Capitolo 23

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Louis' POV.

Francis si mise velocemente seduta, gettò le gambe oltre il materasso e afferrò la mia maglietta da terra per poi infilarsela e tirarsela fino alle cosce per coprirsi.

Le sue dita tremanti andarono subito a sistemare un'inesistente ciocca di capelli – troppo corti per far sì che gli dessero realmente fastidio – dietro l'orecchio destro, tamponando poi delicatamente con i polpastrelli.

«Hey.» sussurrai, appoggiando una mano sopra la sua, posata sulle sue gambe, per tranquillizzarla. «N-non volevo...»

Francis chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.

«Qualunque cosa sia, puoi raccontarmela.» la rassicurai. «E qualunque cosa dovesse essere, non cambierà mai la mia opinione su di te né... il ruolo che hai nella mia vita.»

«Che ruolo ho, nella tua vita?» mi chiese con un filo di voce, e poi i suoi occhi si posarono su di me.

Fondamentale.

Sì, era esattamente quello il termine che mi veniva in mente ogni volta che mi ritrovavo a pensare a lei.

Avremmo dovuto considerarci realmente insieme? Intendo, come una coppia?

Insomma, che significava essere una coppia? Potevo giurare che né io né lei conoscevamo fino in fondo il significato di quel sostantivo, così come tutto quello che ne conseguiva. L'unica cosa che contava era come ci sentivamo quando trascorrevamo del tempo insieme: io mi sentivo sereno. Compreso. Come se finalmente la mia vita avesse acquisito un significato.

«Importante. Un ruolo... davvero importante.» fu tutto quello che riuscii a dire infine.

Esternare i miei sentimenti era una cosa su cui ancora avevo molto da lavorare.

Francis abbassò nuovamente lo sguardo sulle sue mani, ora unite sulle sue gambe.

«È che...» cominciò, poi prese un lungo respiro e scosse la testa. «È davvero complicato e molto, molto doloroso.»

Quelle parole, ed il tono che usò mentre le diceva, mi arrivarono dritte in mezzo allo stomaco.

«D'accordo.» allungai le dita ad infilargliele tra i capelli. «Va bene. Non sei obbligata a farlo.»

Provai ad abbracciarla, per farle capire che le ero vicino, ma Francis mi bloccò subito, portandosi indice e medio prima all'occhio destro e poi al sinistro per togliersi le lenti a contatto e poggiarle sul comodino. A quel punto, i suoi occhi chiari – illuminati quasi a giorno nonostante la luce soffusa della luna che filtrava dalle tende fini – si fissarono nei miei.

Aveva appena iniziato a mettersi a nudo.

«Ti ricordi quella sera, quando ci eravamo appena conosciuti, dove tu mi hai detto che non avevi mai avuto una vera e propria relazione? Una fidanzata?» mi chiese, e quella domanda, inizialmente, mi colse di sorpresa.

Mi limitai ad annuire e Francis fece lo stesso, leccandosi le labbra secche.

«Io ti avevo risposto che eravamo molto simili, in questo senso.» proseguì. «In effetti, se la tua prima volta era stata con una prostituta così come tutte le altre, la mia fu un po' diversa.»

Corrucciai la fronte quando vidi la sua incrinarsi e i suoi occhi diventare più cupi.

«Più che altro, non richiesta.»

Il respiro mi si fermò a metà percorso, esattamente al centro del petto, senza raggiungere i polmoni. Lo trattenni per qualche secondo ancora, aspettando che continuasse, che dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, mentre sentivo la mia mano destra chiudersi a pugno per il nervoso.

Hiraeth||Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora