Petits moments

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All'udire quella parola e anche per via dello spavento, il cucchiaio gli cadde dalle mani facendolo imprecare.
Era veramente successo o se l'era immaginato?
Sul serio quel ragazzo gli aveva dato il buongiorno? Per giunta con la sua pronuncia francese perfetta!
Kuroo, da inguaribile romantico quale era, non poté fare a meno di pensare che fosse un segno: forse qualcosa si stava smuovendo...
Con lo sguardo incrociò gli occhi di Kenma che ora, dopo la sua reazione, sembravano trasmettere un velo di terrore; che fosse dovuto all'abbraccio disperato della notte precedente? O proprio a quel buongiorno detto in modo così naturale e spontaneo?
Non lo sapeva ma non avrebbe permesso per alcun motivo che quel momento venisse rovinato.
< Buongiorno anche a te! Hai fame? Ho preparato i waffles>
< Tu?> domandò incredulo
< E ancora non hai visto niente> rispose di rimando facendogli l'occhiolino ed offrendogli il piattino della colazione mentre Kenma si strozzava con la sua stessa saliva e il vento colpiva incessantemente la vetrata della finestra.

Zeffiro dopo aver visto quel buongiorno a casa del moro e aver atteso un po', decise che era giunto il momento di far capolino anche nelle altre case, specialmente in quella dell'altro ragazzo moro.
Così, ancor più  felice di com'era  arrivato, voló tra le strade di Parigi per poi fermarsi bruscamente, come testimonió il colpo che diede alla finestra, ed osservare la scenetta che si stava svolgendo al suo interno  e che era decisamente meno interessante dell'altra appena vista.
Stavano semplicemente cucinando e, per quanto il vento lo ritenesse un cliché, dovette ammettere che non era per nulla soddisfatto ma rimase comunque lì: se non fosse sbocciato da solo l'amore, lui avrebbe fatto di tutto affinché si verificasse il contrario.

<Tadashi per l'ennesima volta: è tutto perfetto> ripeté nuovamente la ragazza mentre osservava il suo interlocutore che, se possibile, era ancora più in ansia del solito.
< Sei sincera Yachi? Insomma deve essere perfetto!>
< Sì sono sincera ma...>
< Ma?!> domandò mentre la sensazione che qualcosa fosse fuori posto lo incupì maggiormente
< Perché tutto questo? Insomma il tuo ragazzo è venuto altre volte, no?>
< Sì sì ma ancora non stavamo insieme>
La ragazza fece spallucce per poi mandare un messaggio, senza farsi vedere, a Kenma ed allontanarsi dal suo responsabile che oggi era decisamente troppo ansioso per i suoi gusti.

< Allora?>
< Sono molto buoni ma non ti vantare: non ci vuole chissaché per farli> rispose Kenma per cercare di tornare  freddo come sempre
< Ah sì?>
< Che c'è adesso?>
< Fanne uno, ora>
< Eh? N-no>
Vide Kuroo sorridere di fronte alla sua insicurezza decisamente malcelata ed afferrare la padella e porgergliela.
Kenma che, sin da quando era piccolo odiava cucinare, si morse l'interno della guancia per poi afferrare lo strumento.
In fondo, non sarebbe stato così complicato no?
< Ah, dimenticavo> disse Kuroo attirando la sua attenzione< la ricetta la so a memoria quindi dovrai farla senza>

Lo vide spalancare gli occhi a quella frase per poi sbuffare e dire < Non li so fare>
< Ah sì?> lo prese in giro per poi dargli una leggera spinta il moro < vuoi che ti insegni?>
< La prossima volta> disse per poi sedersi e continuare a fare colazione per poi aggiungere < e comunque sono waffles ordinari>
< Ah...> disse tristemente Kuroo per poi iniziare a chiedergli cosa non andasse mentre camminava avanti ed indietro per la cucina finché non si sentì afferrare la felpa e si fermò.
< Scherzavo Kuroo, scherzavo>
Sorrise il moro per poi tornare nuovamente a mangiare sotto lo sguardo sorpreso e divertito di Kenma che, senza rendersene conto, sorrise e fece uscire dalla sua bocca quella domanda
< Dove hai imparato a cantare?>
< Pouquoi? Aimez-vous ma voix?
( Perché? Ti piace la mia voce?)> domandò sornione l'altro consapevole di un nuovo rifiuto ma, contro ogni sua previsione, le guance del più piccolo  presero colore mentre si strozzava nuovamente per la seconda volta nella mattinata.

< Woah! Akaashi sei pazzesco!>
< Non è niente di che Bokuto-san, davvero>
< Invece sì! Perfino i colori sono più  belli!>
Akaashi rise per poi, dopo aver finito ad apparecchiare, sedersi ed iniziare a mangiare mentre di fronte a lui Bokuto faceva lo stesso.
< Come sono?>
< E me lo chiedi pure? Sono i migliori che abbia mai mangiato ma non lo dire a Kuroo! Sai, sarebbe geloso e ci rimarrebbe molto male>
Akaashi rise per poi osservare  nuovamente Bokuto che sembrava decisamente pensieroso; stava per chiedergli cosa lo turbasse quando improvvisamente si sporse verso di lui e gli passò un dito sulle labbra, facendogli trattenere il respiro.
< Avevi un po' di cioccolata> disse e, come se fosse la cosa più ovvia da fare, si leccò con nonchalance il dito.
Ci volle qualche minuto prima che anche lui, proprio come Keiji, divenisse rosso come un peperone.

Se non ricordava male, questa era la via dove viveva eppure al solito campanello, privo di alcun nome come allora, non rispose nessuno.
Ritentó nuovamente per poi iniziare a dare forti colpi alla porta, così potenti da svegliare le persone che vivevano dall'altra parte della strada.
Sbuffò infastidito per poi allontanarsi da lì: era opportuno non farsi notare.

< Comunque per rispondere alla tua domanda, mi ha insegnato mio padre. Era un professore di lingue ma allo stesso tempo adorava cantare e non appena sentì mia madre intonare una canzone, quella che stavo cantando per l'esattezza, se ne innamorò; ovviamente anche per il suo aspetto e per i suoi abiti>
< Quindi essere romantici fino all'esasperazione è una caratteristica di famiglia?>
< È un pregio di famiglia, sì>
< Sembra una fiaba, insomma storia perfetta e famiglia impeccabile>
< Be' alla fine tutte lo sono no?>
< Forse> si limitò a dire Kenma per poi leggere il messaggio che gli aveva mandato Yachi e ridere
All'udire quel dolce suono, il suo cuore prese a battere all'impazzata e solo una volta essersi calmato gli chiese il motivo di tale risata.
< Yachi mi chiede di darle una mano con Yamaguchi: è ansioso perché il tuo amico gli ha detto che verrà al bar>
< Oddio ci credo! Dobbiamo subito aiutarlo!>
<Eh?! Voi siete matti>
< Siamo romantici cosa che tu non sei>
Kenma avrebbe voluto rispondergli, dirgli che non era così, che lui romantico  fino all'esasperazione ci era stato ma ciò che disse fu l'opposto < e mai lo sarò>
< Vedremo gattino, vedremo >
Kenma scosse la testa per poi alzarsi ed andare in bagno perché, secondo Kuroo, avevano una missione da compiere eppure il biondo non poté  fare a meno di sentirsi felice.






Spero vi piaccia❤
Alla prossima ✍💛

Éloigne-toi, Bonjour, Merci, AdieuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora