Capitolo 44

9.4K 414 51
                                    

Pov. David

Vidi il corpo di Luise cadere a rallentatore,quasi una scena di un film, e sentí gli occhi lucidi.

La presi fra le braccia prima che potesse cadere a terra e caddi in ginocchio io.

"Luise,Luise svegliati!" tantissime lacrime iniziarono a solcare il mio viso. "Ti prego,cazzo! SVEGLIATI LUISE!" Urlai disperatamente.

Tutto,tutto cazzo, ma non lei.

Preferivo morire io, lei non doveva morire,doveva vivere ed essere felice.

"Svegliati Luise.." sussurrai questa volta,ancora fra le lacrime.

"Ti amo,Luise" poggiai la fronte contro la sua,era fredda e bianca.

"Chiamate qualcuno,cazzo!" urlai ai poliziotti "Abbiamo chiamato soccorso,arriveranno a momenti." mi avvertí un poliziotto avvicinandosi.

Non la smettevo piú di piangere, lei era tutta la mia vita, non potevo vivere senza di lei, non ce l'avrei fatta, sarei morto dentro.

"Ce la fará." cercò di rassicurarmi poggiandomi una mano nella spalla.

"Non lasciarmi Luise.." sussurrai

Sentimmo la sirena dell'ambulanza, scesero di fretta, la alzai da terra e la porsi a loro,salí anche io e per tutto il tragitto strinsi la sua mano.

**6 ore dopo**

Cazzo! Non ce la faccio piú!

"David!" sentí chiamarmi, mi girai e vidi corrermi incontro Sonia,Davide,Giuseppe,Serena,2 ragazze che non conoscevo e i genitori di Luise.

Sonia e Davide corsero verso di me e mi abbracciorono e io,come un bambino, scoppiai a piangere.

PERCHÈ TUTTO A ME? CAZZO.!

"Ce la fará David..ce la fará.." mi incoraggió Sonia.

"La amo troppo,Sonia.Ho paura!"

Sonia stava piangendo, Davide stava una merda, Giuseppe stava piangendo e anche Serena.

I genitori di Luise erano disperati, la madre urlava e il padre, piangendo, cercava di incoraggiarla. La sorella stava piangendo e mi guardò per un istante. Non riuscivo a muovermi, volevo andare da loro e abbracciarli ma non ci riuscivo.

Odiavo gli ospedali da morire, tutte quelle urla,quei pianti di disperazione e dolore.

Lei non poteva abbandonarmi,era tutto ciò che avevo e tutto ciò che volevo.

Avevo giá vissuto questo momento a 14 anni,con mia madre. Ero grande abbastanza per capire ció che stava succedendo e rivivere quel momento era tremendo. Le persone piú importanti della mia vita, le donne che amavo,perchè? Perchè le persone che piú amavo ad un certo punto mi lasciavano?

Ero maledetto io?

Vidi la sorella di Luise,Francesca,venirmi incontro e mi abbracció. Continuai a piangere insieme a lei, i vestiti bagnati dalle lacrime e gli occhi ormai consumate.

Era tutto nero.

Non c'erano colori, non vedevo speranza.

Un dottore uscí dalla stanza e tutti ci fiondammo su di lui.

"Come sta? Come sta mia figlia?" urlò disperata la madre.

"Signora n-" non lo feci finire di parlare, avevo bisogno di sapere come stava "Come cavolo sta?!?" urlai. Il dottore sospirò si levò gli occhiali e mi squadró.

"Sarò piú chiaro possibile.. La signorina non sta bene, non sappiamo quando si riprenderá ne se si riprenderá. Il colpo non le ha colpito un punto delicato fortunatamente, ma esso è stato comunque brusco e ha avuto i suoi effetti.. Al piú presto avremmo altre notizie.."

Un amore inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora