Capitolo 4

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Era un tipo strano, lo ammetto, passava dall'essere la persona più socievole del mondo ad essere quella più chiusa e fredda mai esistita, senza un'apparente motivo.

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VALENTINA'S POV

Ho aspettato qualche minuto e sono uscita dalla classe, dirigendomi verso la biblioteca. Era un posto tranquillo dove rilassarsi e riprendere fiato dopo una lezione intensa.
Avrei dovuto aspettare ancora una quindicina di minuti prima della lezione di trasfigurazione.
Mi sono sdraiata sul grande divano, cercando di ricreare l'ambiente notturno.

"ei scusa, potresti farmi spazio che vorrei riposare un po?" ho sentito dire da una voce femminile sopra di me.
"certo, scusami, ora tanto devo proprio andare!" ho mentito.
"No stai qua ancora un po ', non volevo disturbarti .. piacere, io sono Pansy Parkinson e tu?"
"Valentina Mikaelson, cognome simile no?"
"ah sei la ragazza nuova?"
"esattamente"

Quella ragazza dai capelli neri non mi stava antipatica, sembrava dolce e aperta.

"scusa Pansy ma ora devo proprio andare, ho una lezione che mi aspetta"
"mi dispiace, buona fortuna!"
"grazie, buon relax"

Mi sono incamminata verso l'aula, ero perfettamente in orario. Entrando, ho preso posto vicino a una mia compagna, non avevo ancora visto Mattheo e non volevo apparire "stressante" come mi aveva definito.

"buongiorno ragazzi, oggi parleremo di un'incantesimo trasfigurativo non troppo complesso: avifors. Con questo potrete trasformare un oggetto in un uccello o in uno stormo di uccelli." disse la professoressa McGranitt qualche minuto dopo.

"ci scusi per il ritardo professoressa" dissero due voci in coro, girandomi riconobbi Mattheo insieme al suo grande  amico, di cui non ricordavo il nome.
"Per questa volta mi limiterò a togliere dei punti alle vostre case, ora prendete posto" disse lei scocciata.

MATTHEO'S POV

Mi ero smaterializzato in camera mia, trovando Robert che mi fissava spaventato.

"Mattheo ma che cazzo fai, è proibito!" mi disse avvicinandosi.

Ho sentito la sua voce come se fosse lontana chilometri, la testa mi pulsava e il pavimento sembrava roteare facendomi perdere l'equilibrio.

"Ma che hai, mi fai preoccupare" mi disse, faticavo a rispondergli.
"lasciami stare, vattene" ho provato a dirgli con tutta la voce che avevo.
"no adesso sto qua finché non ti riprendi e mi spieghi che cazzo è successo!"

Ho aspettato un paio di minuti a rispondergli, il tempo che Lui uscisse dalla mia mente, liberandomi da quella agonia. Quando finalmente l'ha fatto, era tutto come prima. Mi sentivo solamente un po 'abbattuto, ma erano effetti collaterali.

"pronto per andare in classe Rob?" gli domandai, noncurante dello shock che gli avevo procurato.
"no, spiegami cosa è successo"
"te lo spiego a lezione o dopo, ora siamo in ritardo"
"non mi interessa, ti conosco da tre anni e non sapevo che avessi queste specie di attacchi di panico, voglio aiutarti"
"non sono attacchi di panico"
"che succede Mattheo?"
"niente, ho solo avuto un giramento di testa e volevo stare in camera mia per riprendermi"
"ok, ricordati che non puoi smaterializzarti e che devi dirmi tutto, proprio come io faccio con te. A proposito non ti ho parlato di come è finita con Aurora. Praticamente ier ..."

Ho iniziato ad ascoltarlo, come facevo sempre. Dio, quanto era egocentrico: ogni cosa, ogni situazione, ogni conversazione me la raccontava come se fosse la cosa più strabiliante del mondo. Era uno degli unici amici che avevo, non potevo perderlo.

Già mi temevano tutti, non potevo restare solo, avevo comunque bisogno di punti di riferimento.
Siamo entrati in classe, scusandoci con la professoressa e prendendo posto.

portami in paradiso | Matteo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora