Capitolo 1. Un discorsetto da quattro soldi

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Le imponenti case, diventando sempre più grandi e luminose man mano che ci si passava davanti, si mostrarono ai margini della strada sulla quale la Coupé di Sinclair sfrecciava in tutto il suo splendore, per essere poi pronta ad arrivare a destinazione . L'edificio che però risplendeva più di tutti era l'hotel in cui si sarebbe svolta l'asta. Entrando ed attreversando il piccolo sentiero si poteva udire una melodia accompagnata da un violino che, man mano che ci si avvicinava, diventava sempre più forte. Ciò che mi trovai davanti fu qualcosa di maestoso:
Il sentiero ci aveva portati in una casupola circondata da un'enorme piscina e, tutt'intorno, erano posizionate le piccole abitazioni.

La casupola cominciò subito a prendere vita con l'arrivo degli invitati raffinatamente vestiti. Io dovetti adattarmi, chiedendo disperatamente aiuto ad Eleonor, la mia migliore amica. Diceva che, se mi fossi affidata a lei, avrei potuto addirittura risvegliare i sassi e farli cadere ai miei piedi. Alla fine optò per un abito color pece lungo con una spaccatura sulla gamba destra e le maniche in pizzo nero. La ragazza non contenta, decise anche di rifarmi il trucco. Avevamo due modi ben diversi nel truccarci, e con questo intendevo che le code del suo eyeliner erano messe così ben in vista che sarebbero potute arrivare in Massachussetts. Io tralasciai del tutto questa opzione, ma nonostante le mie continue negazioni, ed i suoi ininterrotti insulti sul mio aspetto da panda appena nato, finii per obbedirle.

Ed infine eccomi qui, osservata da quattro anziani ricconi e due donne di mezz'età, domandandosi cosa ci facesse una ragazza così giovane in mezzo a questa marmaglia. Una serie di camerieri iniziò a passare tra la gente offrendo pasticci di tonno, bocconcini alle olive e addirittura asciugamani caldi, per i quali avevo forse acquisito un'ossessione. Quando faceva freddo erano il miglior rimedio per poter scaldare le mani gelide.
Non seppi però il motivo per cui, in pieno Agosto, servissero asciugamani caldi, ma non osai farmi domande: in un hotel talmente sofisticato ci si aspettava di tutto.

D'improvviso calò il silenzio e tutti si girarono verso il piccolo palco posto a bordo piscina, sul quale salì un uomo in giacca blu e cravatta del medesimo colore che prese parola.

«Buonasera a tutti, grazie per aver preso parte all'incontro di stasera,» ci rivolse un sorriso caloroso per poi continuare.

«Scommetto che molti di voi non mi conoscono ancora. Ebbene, io sono Walt Mitchell, colui che ha dato vita a questo progetto. L'azienda nella quale ho riposto più fiducia come già sapete è la Greens Vault, ma nonostante questo, ho deciso di tenere un'asta stasera, non solo per valutare l'efficenza, ma anche il compenso. Per questo, ho pensato di dare un'opportunità anche alle altre aziende per mettersi in gioco e tentare la fortuna!»
Un grande brusio si accese tra la gente e, aspettando che finisse, Mitchell si sistemò gli occhiali per poi fare un passo in avanti e dire:

«Diamo il via alle danze allora.» Gli applausi rimbombarono nella notte e fu così che due ore incessanti di debutto ebbero inizio.

Fu il turno degli anziani ricconi che affermavano che la loro azienda avrebbe portato l'app all'apice del successo, un pò come le altre ventiquattro aziende che avevano pronunciato le stesse, identiche parole. Pensai di non aver mai mangiato così tanti pasticci di tonno in tutta la mia vita, benché l'attesa era diventata stressante e fin troppo duratura. In poche parole, non vedevo l'ora che arrivasse il nostro turno e che quell'inferno finisse.

«Il prossimo è.. Greens Vault!»
Io ed il mio accompagnatore saltammo sul posto per lo stupore. Finalmente, qualcosa di interessante! Avremmo potuto vedere il Signor Greens in carne ed ossa, per la prima nella nostra vita.
Sinclair, come me, non lo aveva mai visto. Questo però era dovuto al fatto che il signor Greens non amava mostrarsi sui giornali e odiava essere fotografato. Per questo motivo, tutte le foto che gli vennero scattate comprendevano, o il viso coperto dalla sua prosperosa mano, o il viso coperto dalla sua giacca da centinaia di dollari. Incomprensibilmente, colui che ci trovammo davanti non aveva neanche una ruga in faccia ed aveva l'aspetto di un normale ventenne. Dov'era il signor Greens? E chi era quel ragazzino?

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