Yuki

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< Ok, questo era l'ultimo ed è arrivata anche Yachi per darmi il cambio.> disse rivolto al ragazzo che lo aveva aspettato tutti quel tempo
< Allora andiamo? > chiese Kei che aveva passato tutta la mattinata in quel bar, deciso a riaccompagnare il più basso.
< Sì>
Camminavano in silenzio verso la casa del cameriere consapevoli che, di lì a poche ore, sarebbero dovuti riuscire insieme.
Il vento abbracciò i ragazzi felice che, finalmente di lì a pochi minuti più tardi, sarebbe scoppiato l'amore e non si curò del fatto che avrebbe sicuramente ricevuto degli insulti da parte del biondo.
Eppure, il vento si dovette ricredere: Kei non disse nulla se non < Ti piace proprio tanto il vento, eh ?>
< Moltissimo Tsukki! A te no, vero? >
< Be', forse tu potresti farmelo piacere, sai?> gli rispose mentre gli cingeva con un braccio la vita
L'altro lo lasciò fare perché be' non gli dispiaceva, anzi!
< Senti...mi dispiace che Kuroo si sia comportato così. Gli dico sempre di non chiamarmi in quel modo ma è una battaglia persa> riprese, poi, il biondo
< Non è un problema davvero! Insomma siete amici quindi non vedo perché non ti possa chiamare così >
< Qualcuno qui è geloso?>
< Di Kuroo? Sei serio? Me l'avrai ripetuto un sacco di volte che siete amici>
< Hai ragione... però vedi: è diverso quando lo pronunci tu. Poi non è vero che non mi piace, fin da quando me lo hai dato l'ho adorato>
< Seriamente? Ma eravamo così piccoli!>
< E tu eri già adorabile, chéri >
Zeffiro soffiò e felicemente ricordò il giorno in cui i due ragazzi si erano conosciuti.

Era estate e una felice famiglia giapponese aveva deciso, proprio quell'anno, di passare le vacanze estive a Parigi e, proprio in quel momento, si trovava seduta sulle sedie del bar Les Deux Margot.
Una cameriera dai lunghi capelli verdi, raccolti in una treccia alta, prese la loro ordinazione poi, con un sorriso sincero, si diresse all'interno del bar.
Poco dopo ritornò a quel tavolo e porse gentilmente le bevande alla famiglia.
< Grazie mille > disse Kei
< Tesoro, siamo in Francia: non parla la nostra lingua> gli disse gentilmente la madre
< Prego, è un piacere!> rispose la cameriera e, Tsukishima, rimase incantato dalle numerose lentiggini che le ricoprivano il volto
< Mi scusi tanto, non volevo essere scortese però vede non pensavo che parlasse la nostra lingua> disse la madre del biondo
< Non si preoccupi: non lo è stata. Ho sposato un uomo giapponese così ho voluto imparare la sua lingua natia>
< Capisco>
< Maman, maman >
Tutti si girarono verso la voce e videro un grazioso bambino che, a prima vista, poteva avere la stessa età di Kei o poco meno
< Tadashi, non si saluta?> lo rimproverò la mamma
< Salut > disse, timidamente, il ragazzo mentre con circospezione si avvicinava al tavolo
< Cosa hai detto? > domandò il biondo
< Ho detto mamma e poi ciao>
< Io sono Kei Tsukishima> riprese l'altro porgendogli la mano
< T-tadashi. Tadashi Yamaguchi> disse il lentigginoso per poi stringere, con timore, la mano dello sconosciuto.
E, dopo quel giorno, la famiglia di Kei andava sempre in quel bar e i due bambini, prima estranei, divennero a poco a poco inseparabili finché, sfortunatamente, l'estate finì e, con essa, anche la permanenza del biondo. L'anno successivo ritornarono sempre a Parigi e i due si rividero e recuperarono il tempo perduto.
Kei così scoprì che Yamaguchi aveva vissuto, sin da quando era nato, in Francia poiché il padre aveva ereditato il bar di famiglia e la madre aveva deciso, con piacere, di rimanere nella città dell'amore.
Inoltre, grazie alle lezioni del lentigginoso, il biondo iniziò ad imparare un po' di francese e, di anno in anno, faceva progressi.
Si scambiarono i numeri e spesso uscivano ed andavano a giocare a pallavolo nella piazzetta di Furstenberg.
Questa routine andò avanti anche per le vacanze successive finché, a casa di Kei in Giappone, arrivò una chiamata che tolse il respiro a tutti: la mamma di Tadashi stava per morire.
Di corsa la sua famiglia era andata a Parigi perché, il biondo, non era l'unico che si era affezionato a quei francesi: si poteva dire che la madre di Tsukishima e quella dell'altro fossero diventate migliori amiche.
Tadashi, in quel periodo, era irriconoscibile: era dimagrito, parlava e dormiva poco, non si muoveva dal letto della madre perché temeva che non appena si fosse allontanato, lei l'avrebbe abbandonato.
Kei gli rimaneva vicino cercando, come poteva, di tirarlo su di morale ma invano.
Era una giornata più fredda delle altre e nevicava.
Tadashi e Kei osservavano, dalla coperta stesa sul balcone, insieme alle rispettive madri, i piccoli fiocchi scendere dal cielo.
< Maman, sono così belli> disse sorridendo
< Sì, Tadashi> rispose tra le lacrime la donna
< Maman perché piangi?>
< Maman è felice, Yamaguchi>
< Perché, maman?>
< Perché ho tutto quello che desidero. Vieni qui, così mamma ti canta la tua ninna nanna preferita>
E, senza farselo ripetere due volte, si tuffò tra le braccia della madre mentre il padre si sedeva vicino a loro
<Dors mon enfant de rêve>
La madre accarezzò i capelli del figlio
<Dors mon coeur émerveillé>
Gli lasciò un bacio sulle sue bellissime lentiggini e lo fece sorridere
<Dors la nuit sera brève>
Gli strinse la mano
<Dors mon coeur émerveillé>
Osservò, con le lacrime agli occhi, suo marito, suo figlio e quella famiglia giapponese che aveva portato ancora più felicità nella sua vita
<Dors la nuit sera brève>
Si sentì stringere dal marito e si accocolò nell'abbraccio insieme a Tadashi mentre una coperta pesante li riparava dal freddo
<Dors mon coeur émerveillé>
Dopo la ninna nanna si salutarono: la mamma di Kei strinse tra le lacrime la sua migliore amica mentre la ringraziava per tutto quello che avevano passato, il padre del biondo l'aveva abbracciata, Kei le aveva sorriso e lei gli aveva detto " Grazie per tutto quello che hai fatto per noi. Non lasciare mai Tadashi e non farlo soffrire, ok?" Lui aveva annuito.
Quella sera Yamaguchi dormì nel lettone con i suoi genitori che lo stringevano con amore mentre lo cullavano cantando, insieme, quella dolce ninna nanna.
Quella sera Yuki, la madre di Tadashi, morì: il tumore, ormai al quarto stadio, aveva avuto la meglio sia sulle terapie che sull'amore della famiglia.
Tadashi aveva 10 anni.



Spero vi sia piaciuto! È un capitolo un pochino diverso dagli altri ma volevo spiegare come Kei e Tadashi si fossero conosciuti.
Ho scelto Yuki come nome per la madre di Tadashi perché significa neve e, quella sera in cui è morta, nevicava ( poi personalmente mi piace molto questo nome)
Di seguito vi lascio la traduzione della ninna nanna:

"Dormi mio bambino di sogno.

Dormi mio cuore meravigliato

Dormi la notte sarà breve

Dormi mio cuore meravigliato.

Dormi la notte sarà breve

Dormi mio cuore meravigliato."
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima ✍️💛

Éloigne-toi, Bonjour, Merci, AdieuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora