porsi la felpa, sorridendo.

"grazie... non dovevi, non ho tanto freddo" prese la felpa, infilandosela.

"ma se hai la pelle d'oca..."

"oramai ho preso possesso di metà del tuo armadio" ridacchiò.

non appena se la infilò, si scosse leggermente per farla aderire bene.

"oddio sei adorabile" cominciai a ridacchiare vedendo la mia felpa nasconderlo completamente.

"mi sta leggermente enorme"

si mise seduto sulla sedia e si tirò su le maniche.

"che c'è?" mi chiese.

"che? in che senso?" aggrottai un sopracciglio.

"mi stai fissando" cominciò a ridere.

"so di essere bellissimo, ma contieniti" imitò una frase che dissi quando ci conoscemmo, facendo le virgolette con le dita.

"ah ah ah quanto sei divertente" scherzai.

"e poi non ti stavo fissando! stavo solo pensando a come i miei vestiti siano così belli da stare bene su chiunque!"

"si, certo. a me non stanno bene nemmeno i miei"

"ma zitto va" lo mandai gestualmente a quel paese, per poi prendergli la guancia sinistra tra il pollice e l'indice.

"sei uno scoiattolino adorabile" gli stritolai la guancia fino a farla diventare rossa, guadagnandomi un'occhiataccia da Jisung.

"scusa ma non posso resistere alle tue guanciotte" ridacchiai distogliendo lo sguardo per andare ad aprire il barattolo della nutella.

"e pensare che alle elementari mi bullizzavano per questo"

"bhe... sono degli idioti"

mentre preparavamo i panini, percepii un'aria imbarazzante.

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