capitolo 40

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Il senso di colpa mi ha consumata

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MARZO 1998, NARRATOR'S POV

Quella sera Mattheo era ansioso.

Guardò la Mikaelson entrare in sala comune per la cena, ma lei non ricambiò il suo sguardo.

Parlava teso con Robert e Theodor su un'argomento che non gli interessava particolarmente.

La vedeva, era lì sola.

Si chiese che fine avesse fatto Rose, e voltandosi per cercarla la sorprese a fissarlo.

Le sorrise e tornò a concentrarsi sul piatto.

Una volta terminato andò in camera e aspettò.

Passarono le otto e mezza.

Passarono le nove.

Passarono le dieci.

Con mezz'ora di anticipo Mattheo Riddle si smaterializzò al boschetto per evitare di essere scoperto.

E aspettò.

Mai nella vita aveva avuto così tanta ansia.

Arrivarono le undici di sera.

Cominciò a giocare con le lucciole che incuriosite osservavano la scena.

Notò un passerotto e con un colpo di bacchetta gli fece il solletico, divertendolo.

Si perse in queste cose, e fu risvegliato dai suoi pensieri dalle campane che suonavano le undici e mezza.

Una lacrima gli rigò il viso.

Le lucciole gli volarono intorno, illuminandolo e cercando di consolarlo.

Accese una sigaretta e se la portò alla bocca, aspirando il fumo.

Non l'aveva mai fatto lì, lo considerava sacro, ma gli sembrò di toccare il fondo.

La vista si annebbiò e lui si concesse il lusso di piangere.

Si rese conto di quello che aveva perso, per la prima volta ci aveva pensato davvero.

Valentina Mikaelson era andata davvero avanti, doveva farlo anche lui.

Smaterializzandosi in camera sua uscì da essa, bussando alla sua porta.

"mattheo.."

"fammi entrare Rose"

portami in paradiso | Matteo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora