Capitolo 22. Lo odio

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Era mattina, precisamente giovedì mattina, e l'ansia mi stava mangiando viva.
Oggi sarei tornata finalmente a seguire le lezioni, ed ero euforica di poter rivedere il professor Ross, ma c'era un problema.
Avevo letteralmente spalmato la mia faccia su quella di Timothy e io non avevo alcuna spiegazione al riguardo.
Non potevo dirgli la verità perché sarebbe stato imbarazzante anche per me. Insomma non potevo andare lì ed esclamare: "Sì ci siamo baciati, ma era per far ingelosire il figlio dello sposo, nulla di che. Ti va un caffè?"
Certo che non potevo. Sarei stata patetica, anzi sono stata patetica a pensare di usare un amico per i miei comodi senza neanche avere un consenso da parte sua.
Ecco come avrei fatto, mi sarei scusata e basta.
Mi incamminai verso l'aula particolarmente piena e avvistai un cappuccio, oggi nero, appoggiato sul banco.
Mi diressi verso il mio solito posto e mi sedetti, voltandomi verso Timothy. Aveva gli occhi chiusi, come ogni mattina prima della lezione, ma li aprì leggermente. Era la prima volta che ci vedevamo dopo il bacio e lui era tranquillo. Si alzò, stiracchiandosi, e mi rivolse il buongiorno che ricambiai.

«Sei piuttosto attivo stamattina»
«Perché?»
«Solitamente aspetti che arrivi il professore in classe per degnarmi di un saluto, invece oggi ti sei alzato di tua spontanea volontà. Impressionante.» Lo sentii sbuffare mentre prendeva il suo quaderno degli appunti.
«È stata pura casualità. Non montarti la testa.» Sembrava...normale. Non aveva reagito in alcun modo, si stava comportando come gli altri giorni. Eppure perché mentre nessuno dei due parlava c'era un'aria imbarazzante? Ero solo io che la respiravo, oppure anche lui la sentiva?
No, dovevo dirlo. Non potevo reggere quella tensione per il resto dei miei giorni di lezione.
«Tim-»
«Buongiorno ragazzi, seduti per favore.» Non avevo fatto neanche in tempo a dire il suo nome. Adoravo il professor Ross, ma in quel momento avrei preferito ritardasse di qualche secondo.

Stargli vicino dopo aver fatto una cosa del genere...magari si sentiva costretto a parlarmi e se fosse davvero così, sarei stata una persona incredibilmente egoista. Non potevo neanche alzarmi tutto d'un tratto e spostarmi all'altro lato della stanza, perché avrei probabilmente scatenato sguardi su di me e punti interrogativi da parte di Tim.
Non avevo altra scelta, dovevo rimanere lì a fare l'egoista.
Riuscii a malapena a seguire quella lezione, perché non riuscivo a smettere di sentirmi a disagio. Sapevo avrei dovuto mimetizzarmi con gli altri studenti e cambiare posto. Però pensando bene alla sua reazione...non sembrava il bacio gli fosse dispiaciuto, anzi, lo aveva persino intensificato e aveva iniziato a toccare punti che due amici non dovrebbero nemmeno sfiorare.

Non è che...

Mi voltai verso di lui, osservando i suoi lineamenti. Era di certo un bel ragazzo, chissà se aveva la ragazza... e se avesse avuto davvero una ragazza?

Avrei baciato un ragazzo fidanzato? Di nuovo?!

Qual'era il mio problema precisamente?
Lo vidi spiarmi con la coda dell'occhio, e io con velocità mi voltai volgendo il mio sguardo davanti a me.
Era possibile provassi così tanto imbarazzo con lui? Era un amico! Perché diavolo mi stavo facendo tutti questi problemi?!
Basta. Dovevo seguire la lezione. Era soltanto un normalissimo giorno all'università, tranquillo e senza problemi. Si voltò verso di me per raggiungere il suo zaino, posto tra le nostre sedie. Ne tirò fuori una bottiglia d'acqua e...aveva delle belle mani-

Cazzo no.

Cosa mi stava succedendo?! Possibile che non riuscissi a guardarlo senza immaginarlo in un contesto sessuale? Tutto questo perché pensavo troppo, e quando pensavo troppo non riuscivo a togliermi le cose dalla testa. Neanche se il mio cervello venisse spento del tutto, continuerei a pensare a quel maledetto bacio, e questo perché? Perché eravamo amici, e io non l' avevo mai considerato come qualcosa di più, e questo mi imbarazzava da morire.

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