Capitolo 2

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Non riuscirò mai ad assimilare il fatto che la mia storia passerà di generazione in generazione.

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Era appena iniziato l'anno nuovo, il freddo arrivava ogni giorno più pungente di quello prima.
Il mio percorso nella scuola procedeva tranquillo, avevo recuperato velocemente i concetti basilari degli anni che avevo saltato e a causa di questo non riuscivo a concentrarmi particolarmente nelle materie attuali.
Non fraintendetemi, non andavo male nei test, ma non spiccavo particolarmente.

A me e alle mie compagne di camera piaceva molto il quidditch, partecipavamo con fan scatenate a ogni partita.
Proprio quel pomeriggio ce ne sarebbe stata una, contro la squadra dei corvonero.

Ci siamo dirette verso gli spalti, prendendo un posto in prima fila, pronte a incitare i componenti della nostra squadra.

Era come un appuntamento il nostro, uno dei pochi momenti in cui eravamo tutte riunite.
Infatti poche volte succedeva: tra compiti, attività extra scolastiche, ragazzi e altro non passavamo molto tempo insieme, facendo qualcosa che ci appassionava.

Mi guardai intorno, notando come molti studenti serpeverde prendevamo posto tra gli spalti.
Nulla di particolare, nulla che non andava, se non per una cosa che successe pochi istanti dopo essermi voltata verso il campo.

Un piccolo pezzo di carta era volata nella mia mano, facendomi il solletico.
La presi con fermezza, non facendomela sfuggire.

" A proposito di vampiri e tutte quelli robe lì, non è che vieni ad aiutarmi per lo studio dei lupi mannari? Tra animali ci si comprende di solito no? Non offenderti, non mi riferivo a te (o forse sì). Mattheo "

Mi girai di scatto, cercandolo tra la folla.
Era lì con dei suoi amici serpeverde, ridendo guardando verso la mia direzione.

Non avevo capito il suo intento, era solo provocatorio o aveva semplicemente troppo ego per chiedermi aiuto?
Se avesse veramente voluto il mio aiuto mi avrebbe dato orario e luogo di incontro ma, dato che non l'aveva fatto, compresi che era uno dei suoi soliti scherzi senza senso.

Stranamente serpeverde perse contro l'avversaria.
Eravamo tutte scoraggiate, tristi per la sconfitta.
Stavo per salire le scale che portavano al dormitorio quando sentì qualcuno che mi prese il braccio, fermandomi fermare.

"Te ne vai così? Grazie per l'aiuto novellina" mi sono sentita dire.
"Seriamente hai questo coraggio? Prima ridi di me e ora chiedi il mio aiuto? Fanculo" risposi seccata, a volte me la prendo per poco, un sorriso o un atteggiamento fuori luogo e ti odierò per il resto della mia vita.
Non ero dell'umore giusto quel giorno.
"Anche io non sono particolarmente amichevole oggi, non posso neanche divertirmi? Mi scusi principessa, dopo questo non la importunerò più" concluse ironicamente, andandosene.

Se c'era una cosa che mi dava particolarmente fastidio erano le persone che si trasformavano in vittime, o che fingevano di esserlo, anche scherzando.

Non mi importava nulla di lui, lo conoscevo a malapena, e dovevo anche aiutarlo? Dopo che mi aveva riso alle spalle? Mai

Sono salita, raggiungendo le altre nel dormitorio. Ci siamo preparate per la cena, dopo la quale si sarebbe passata ancora qualche ora sui libri, prima di andare a dormire.

MATTHEO'S POV
Quell'anno ero messo parecchio male con la scuola. Non me ne importava molto, devo essere sincero, ma se non mi fossi impegnato mi avrebbero sicuramente rimandato.
Avevo provato più volte a chiedere aiuto a degli alunni del mio corso ma avevano come una sorta di terrore appena poggiavo il mio sguardo su di loro.
Che cosa avevo che non andava? Ah già, il mio cognome.

Quel pomeriggio ci avevo provato anche con la Mikaelson, ricevendo un altro, ennesimo, rifiuto.
Ho notato, però, che lei non era spaventata da me, o almeno, se lo era, era brava a nasconderlo.

Mi sono diretto verso la sala grande per la cena, il giorno seguente avrei avuto quel dannatissimo test sui lupi mannari, e non sapevo neppure a che pagina fossero.

VALENTINA'S POV
La cena era appena terminata e con alcune delle mie compagne di stanza stavo iniziando a dirigermi verso la biblioteca per studiare.

Sapevo già praticamente tutto, l'argomento erano i lupi mannari, come mi aveva ricordato Mattheo, non avevo tutto questo bisogno di studiare.

"Vedo che sei pronta ad aiutarmi, Mikaelson" mi disse una voce dietro di me.
"ma cosa"
"grazie mille, iniziamo subito" concluse, aprendo il libro e sedendosi di fianco a me.
"Cosa non hai capito del mio NON TI AIUTERÒ MAI?" Gli chiesi nervosa.
"Scusa, puoi ripetere?"
"Non sono in vena di scherzi Mattheo, vattene perché non studierò con te"
"Sono molto serio ora, cominciamo subito che fra un po' si fa notte e siamo ancora qui a litigare"

Ho deciso di lasciare perdere, non avevo voglia di continuare la discussione con lui, troppo svogliata per litigare a quell'ora.

"Ok, questo era l'ultimo paragrafo" gli dissi, avevamo passato più di due ore a ripetere il capitolo in questione e stavo letteralmente morendo di sonno.
"Grazie Mikaelson, se vado bene al test ti ringrazierò" mi rispose, alzandosi dal letto.
"Guarda che ho un nome anche io, caro Riddle"
"Ovvero?"
"Valentina"

MATTHEO'S POV
Valentina, bel nome la Mikaelson.
Non aveva esitato neppure un secondo a chiamarmi per congnome. Nessuno lo faceva mai. Era così strano sentirselo dire da altri, erano veramente pochi quelli che avevano il coraggio di pronunciarlo.

Lei sembrava non preoccuparsene, magari non conosceva neppure mio padre, cosa molto improbabile.
La cosa che mi piaceva era quel suo atteggiamento nei miei confronti. Mi trattava come una persona normale, uguale a molte altre, non facendomi mai sentire in difetto o di troppo.
Anzi, aveva anche il coraggio di sfidarmi, senza doverci pensare troppo, come se fossi uno come altri.

Era da molto che qualcuno non lo faceva con me, sempre tutti spaventati e distanti, impauriti da chissà quale incantesimo avessi potuto scagliargli contro.

Non ero come mio padre, o almeno, non ancora.

portami in paradiso | Matteo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora