Capitolo 3

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Una di quelle storie che si leggono sui libri, ecco come avrei voluto vivere la mia vita.

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VALENTINA'S POV
Era l'alba, un altro giorno ad Hogwarts stava per iniziare. Mi ricordo che quella mattina ero particolarmente stanca, non avevo voglia neppure di alzarmi dal letto.
Il corpo si faceva pesante sul materasso, rendimi faticoso il risveglio.
"Cazzo sono quasi le otto, devo sbrigarmi" borbottai tra me e me.

Sono scesa da letto, con non so quale forza, vestendomi velocemente e uscendo subito dopo dalla stanza.
Quel giorno c'era il tanto atteso test ma la cosa non mi preoccupava molto: oltre a sapere praticamente già tutto, la sera precedente avevo ripassato il programma con quel Mattheo.

Ho mangiato qualcosa di fretta mentre andavo in aula, ero così di fretta che non potevo neppure concedermi il lusso di una colazione decente.

"buongiorno professore"
"Prenda posto signorina" mi ha risposto frettolosamente.
"Certo" conclusi, guardandomi intorno e sedendomi accanto al mio compagno di studio.

MATTHEO'S POV
"prenda posto signorina" disse il professore.
Eccola, anche se in leggero ritardo.
"Pronto mio caro Mattheo?" Mi domandò affiancandomi.
"E se ti dicessi che questo posto è già occupato?" le risposi.
"Penso che ti oblivierei, così andresti male nel test" disse, sorridendo leggermente.
"Aspetta che fingo di spaventarmi"
"Dai smettila!"
"Siii, siediti stress"
"Stress?"
"Si, sei stressante"
"Come scusa?"

Nel suo volto notai un senso di disorientamento. Probabilmente non aveva apprezzato il mio commento.

"Scherzo dai, dopo quello che hai fatto ieri"
"Ecco appunto"

VALENTINA'S POV
Dopo tutto l'aiuto che gli avevo dato, come poteva chiamarmi stress? Dio che fastidio.
Odio i ragazzi così.

Quando il professore ci fece iniziare la verifica mi sono chiusa in me stessa, concentrando tutta la mia attenzione su ciò che avevo davanti.
Non mi importava più nulla.

Terminato il compito lo consegnai e mi voltai verso Mattheo.

Era così concentrato, mi faceva quasi sorridere.
Passava nervosamente le mani tra i suoi capelli ricci, scompigliandoli e tirandoseli leggermente.
"Cazzo" lo senti sussurrare.
"Ei, aiutino?" Gli chiesi, alla fine mi dispiaceva per lui.
"Si, non so come rispondere alla tre"

MATTHEO'S POV
Nonostante prima fosse stata molto fredda e distante a causa della battuta fatta, ora era disposta a suggerirmi qualche domanda.
Quando finì le sorrisi, consegnai il compito e tornai vicino a lei.

"Grazie, mi stupisci ogni giorno di più Mikaelson"
"Anche tu Riddle" rispose velocemente
"Davvero Valentina?"
"Si Mattheo"
"Stasera uguale?"
"Per cosa scusa?"
"Nulla di che, compiti e qualche chiacchiera se ti va"
"Non penso di aver molto di meglio da fare, proposta accettata"

Detto questo ho deciso di uscire dall'aula e dirigermi verso camera mia, l'unico luogo in cui mi sentivo me stesso al cento per cento. Tra quelle quattro mura potevo diventare chiunque volessi, senza sentirmi addosso il giudizio altrui.

"ehi" ho sentito dire da una voce leggera poco lontana da me.
"ma" ho risposto incerto, non avevo capito chi fosse.
"vieni" continuò, arriva da dietro l'angolo quindi decisi di seguirla.

Era strano.
Quella voce mi annebbiava la mente, era come se riuscisse a controllarmi in qualche modo.
Ma ogni volta che arrivavo a lei, si era spostata al corridoio successivo.
Senza fare il minimo rumore.
Ero nato curioso, volevo assolutamente scoprire chi fosse a farmi quella specie di scherzo.
In fondo, mi divertiva.

Ho camminato per un po 'finché non sono giunto fuori dalla scuola.
Lì la voce svani nel nulla.

Mi sono sentito completamente perso, era stato solo una perdita di tempo?
E se qualcuno mi avesse solamente preso in giro per tutto questo tempo?
Mi sono girato di scatto, indietreggiando velocemente.
Davanti a me si trovava mio padre, o almeno, si trovava la sua immagine.

"E 'solo una cosa mentale, calmati" ho iniziato a ripetermi nella mente, cercando di tranquillizzarmi. Poi ho sentito la sua voce, tuonava forte nella mia testa.

"figlio mio, ti fai ingannare così? Pensavo di aver cresciuto un ragazzino sveglio ma mi sbagliavo"
"smettila padre" ho sussurrato, cercando di non sembrare ridicolo.
"mi temi ancora vero? Patetico"
"non hai il diritto di farmi questo" sibilai, lo faceva da quando ero piccolo, entrava nella mia mente facendomi vedere e sentire ciò che voleva lui.

A un certo punto della mia vita avevo imparato a distinguere la realtà dalle sue immagini, ma era una continua lotta.
Diceva che lo faceva per il mio bene, per prepararmi a ciò che sarebbe accaduto se io fossi divenuto Signore Oscuro al suo posto.

"una semplice voce e ti perdi completamente?" continuò.
"basta cazzo" dissi, mettendomi le mani tra i capelli, cercando di scacciarlo. Solo una volta nella mia vita ci ero riuscito, ma da quel giorno, non era più successo.
"sei cosi debole figlio mio, non sarai mai come me."

Iniziava a girare tutto intorno a me. Le immagini di Lui e del paesaggio si mischiarono, facendomi perdere il controllo della realtà.

Anche se era proibito, decisi di smaterializzarmi in camera mia dove mi sdraiai immediatamente sul letto, devastato.

Breve, ma intenso.

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spazio autrice: capitolo un po' corto😓
lasciate una stellina se vi piace! grazie💗

portami in paradiso | Matteo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora