Université

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Un sole timido entrò in quella casa andando ad accarezzare, lievemente, i volti dei tre ragazzi che, la sera precedente, avevano pensato bene di dormire tutti sull'unico divano presente in soggiorno.
Il comportamento del sole era nettamente in contrasto con quello della caotica Parigi mattutina che svegliò, senza preoccuparsene, il ragazzo moro.
Akaashi sbadigliò per poi alzarsi e dirigersi in bagno e attuare la solita routine con la differenza che, questa volta, avrebbe preparato la colazione per tre persone invece che per due.
Iniziò così a fare le crêpes visto che era la cosa più veloce da preparare per lui e anche una delizia francese perché be', proprio come Kenma, anche lui era nato in Francia per la precisione proprio a Parigi.
Sì, sua madre incinta aveva convinto il marito a trasferirsi lì in modo tale da partorire nella città dell'amore perché era convinta che, in questo modo, il suo bambino avrebbe trovato sicuramente la sua anima gemella.
Sorrise al ricordo di quella storia che i suoi gli avevano raccontato spesso: quella donna, a volte, era veramente strana. Si stava immegendo nel passato quando la voce, o meglio, l'urlo di Hinata lo fece sobbalzare e, per lo spavento, rovesciò sul pavimento l'oggetto che aveva in mano e il suo contenuto si diffuse sulle mattonelle.
< Nooo, l'impasto per le crêpesss> disse Hinata
< Smettila di urlare, Shoyo> farfugliò Kenma mentre cercava di tornare a dormire
Keiji sospirò: sarebbe stata una giornata molto lunga.

Correva trafelato non curandosi minimamente delle spallate che, per la fretta e la disattenzione, dava alle persone immerse in quel trambusto che era, di prima mattina, Parigi.
Era in ritardo.
Tremendamente in ritardo.
E se non l'avessero fatto entrare?
E se lei non l'avesse più voluto vedere dopo ciò?
E proprio quest'ultimo pensiero gli ferì violentemente il petto: lei non glielo avrebbe mai detto.
Lei non si sarebbe mai potuta sfogare con lui.
Lei non poteva dirgli cosa ne pensava del suo comportamento o di ciò che faceva, adesso, nella sua vita.
Lei non poteva dargli dei consigli su quel ragazzo a cui, volente o nolente, pensava un po'.
No, lui non gliene poteva parlare e mai avrebbe potuto perché sua sorella era in coma; eppure nonostante tutto ciò, Kenma continuava a maledirsi per quel ritardo che nessuno, a parte le regole ferree dell'ospedale, gli avrebbe fatto notare.

Hinata sospirò: non gli piaceva vedere il suo migliore amico in quello stato e ancora, nonostante si conoscessero da molto, non riusciva ad abituarsi.
L'aveva salutato per bene, raccomandandosi di farsi sentire sia per messaggio che per webcam e, ora il piccolo ragazzo dai capelli arancioni, si sentiva in colpa per averlo trattenuto tanto e vane erano state le parole di Keiji nel dirgli che non si doveva rammaricare per ciò.
Sospirò mentre osservava tutta quella gente che, insieme a parenti o amici, aspettava che chiamassero il volo.
Lui era da solo e, un pochino, gli dispiaceva ma come poteva chiedere ai suoi amici di lasciar perdere i loro impegni e di accompagnarlo?
Kenma era andato a trovare la sorella in ospedale saltando anche la lezione universitaria mentre Akaashi, da studente modello quale era, si era recato a seguire i propri corsi in quel campus che, oggettivamente, era immenso.
Scosse la testa e, non appena chiamarono il suo volo, si diresse con un sorriso sul volto a prenderlo: finalmente l'avrebbe rivisto, avrebbe riabbracciato il suo ragazzo.

Continuava ad osservarlo e dolcemente gli accarezzava i capelli mentre si domandava come avesse fatto ad aver avuto tanta fortuna.
Sorrise Kei mentre stringeva a sé il corpo dell'altro ragazzo che dormiva ancora beatamente, in fondo la notte prima avevano riposato veramente poco. Silenziosamente si avvicinò ancora di più a Yamaguchi e, una volta avvicinata la sua bocca all'orecchio dell'altro, parlò
< Bounjour (= Buongiorno)>
< Mmm>
Kei rise alla non-risposta dell'altro che trovò comunque adorabile.
< Non vuoi fare colazione?> chiese, dolcemente, accarezzandogli i capelli
< Oui Oui (= sì sì)> rispose con la bocca ancora impastata dal sonno
Il biondo stava continuando ad osservarlo quando, all'improvviso, l'altro si alzò di soprassalto urlando ' il lavoro, sono in ritardissimo!' mentre, con una velocità che l'altro non gli aveva mai visto, corse in bagno a lavarsi.
< È un disastro! Perderò tutti i clienti lo sento>
Tsukishima rise: insomma, stava continuando a parlare, da solo, e di una cosa non vera così, da bravo fidanzato qual'era, decise di dirglielo.
Senza bussare, entrò in bagno e, alla vista di Yamaguchi nudo in doccia, si leccò le labbra.
< Non ci pensare, Tsukki! Sono in ritardissimo! Sono il capo capisci? È imperdonabile questa mancanza di puntualità!> esordì, subito, il più basso
< Tadashi> provò invano ad iniziare il discorso l'altro ma venne bloccato subito
< Niente ma> continuò, imperterrito, il lentigginoso
< Tadashi, hai il giorno libero oggi>
< Cosa?> chiese, sbalordito, il proprietario del bar
< Ieri sera sul tardi, ti è arrivato un messaggio da Yachi che ho letto... insomma dormivi e mi dispiaceva svegliarti...fatto sta che si è offerta di fare il tuo turno oggi. Quindi, perché non ci facciamo la doccia insieme?>
< Be' se la metti così> rispose sensualmente Yamaguchi mentre prendeva la mano dell'altro
< Lo prendo per un sì> disse Kei per poi fiondarsi sulle labbra dell'altro ed azionare l'acqua.
Sì, era decisamente il miglior risveglio che potesse avere.

Una leggera brezza accarezzava i capelli di quel ragazzo che, lo stesso Zeffiro, riteneva particolari ed unici; insomma, gli era capitato pochissime volte di vedere qualcuno con la chioma bianca e grigia ma mai sollevata all'insù, come quel ragazzo che era in attesa di qualcuno sulle sedie esterne del bar universitario.
< Scusa Bokuto, scusami tanto ma la lezione non finiva mai!> esordì il moro
< Ehy ehy ehy non ti preoccupare Akaashi! Sono arrivato da poco> mentì, spudoratamente, l'altro mentre con galanteria si alzava e spostava un'altra sedia in modo tale che il nuovo arrivato potesse sedersi.
< Grazie mille, anche se non serviva> sorrise
< Be' ecco insomma...è un piacere Akaashi, davvero! Com'è andata oggi?>
< Bene dai, anche se avevo lezione di fisica e tecnica dell'ambiente e il prof è veramente noioso> sussurrò, in modo da farsi sentire solo dal grigio. Insomma erano pur sempre nelle vicinanze dell'università, no?
< Per fortuna sei tutto intero>
< Sì, a te invece come è andata?>
< Non potrei essere più felice davvero! Due anni fa non vivevo così bene l'università e, nonostante la disapprovazione dei miei, sono felice di aver cambiato corso di laurea. Insomma, medicina era bella però se già solo dopo due anni mi sentivo soffocare, come avrei potuto fare tutti quelli che mi mancavano?>
< Secondo me hai fatto bene, davvero: informatica sembra proprio l'ambito perfetto per te. Poi se ti rende felice, meglio ancora, no?>
< Anche tu mi rendi felice Keiji> disse, di getto, Bokuto facendo arrossire vertiginosamente il moro che si limitò ad abbassare il volto, ormai in fiamme.





Ecco finalmente l'altra coppia!
Cosa sarà successo alla sorella di Kenma?
Sì, Hinata torna dal suo Kags 🥺
Tsukki non ne ha mai abbastanza di Yamaguchi ma in fondo come dargli torto? U.U
Nei prossimi capitoli scoprite cosa studiano gli altri personaggi!
Come non amare Bokuto?😍🥺( Disse quella che fa il suo cosplay in versione femminile 🤣)
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Grazie mille per tutto il supporto che state dando a questa storia, siete unici 🥺♥️

Éloigne-toi, Bonjour, Merci, AdieuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora