Capitolo 10

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Francis' POV.

Song: Don't go -Yazoo

Le frange del mio vestito svolazzavano a tempo con la musica, quella sera; l'enorme ventilatore posto sul fondo del palco non aveva nessun altro scopo all'infuori di quello, a parte replicare una famosissima scena di un film di ormai parecchi anni fa.

Solo Louis, ovviamente, ne notò la somiglianza. Il resto era troppo occupato a urlare selvaggiamente ogni qual volta l'aria mi sollevava il vestito, scoprendomi il sedere.

«Tango & Cash. Sul serio?» mi disse con una mezza risata mentre mi sedevo a cavalcioni sulle sue ginocchia, una volta nella stanza rossa.

Sbuffai una risata che nascosi nel collo di Louis per non farmi vedere dal solito bodyguard che sorvegliava la sala.

«Credevo che non ce l'avrei fatta, stasera, a portarti qui.» sussurrò Louis, dopo essersi goduto qualche bacio sul collo, appoggiandomi le mani sui fianchi.

Non appena ero scesa dal palco, un uomo sulla quarantina mi aveva agguantata immediatamente e fatta sistemare tra le sue gambe. Avevo visto subito con la coda dell'occhio Harry – il mio bodyguard personale – allarmarsi; era a conoscenza del mio piano con Louis, ma purtroppo non poteva fare nulla per farmi uscire dalle grinfie di quell'uomo senza che ci fosse una motivazione valida.

Ed io – dopo il panico iniziale che mi assalì – gliela fornii, una motivazione valida per essere sbattuto fuori. Appoggiai le mani sopra le sue, inizialmente semplicemente ferme sul mio bacino, e le feci scivolare più su lungo la mia pancia e poi ancora più giù, poggiando un ginocchio sulla coscia dell'uomo, il quale – a quel punto, con una gamba piegata ed una distesa – aveva libero accesso, sia con gli occhi che con le mani, al centro esatto delle mie gambe.

Bastò solamente che mi spingessi un poco più avanti con il bacino per scatenare il testosterone del quarantenne davanti a me, che se ne infischiò di tutte le regole di sala e mi infilò la sua mano ruvida sotto il vestito, toccandomi sopra gli slip.

«Signore, le devo chiedere di allontanarsi.» aveva detto a quel punto Harry, comparendo al mio fianco. Mi aveva afferrata per il gomito e spinta delicatamente via da quell'uomo, nascondendomi con il suo corpo.

Il quarantenne si alzò subito in piedi, imprecando scontroso; gli aveva appena tolto tutto il divertimento del suo giocattolino. Harry cercò di mantenere la calma e, senza toccarlo, cercò di spingere con il proprio corpo l'uomo verso l'uscita; ma non appena quest'ultimo capì le sue intenzioni cominciò a spintonarlo furiosamente ed io riuscii solamente a vedere il pugno dell'uomo stringersi e dirigersi verso la mandibola di Harry prima lui lo bloccasse e – con un movimento rapido – fece piegare le braccia dell'uomo dietro la sua schiena e lo trascinò fuori. A quel punto Louis approfittò del momento di marasma generale per prendermi per mano e portarmi con sé nella stanza rossa.

L'avevo sempre odiata, quella stanza, ma ultimamente – con Louis – era diventata il nostro luogo sicuro. Una volta che ne avevamo varcato la soglia, Louis smetteva di trattenere il respiro ed io tiravo un sospiro di sollievo. Eravamo salvi, anche per quella sera.

«Già, ho avuto paura anch'io stasera.» ammisi infine con un filo di voce, lasciandogli un bacio sulla pelle liscia dietro il suo orecchio destro.

«Sei stata brava, però.» mi disse poi, mentre le sue dita calde mi solleticavano piacevolmente le cosce.

«Li conosco troppo bene, ormai.» constatai, posando le labbra al centro esatto del suo petto, allargandogli la camicia. «So come farli uscire di testa.»

Rialzai il viso per allinearlo a quello di Louis, e non appena il mio naso toccò il suo entrambi sbuffammo una risata.

«Sei pronta per dopo?» mi chiese quindi, quando mi alzai in piedi per cominciare a spogliarmi.

Hiraeth||Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora