Capitolo 14

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Francis' POV.

I fasci di luce in continuo movimento, le grida acute, cariche di adrenalina, che si facevano spazio tra la musica ad alto volume di tanto in tanto ed il profumo di frittelle mischiato a quello dello zucchero filato accompagnavano me e Louis in quella fresca serata autunnale.

Avevo sempre amato i Luna Park.

Mio padre mi ci portava sempre quando ero piccola, la domenica pomeriggio; la mamma non voleva, aveva sempre paura che potesse succedermi qualcosa, ma lui mi ci portava di nascosto. Era il nostro piccolo segreto.

Le diceva sempre che andavamo a prendere un gelato, e poi, mentre mi metteva il berretto in testa, mi faceva l'occhiolino. Da quel momento in poi, la parola "gelato" era diventata la nostra parola in codice. Questo prima che perdesse la testa. Prima che succedesse una catastrofe dopo l'altra. Quando ancora vivevo una vita felice e spensierata, e non avevo la minima idea di quello che avrei dovuto affrontare solo qualche anno dopo.

«Quindi, fammi capire, il periodo del ciclo corrisponde alla vostra settimana di riposo?» Louis mi portò bruscamente alla realtà.

Mi strinsi nella mia felpa mentre prendevo un lungo respiro, cercando di scacciare i pensieri brutti e malinconici che ero riaffiorati quella sera; non ero mai più andata al Luna Park, senza mio padre, da quell'ultima volta di tanti anni fa. Ricordo ancora, come fosse ieri, gli abiti che indossava lui quel giorno: un maglioncino marrone e dei pantaloni neri.

Avrei già dovuto capire, da quel giorno, da quell'esatto momento in cui – mentre vorticavo nella mia navicella spaziale, con le braccia in alto, ridendo euforica – i miei occhi lo cercarono, come ogni volta, ma quel giorno lui, piuttosto che guardarmi ridendo ed alzando le braccia in aria, teneva le mani in tasca e lo sguardo perso nel vuoto. Avrei dovuto capirlo già da allora, ma purtroppo ero solo una bambina di dodici anni che ancora credeva che niente e nessuno avrebbe potuto far del male ai propri genitori. Che fossero invincibili.

Eppure, nonostante tutti i figli continuino a crederli intramontabili, arriverà un giorno in cui scopriranno che non sono immuni dalle malattie, dalle depressioni o dalle dipendenze. Che sono fatti anche loro di carne e che hanno delle debolezze, esattamente come tutte le altre persone.

«Non abbiamo il giorno di riposo durante la settimana, e ce li concentrano tutti concedendoci la settimana in cui siamo indisposte.» risposi a Louis, cercando di pensare ad altro. «Non serviamo a molto in quel periodo del mese. Perché ti sembra una cosa così strana?»

«Boh, non lo so.» scrollò le spalle, rigirandosi il bastoncino di legno ricoperto di un'enorme nuvola azzurra di zucchero filato. Ne prese una manciata, buttò indietro la testa e se la infilò in bocca. «Quindi hai cinque/sei giorni di ferie?»

«Dal Black Hole sì.» annuii. «Ma di giorno lavoro sempre alla caffetteria.»

«Sì, però sei libera la sera.» mi sorrise Louis, facendo fuoriuscire la punta della lingua per pulirsi un angolo della bocca su cui era rimasto dello zucchero filato. «Cinque sere in cui possiamo finalmente fare le cose per bene e con tranquillità.»

Dopo che la sera precedente era corso al mio appartamento con un temporale in corso, aveva detto le sue ragioni ed io le mie, eravamo giunti alla conclusione che nessuno dei due conosceva a pieno l'altro e che, quindi, forse era arrivato il momento di frenare un po' e fare le cose con calma. Quindi, stavamo ricominciando da capo: due persone sconosciute escono insieme per conoscersi meglio. Non era un appuntamento, era solo... usciamo insieme e vediamo che succede. Solamente, quello che – a mio parere – risultava difficile per due persone come noi, era il "raccontarsi".

Tra le fasi della conoscenza tra due persone c'è senza dubbio lo step "io ti parlo di me e della mia vita, tu mi parli di te e della tua vita"; ma, sinceramente, tra me e Louis non riuscivo a capire chi fosse il più chiuso ed enigmatico dei due. Sapevo che non gli avrei parlato facilmente e con disinvoltura del mio passato esattamente come sapevo che non l'avrebbe fatto neanche lui; quindi, forse, i nostri buoni propositi del conoscerci erano un fallimento e una vera e propria presa in giro fin dall'inizio.

Hiraeth||Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora