La mattina seguente io e Niall andammo alla caffetteria per cominciare il turno con la sua macchina; adoravo quando avevamo il turno insieme anche per questo motivo. Nonostante ciò, quella mattina non ero proprio dell'umore adatto per scherzare con lui come al solito, e Niall se ne accorse subito.
«Francis.» mi chiamò dopo due minuti in cui parlava da solo ed io guardavo fuori dal finestrino. «Francis.»
Mi voltai la seconda volta che disse il mio nome e cercai, inutilmente, di rivolgergli un sorriso.
«Ti ho chiamato quattro volte di seguito.» osservò, corrugando la fronte. «È tutto okay?»
«Sì, certo.» risposi, cambiando canale della radio solamente per fare qualcosa.
«No, non è vero.» insistette, spegnendo del tutto l'apparecchio elettronico. «Che è successo al Black Hole?»
«Niente di diverso rispetto alle altre sere.» risposi in modo secco, sperando che ponesse fine alla conversazione.
«Francis.» sospirò lui. «Perché non...»
«Non mi dire che devo lasciare quel lavoro adesso, Niall.» mi voltai verso di lui.
«Perché no? Perché sai che dovresti farlo?» osservò. «Posso aiutarti io, in qualche modo faremo ma non serve che tu...»
«Tu non capisci.» dissi tra i denti, scuotendo la testa.
«No, hai ragione.» ribatté a quel punto lui. «Non capisco.»
Come finì di parcheggiare l'auto, scesi dal veicolo e mi affrettai verso l'entrata del bar, estraendo le chiavi dalla borsa.
«Perché non vuoi lasciarti aiutare?!» esclamò Niall correndomi dietro. «Siamo amici, cavolo! È questo che fanno gli amici, si aiutano a vicenda!»
«E si proteggono, anche, a vicenda.» sbottai, voltandomi verso di lui. «Ed è quello che sto facendo con te, Niall.»
Il ragazzo davanti a me chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.
«Non posso farti entrare in questo.» dissi, alzando una mano per accarezzargli la guancia. «Apprezzo il gesto e... tutto quello che, inconsapevolmente, fai per me ogni giorno. Ma questo... non posso lasciartelo fare.»
«Non stai bene, Francis.» cercò di convincermi lui, sottovoce.
«Non lo sto da un po', ormai, Niall.» ammisi a me stessa, con la voce rotta.
Il sospiro profondo e rumoroso del mio amico fece sospirare anche me.
«Vieni qui.» mi disse, allungando un braccio per tirarmi a sé e stringermi forte.
Appoggiai la guancia al suo petto e ricambiai la stretta a mia volta, sforzandomi in tutti i modi di non piangere ancora. Quella mattina mi ero svegliata con tutti i muscoli del viso doloranti a causa di tutte le lacrime che avevo versato quella notte. Niall sciolse l'abbraccio solamente per prendermi la faccia tra le mani, accarezzarmi le guance con i pollici e guardarmi dritta negli occhi.
«Mi dispiace molto per quello che stai passando e mi dispiace non poter fare nulla per alleviarti un po' il carico.»
Qualcuno che si schiarì la gola, alle spalle di Niall, mi impedì di dare una risposta alle sue parole. Il ragazzo davanti a me si voltò, lasciando scivolare le mani via dal mio viso ed io guardai nella sua stessa direzione nello stesso momento. Louis era in piedi a qualche metro da noi; le mani infilate nelle tasche di un paio di jeans scoloriti e solamente una felpa rossa a coprirlo.
«Ho interrotto qualcosa?»
Niall lo guardò confuso, poi si voltò verso di me con un punto interrogativo stampato in piena faccia.
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Hiraeth||Louis Tomlinson
FanfictionQuando ti ritrovi nel posto sbagliato al momento sbagliato, durante un brutto periodo della vita, è facile scegliere la via più semplice per non lasciarsi morire. Così si potrebbe riassumere la vita di Louis, che non ha certezze sul presente, ignor...