05 - Four caz (cats)

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05 - Four caz

Quando tornai in camera da letto, ero ancora rossa in viso e con lo sguardo perso nel vuoto. Baekhyun, invece, rideva come una iena in calore, svolazzandomi intorno. Era una zanzara fastidiosa: avrei voluto tanto avere un repellente per insetti.

Mi buttai sul letto a peso morto, affondai la testa nel cuscino e gridai.

«MIAAA! Ti calmi?!» strillò l'angioletto con un'antipatica aria da fratello minore rompipalle.

Sollevai lentamente il viso dal guanciale e lo guardai con un'espressione da maniaca. «Come faccio a calmarmi?! A mia madre verrà un colpo quando noterà che sono sparita!» ringhiai.

Lui sorrise nervosamente. Sentivo che stava per arrivare un'altra brutta notizia. Non mi piaceva quando ghignava in quel modo. «Beeeeeeeh ‒ iniziò, con voce talmente acuta da spaccare la lampadina. ‒ In realtà, per questi due mesi, la tua famiglia si è dimenticata della tua esistenza...» Si torturò le mani, continuando a mostrarmi quel sorriso impertinente.

Ci misi parecchi minuti a comprendere il tutto. Quando finalmente il mio unico neurone si mise a trasmettere impulsi nervosi al mio corpo, sbarrai gli occhi e lanciai il cuscino il faccia a Baekhyun.

«MI PRENDI PER IL CULO?!» esplosi, urlando con tutto il fiato che avevo in corpo. Non ci potevo credere. La mia famiglia si era dimenticata di me. I miei occhi si riempirono di lacrime, ma le ingoiai e strinsi convulsamente i pugni lungo i fianchi.

«Sarebbe un po' impossibile prenderti per il sedere, anche perché se provassi a toccarlo mi uccideresti e...» balbettò facendosi piccolo piccolo. Nel vero senso della parola.

Ignorai il magone che mi si era formato in gola. «E' un modo di dire! Significa: mi stai prendendo in giro?» Cercai di colpirlo saltellando su un piede, ma lui si scansò con un urletto isterico.

«Scusa! Non è stata colpa mia!» piagnucolò.

«E di chi è stata la colpa?!» sbraitai lanciandogli la scarpa, che mancò per un soffio.

«Tecnicamente mi hai chiesto tu di andare nel dormitorio degli EXO, quindi...»

«Tecnicamente un corno, Baekhyun! VIENI QUI, COSI' TI UCCIDO CON LE MIE STESSE MANI!» Il ragazzo si era rimpicciolito fino a diventare delle dimensioni di una falena e fluttuava accanto al lampadario pregandomi di lasciarlo stare.

«Mi dispiaceeee!» squittì.

Non mi accorsi nemmeno che stavo piangendo come una disperata. «PENSI CHE MI BASTI SOLO UN "MI DISPIACE"?! HAI COMPLETAMENTE STRAVOLTO LA MIA VITA! PORCA MAZURCA.»

Mi tolsi l'altra scarpa e gliela lanciai, colpendolo in pieno. Lui tornò ad altezza naturale in un batter d'occhio e cadde a terra con un lamento prolungato, accarezzandosi la natica destra in preda a Dio solo sa quali dolori atroci.

«Tu sì che mi hai preso per il sedere, Mia Ursulina, aaaaah» piagnucolò.

Malgrado la situazione, scoppiai a ridere e lui mi imitò tenendosi la pancia.

«Perché sto ridendo?» chiesi gettandomi a peso morto sul letto. «In teoria dovrei odiarti.»

Baekhyun si mise seduto. «In realtà mi adori, Mia Ursulina.»

«Smettila di chiamarmi così» lo ammonii agitando un dito.

Fece un gesto con la mano, e le mie guance tornarono asciutte. «Tranquilla, tra due mesi tornerà tutto come prima.»

«Sicuro?» Tirai su col naso.

Ci pensò su, poi strillò. «Kyaaah, mi è venuta in mente una cosa. Tu hai bisogno di vestiti.» Scattò in piedi e mi tese la mano. La afferrai con riluttanza e mi alzai, pregando tutti gli altri angeli che non combinasse guai come al suo solito.

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