capitolo 8

5.7K 178 247
                                    

Era solo caos quando stavamo insieme, ma mi piaceva

-

Siamo usciti dalla Sala grande con dieci minuti di anticipo, mi sembrava di vivere un sogno.

"passeggiata tranquilla giusto?" ho cominciato a dire, cercando di iniziare una conversazione.

"ho già pensato a qualcosa io, seguimi"

Detto questo abbiamo iniziato a parlare tranquilli, non sapevo cosa avesse in mente e questa cosa mi rendeva sempre più curiosa.

"eccoci arrivati" mi disse tutto ad un tratto, eravamo davanti a un grande prato.

"che posto è?"

"non è quello l'importante" continuò "ma questo" concluse mostrandomi una bella scopa azzurra.

"Sali che facciamo un giro"

Sono rimasta un po' spiazzata, non me lo aspettavo proprio.

Ma una volta che preso posto davanti a lui, è cambiato tutto.

Il manico è diventato all'istante morbido e invitante e non avevo neppure bisogno di tenermi per stare in equilibrio.

"stai tranquilla, non cadrai, è una scopa con questo potere.. e se dovesse succedere qualche cosa, sei nelle mani di un'esperto" disse ridendo.

E' stata l'uscita più strabiliante che avessi mai fatto.
Abbiamo volato sopra al castello e abbiamo quasi toccato l'acqua del Lago Nero.
Ci siamo diretti in direzione della luna per poi scendere verso i boschi.

"fermiamoci qua" gli ho detto, vedendo una piccola spiaggia nascosta tra le rocce.

Ha fatto voltare il nostro veicolo facendomi scendere nel punto che gli avevo indicato.
Ci siamo seduti sulla sabbia morbida e sottile, la luna illuminava il tutto.

"Fai sempre così con le ragazze con cui esci?"

"E se ti dicessi che di solito non esco con le ragazze?"

L'ho guardato, i suoi occhi color mandorla mi entravano dentro, facendomi venire le farfalle nello stomaco.
Ho sentito che mi prendeva la mano, ma non riuscivo a non smettere di guardarlo.

Mi sono avvicinata a lui, dandogli un piccolo bacio sulle labbra.
Ho rimesso i miei occhi nei suoi, cercando un segno di approvazione, arrivato qualche istante dopo quando mi ha messo una mano tra i capelli, dandomene un'altro.

Non capivo nulla, mi sembrava così irreale, uno di quei sogni che si fanno poco prima di svegliarsi e che ti lasciano l'amaro in bocca.

Ma era la realtà.
In quel momento ero veramente con lui in quella spiaggia.

"Quando la mia squadra prenderà il boccino, scriverò il tuo nome sopra" gli ho detto piano, il luogo era silenzioso.

"Allora non eri dolce solo per la selezione" mi disse sorridendo.

Abbiamo passato la notte ad amarci e a guardare le stelle nel cielo, limpido e sereno, proprio come me.

Mi sono svegliata quando i raggi del sole mi hanno illuminato il viso, accecandomi.
Oliver era li, dormiva ancora.

"Ei dormiglione, muoviti o non tornerai in tempo per gli allenamenti" gli dissi, dirigendomi verso la scopa.

Ho aspettato qualche minuto, il tempo per farlo svegliare e siamo tornati al castello.

Ho saltato la colazione, ero ancora troppo euforica e dovevo assimilare il tutto, quindi sono andata direttamente in aula lezione, dopo essere passata in camera per cambiarmi.

portami in paradiso | Matteo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora