Capitolo 18

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Francis' POV.

La pressione forte di quelle dita ruvide e pesanti era così intensa attorno alla mia bocca da bloccarmi l'intera mandibola. Anche respirare mi veniva difficile; difatti, oltre ad avere una mano a coprirmi la bocca affinché non fiatassi, il braccio sinistro del mio aggressore premeva a fondo sul mio sterno, obbligandomi così a fare dei respiri corti e veloci.

Indietreggiammo di qualche passo e la schiena dell'uomo alle mie spalle aderì completamente al muro del corridoio.

«Non provochi più adesso, uhm, Francis?»

I miei occhi si spalancarono di colpo: conoscevo quella voce.

Prima era successo tutto così velocemente che mi era stato impossibile identificare immediatamente chi fosse l'uomo che mi stava facendo questo. Pensavo che mi avessero trovata, che fossero venuti a prendermi – perché l'avrebbero fatto e non avrei potuto evitarlo – ma speravo non così in fretta. Adesso, però, che a mente più lucida avevo riconosciuto la sua voce, sapevo perfettamente chi fosse l'uomo alle mie spalle; la sua stazza e le braccia muscolose che riuscivo a scorgere con la coda dell'occhio non facevano altro che confermare la mia teoria.

«Wow, sei sexy anche così, Rivera...» riprese, e con la mano libera mi strinse un seno nel palmo. «Completamente vestita e con il tuo culo contro il cavallo dei miei pantaloni.» spinse il bacino maggiormente in avanti così da strusciarsi disgustosamente contro di me.

Quel gesto mi fece venire il voltastomaco in un attimo e non riuscii più a trattenere le lacrime che scorsero lente fino alla sua mano forte.

«Rivoglio i miei soldi, piccola. I soldi che ti sei fottuta senza neanche concederti.» sussurrò contro il mio orecchio. «Questo si chiama rubare, lo sai, vero?»

Serrai forte le palpebre nel momento in cui con uno strattone mi riportò la mia schiena più vicina al suo petto.

«Quindi sei anche ladra, oltre che puttana.»

La sua mano libera scese dal mio petto, lungo tutta la mia pancia. Lo fece in modo così lento e delicato che fu più straziante di quanto non lo sarebbe stato se l'avesse fatto in modo rude e incivile. Sentivo i suoi occhi guardare le sue dita scivolare lungo il mio corpo in modo attento ed eccitato, fino a quando la sua mano non si infilò gradualmente all'interno dei miei pantaloni.

Lo sentii espirare disgustosamente a fianco al mio orecchio, mentre io ingoiavo a fatica il groppo che avevo in gola insieme alla rabbia. Tutte le lezioni di autodifesa che avevo seguito – e continuavo a seguire ogni settimana – non servivano a nulla; mi paralizzavo, completamente, ogni volta che mi trovavo in situazioni simili.

«Uhm, sento che la cosa sta eccitando anche te...»

Non poteva che essere più lontano dalla verità; tutto quello che stava succedendo mi aveva rovesciato lo stomaco sottosopra, tanto che avrei potuto vomitare contro la sua mano nel giro di secondi. Se il mio corpo mostrava il contrario, era solamente per il momento vissuto con Louis pochi minuti prima, che adesso – però – mi sembrava quasi fosse trascorsa una vita.

«Le voci che giravano lo dicevano, che ti piaceva violento... che la violenza ti eccita...»

E fu lì, in quel momento, quando le mie orecchie sentirono quelle parole raccapriccianti e ripugnanti, che il mio corpo e la mia mente persero la staticità e cominciarono a reagire.

Approfittai del fatto che tutti i suoi sensi furono attirati e concentrati sul movimento delle sue dita all'interno dei miei pantaloni per aprire di colpo la bocca ed infilare gli incisivi nel palmo della mano con cui ancora mi copriva le labbra. Non riuscì a trattenere l'urlo di dolore che si propagò ed echeggiò per tutto il corridoio del locale, e – una volta che la presa attorno al mio corpo fu allentata – sfruttai questo vantaggio per uscire dalle sue grinfie. Riuscii a guadagnare qualche metro soltanto, però, prima che Frank mi afferrasse nuovamente, questa volta racchiudendo le dita attorno al mio collo e spingendomi con tutte le forze ad indietreggiare fino a che la mia schiena e la mia testa non entrarono violentemente in contatto con il muro di cemento.

Hiraeth||Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora