Dîner

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< Certo che è proprio un tipo strano quel tizio! Dire certe cose poi! Oi, Kenma mi stai ascoltando?>
< Sì>
< Sicuro? Perché mi sembri assente>
< N-no, sto bene>
< Ti ha turbato l'aggettivo che ha usato? Sai...ecco...ha dato fastidio anche a me> disse Kuroo mentre un lieve rossere gli avvolgeva le guance.
Kenma non disse nulla: si limitò ad osservarlo sorpreso per poi afferare il bordo della maglia del moro per incitarlo a tornare a vedere il film.

La proiezione era finita e, siccome i due non erano ancora tornati, Keiji e Bokuto avevano deciso di aspettarli all'entrata della sala.
Stavano chiacchierando di quello che avevano appena finito di vedere e, nonostante fosse una cosa banale, Akaashi era felice: Bokuto era lì vicino a lui e gli cingeva con il braccio la vita mentre lo fissava con i suoi occhi incantevoli.
< Che dici, sarà il caso di andare a controllare o no? Insomma non vorrei coglierli in fragrante> iniziò Bokuto
< Cosa? Non credo proprio che sia questo il motivo del loro ritardo>
< Perché? Credi che non gli piaccia il mio bro?>
< Non dico questo solo che penso che avrà bisogno di più tempo>
< Perché?>
< Bokuto...io...>
< Ehy ehy ehy, nessun problema Akaashii davvero! Piuttosto, manca anche Tsukki!>
< Stanno arrivando proprio ora e anche gli altri due> disse Akaashi mentre osservava, preoccupato, Kenma. Una volta che gli fu davanti lo analizzo scrupolosamente.
Era strano: sembrava turbato.
Era agitato: evitava ancora più del solito gli sguardi degli altri.
Era teso: la sua postura era ferrea mentre il lieve tremore delle labbra rompeva quella falsa armonia.
< A-a-allora dove andiamo a mangiare?> disse, balbettando, Kenma e confermando così l'ipotesi del moro: decisamente qualcosa non andava.
< Ho visto che hanno aperto un nuovo locale che fa degli hamburger fantastici! Che ne dite?>
< Che è un'ottima idea, bro>
< Per me va bene, Bokuto-san>
E, dopo che anche gli altri furono d'accordo, si avviarono verso quel posto che si trovava all'interno della struttura del cinema.
Il posto, costatò Keiji, era di modeste dimensioni.
Una piccola rampa di scale precedeva l'ingresso ed era seguita poi da una piccola discesa che conduceva ad un ampio salone, dedicato ad eventuali intrattenimenti.
I tavolini erano tutti di colori e dimensioni diversi: rosso, giallo, verde, quadrato, romboidale, cerchio si alternavano senza una vera e propria logica.
I muri erano solcati da un dipinto caratterizzato da un blu profondo solcato da numerose stelle e, sotto di esse, una distesa di fiori alcuni sbocciati ed altri chiusi, anch'essi di forma e colori diversi.
Nel blu del cielo, una scritta porpora con i glitter brillava maestosa tra le numerose forme gialle: 'Benvenuti al Karoma'.
Il moro sollevò lo sguardo e vide che dal soffitto scendevano dei fili che si attorcigliavano intorno alle lampadine lasciate pendenti nell'aria.
Insomma quel posto era decisamente lasciato in balia del caos: sembrava che chiunque l'avesse creato, desiderasse dar vita a qualcosa di così particolare quanto no-sense eppure, non appena osservò Bokuto, vide che i suoi occhi brillavano.
Sorrise: Kotarō era veramente un ragazzo particolare in fondo non c'era da stupirsi che gli potesse piacere una cosa del genere.
Fu Yamaguchi a spiazzarlo: era rimasto colpito da quel dipinto a tal punto da continuare a fissarlo con una gioia, a detta di Keiji, immotivata.
Anche Tsukushima e Kuroo si guardavano intorno: il primo intento ad osservare il cielo o meglio Yamaguchi, l'altro o tavoli e le sedie mentre faceva dei commenti insieme al suo bro.
Kenma non osservava nulla: sembrava che non fosse lì con loro.
Sia chiaro, Akaashi sapeva che era un tipo riservato e timido ma era sicuro che, se avesse avuto il suo solito umore, avrebbe fatto un commento sprezzante su quel posto assurdo.
Insomma, non stava neanche usando il suo prezioso Nintendo che, ovviamente, aveva deciso di portare.
Era come se il vero Kenma non fosse lì, possibile che avesse fatto qualcosa con Kuroo?
Era l'unica spiegazione che gli sembrava plausibile.
Forse si erano baciati e adesso si sentiva così a disagio a tal punto da non riuscire a guardare nessuno negli occhi.
< Buonasera! Benvenuti al Karoma! Sono Takeda, felice di avervi qui! Quanti siete?>
< Sei>
< Venite: vi accompagno al vostro tavolo>
Dopo averlo raggiunto, il ragazzo portò il menù per poi lasciarli soli in modo da dar loro tempo per decidere cosa ordinare.

Si sentiva a disagio.
Troppo.
Decisamente in modo esagerato.
Sentiva lo sguardo di Kuroo e di Akaashi su di lui e questo non faceva altro che peggiorare la situazione.
Stava andando tutto a rotoli: la sua corazza, la sua decisione e anche la fragile patina che copriva quel vecchio ma ancora vivido ricordo.
Scosse la testa: non voleva.
Non doveva pensarci.
Doveva cercare di godersi la serata che gli stava riservando decisamente troppe sorprese come quella della decisione dei posti a sedere; siccome vi erano due panche, Akaashi si era messo di fronte a Bokuto, Tsukishima e Yamaguchi sullo stesso lato e, di conseguenza, Kenma si era ritrovato vicino a Kuroo che, o per caso o intenzionalmente, sfiorava con la gamba la sua.
Insomma, come poteva rimanere calmo? Sia chiaro adesso il suo problema più grande non era quel gatto sfacciato tutt'altro: Akaashi non doveva venire a sapere di quello che era successo nel bagno e chi aveva visto.
< Kenma, ci sei?!>
< Oh scusa Keiji...dimmi>
< Cosa prendi? Il cameriere è qui>
<Oh ecco io...>
< Prende l'hamburger Nekoma. Anche per me grazie>
< Ok, allora ricapitolando: due Nekoma, due Furodani e due Karasuno, giusto?>
< Sì, perfetto>
< A tra poco allora> disse Takeda per poi allontanarsi in modo da portare l'ordine in cucina.
< Kenma cos'hai?>
< Niente, Keiji>
< Niente?! Davvero? Eppure sei così distratto>
< Ehy, non prendertela con lui> s'intromise Kuroo
< Come scusa?> chiese, irritato, Akaashi
< È che al bagno-> continuò per poi venir interrotto dal bicolore
< Niente. Non è successo nulla alla toilette>
< Grande bro, vi siete baciati?!> esultò, urlando, Bokuto
< COSA?! NO!> gridò il più basso
< Kenma non c'è niente di male...insomma mi sembra un bravo ragazzo> proseguì, con dolcezza, Keiji
< N-n-on è successo niente di tutto ciò>
< Non serve mentire> s'intromise Yamaguchi che desiderava veramente che i due si mettessero insieme
< Vi ringrazio. Sono felice di avere tutto questo supporto ma ha ragione: non è successo quello che pensate voi.
Un ragazzo sfrontato ha detto una cosa a Kozume che lo ha turbato un po'. È stato veramente sfacciato! Ho capito pochissimo di quello che ha detto: parlava francese ma credo fosse proprio madrelingua cioè bro, andava velocissimo! Era difficilissimo seguirlo!>
< Com'era?> domandò, di getto, Keiji mentre una malsana idea gli affollava la mente
< Era alto, mi sembra>
< Gli occhi?>
< Che ne so! Mica fisso gli sconosciuti! Poi perché ti interessa così tanto?! Hai Bokuto tu, no? Cioè se solo vi decideste>
< Cosa? Ma cosa c'entra! Voglio sapere semplicemente chi è>
< Non è rilevante> disse Kenma
<Invece sì!>
< Ecco i panini e le bibite! Buona cena!>
< Grazie> disse Kuroo per poi aggiungere < comunque, se ti interessa ancora, è quel tizio laggiù>
Keiji e Kenma si voltarono immediatamente verso la posizione che il ragazzo aveva indicato ed entrambi spalancarono terrorizzati gli occhi.




Spero vi piaccia!♥️😘

Éloigne-toi, Bonjour, Merci, AdieuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora