-Capitolo 13-

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T/N's pov

<<Non mi interessa cosa ti sembro o cosa pensi, togli sto pugnale, sennó non riesco a rigenerare >> disse tossendo sangue.

Io estrassi il pugnale insanguinato buttando a terra.

<<Non so cosa ci faccio con qualcuno come te >> sussurrai con gli occhi lucidi.

<<Tu mi appartieni se non hai capito>> mi disse assottigliando lo sguardo.

<<Ha ha ha divertente >>

<<non sto scherzando, il tuo destino è segnato, appartieni a me, a nessun altro, sei di mia proprietà, posso farti tutto ciò che voglio>>

<<e quando avresti deciso tale cosa?>> chiesi.

Guardai alla mia destra nel frattempo notai che Christa e Ymir se n'erano andate.

Levi mi spinse contro il muro con violenza.

<<Ma che cazzo ti è preso da un momento all'altro?! Ti dico una cosa e inizi a dire cose senza senso>>

Lui man mano lasció andar la presa e cadde a terra in ginocchio.

<<sono stanco >> sussurró lui come se avesse già accettato ciò che fosse, ciò che era destinato ad essere.

Mi abbassai al suo livello e gli misi una mano sulla spalla.

<<Uccidimi >> mi disse guardandomi.

<<Levi? >> chiesi.

<<continuo a nascondere ciò che provo davvero, e poi scoppio per le piccole cose, sono sempre nervoso ma continuo ad indossare una maschera, perché tutti dicono di mostrare chi sono davvero, ma la gente lo vuole solo se il mio comportamento rientra nei limiti della società di oggi>>

<<Appunto continui a nascondere ciò che provi, perciò che ne dici di raccontarmi il tuo passato? >> chiesi gentilmente.

Lui mi guardó per un attimo, non oppose resistenza e sospiró.

<<Va bene, non l'ho detto a nessuno, e non so bene perché lo sto dicendo a te ma voglio comunque dirtelo >>

Flashback (Levi's pov)

Come al solito sono nella mia stanza, nella mia buia e solitaria stanza.

Una camera grigia, monotona, con un letto, un comodino e un armadio.

Le notti le passo sempre da solo, ormai ci ho fatto l'abitudine, mia madre non so cosa vada a fare.

Mi dice sempre di non piangere o di non far rumore, per questo motivo restó in silenzio, anche se oggi sono più impaziente visto che compio sette anni.

Entró verso le quattro, con le occhiaie e appena la vidi mi feci scappare un piccolo sorriso.

È una donna bellissima, dai capelli corvini, e sempre col sorriso, ma io so che c'è qualcosa che non va.

<<Tesoro, sei stato bravissimo, per questo ti ho portato un regalo>> disse accarezzandomi il volto.

<<Davvero mamma? >>

Mi mostró un libro illustrato e si sistemò vicino a me.

Ero particolarmente curioso nel vedere i cavalli, e questo libro era praticamente solo su di essi.

<<Ti faccio assaggiare una cosa ok?>> chiese dopo aver finito il libro.

Lei mi porse una tazza con del the dentro.

In questa guerra, tutti siamo delle vittime ❤︎LevixReader❤︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora