Francis' POV.
Il rumore di alcune stoviglie che venivano riposte, seguito da un profumino di qualcosa di dolce che veniva cucinato, fu il mio risveglio di quella mattina. Aprii prima un occhio e poi l'altro, cercando di abituarmi al chiarore della stanza.
Il letto alla mia destra era vuoto ed un'imprecazione sussurrata tra i denti, proveniente dalla cucina, mi confermò il fatto che Louis era sveglio e che si fosse appena scottato con qualcosa.
Allungai le braccia, stiracchiandomi per bene, e un sorriso spontaneo si formò sulle mie labbra al pensiero della notte appena trascorsa con Louis. Avevamo chiacchierato, fatto l'amore, e baciati continuamente e chiacchierato ancora, in un loop senza fine; almeno fino a quando, tra l'ennesimo sorriso seguito da un bacio, non ci eravamo addormentati.
Sollevai le coperte e buttai i piedi giù dal letto, afferrando la sua maglietta bianca dal pavimento per indossarla; mi portai il colletto sotto al naso, inspirando a pieni polmoni, con un sorriso da ebete stampato sulle labbra, il suo profumo che in quel momento sovrastava quello di cibo proveniente dalla cucina.
Dopodiché, camminai scalza, in punta di piedi, verso l'uscita della camera; Louis, di spalle, si trovava ai fornelli. Anche lui scalzo, con solo dei pantaloncini sportivi addosso, rigirava con una paletta qualcosa nella padella mentre aveva l'indice della mano libera – mi accorsi solo quando feci qualche passo verso di lui – infilato in bocca.
Riuscii a fare meno rumore possibile e arrivai alle sue spalle senza che lui se ne accorgesse; a quel punto, infilai le braccia sotto le sue ascelle e lo abbracciai da dietro, appoggiando la guancia contro la sua schiena. Percepii Louis trattenere il respiro per il contatto inaspettato, ma poi sentii il suo corpo rilassarsi e sbuffare una risata.
«Buongiorno.» disse, lasciando la paletta sul ripiano della cucina per girarsi verso di me e portarmi al suo petto.
«Buongiorno a te.» risposi a mia volta, e Louis, sorridendo, unì le sue labbra alle mie per darmi un bacio. «Non sapevo sapessi cucinare.» osservai, spostando lo sguardo sul ripiano alle sue spalle.
«Infatti non so farlo.» realizzò lui, nello stesso momento in cui vidi qualcosa che dovevano essere della specie di pancake con delle forme molto strane, cucinare a fuoco lento. «Mi sono anche bruciato un dito.» aggiunse mostrandomi il polpastrello arrossato dell'indice che poco prima aveva tra le labbra.
«Ooooh.» cantilenai, apprensiva, lasciandogli qualche bacio delicato sul punto arrossato.
Louis seguì i miei baci con gli occhi, e un sorriso spontaneo si allargò immediatamente sulle sue guance. Poi, il suo sguardo percorse ogni centimetro quadrato del mio corpo, esaminando come mi stava la sua maglietta addosso per poi fermarsi sulle mie gambe nude per qualche secondo prima di riportare gli occhi nei miei.
Ricambiai il sorriso che mi rivolse fino a quando non cominciammo a sentire odore di bruciato.
«Oh, merda!» imprecò Louis, spegnendo velocemente i fornelli. «Vedi, mi hai distratto e ho bruciato gli ultimi pancake!»
Scoppiammo entrambi in una fragorosa risata e Louis agguantò il piatto stracolmo di pancake già pronti per portarlo in tavola, dove sopra la tovaglia a scacchi rossa erano già presenti una spremuta d'arancia, del tè e dello sciroppo d'acero.
«Sei andato a fare la spesa questa mattina.» osservai sedendomi davanti a lui. «A che ora ti sei svegliato?»
«Presto.» mi rispose lui, poggiando il piatto in mezzo al tavolo per poi sedersi a sua volta. «Non ho dormito molto questa notte.»
I nostri sguardi si incrociarono immediatamente, ma io lo distolsi subito dopo. Sicuramente, la sua insonnia era dovuta a tutte quelle cose che gli avevo vomitato addosso, tutte insieme, nel giro di pochi minuti.
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Hiraeth||Louis Tomlinson
FanfictionQuando ti ritrovi nel posto sbagliato al momento sbagliato, durante un brutto periodo della vita, è facile scegliere la via più semplice per non lasciarsi morire. Così si potrebbe riassumere la vita di Louis, che non ha certezze sul presente, ignor...