Sono appena uscita con Kim Jongin.

571 43 10
                                    

«Non. Se. Ne. Parla.» dichiarò Miris quando gli dissi del suo imminente appuntamento con Kai, o meglio, della proposta che il dolcissimo main dancer aveva intenzione di fargli. Farle. Insomma, avete capito.
Lo guardai con un’espressione di pura supplica «Andiamo, ti prego, ti supplico, ti invoco, ti imploro… Io vorrei davvero uscire con Jongin!»
Lui incrociò le braccia e si sedette su quello che doveva essere il mio letto, dato che eravamo tornati al dormitorio comportandoci come una mandria di mucche «Non è certo un mio problema.» e si tirò indietro una ciocca di capelli.
Avvedi sto stronzo.
Decisi di passare alle maniere forti, così mi rimboccai le maniche e finsi un sorriso di accondiscendenza «Senti, cosino, fino a prova contraria sei tu ad essere intrappolato nel mio corpo e quindi si fa cosa dico io, okay? IO VOGLIO USCIRE CON KAI! QUINDI TU USCIRAI CON KAI!»
Ma che diavolo stavo dicendo? Tutta la mia pazzia era nata per colpa di Baekhyun. Gliel’avrei fatta pagare, oh se gliel’avrei fatta pagare.
Lui mi guardò come se fossi un millepiedi gigante «Ma se vuoi uscire tu con Jongin, perché devo farlo io?!»
Beh, in effetti aveva ragione.
«Perché tu stai nel mio corpo, e… Eddai, così me lo richiede quando torneremo alla normalità.»
«Se torneremo alla normalità.»
«Dobbiamo tornare alla normalità, non ce la faccio ad essere te. Sei troppo alto e sbatto contro le porte, puntualmente.»
Miris ridacchiò «E’ perché non sai dosare bene la mia altezza.»
«Giuro che ti abbasso con il martello de ‘schiaccia la talpa’.» borbottai incrociando le braccia al petto e mettendo su un adorabile broncio (o almeno, sperai che risultasse adorabile ai suoi occhi) «Ti prego, ti prego, esci con Kai!»
«Anche se dicessi di sì -disse, alzando gli occhi al cielo- non saprei cosa dire! Jongin è un mio dongsaeng, non saprei proprio come comportarmi!» mi guardò con tanto d’occhi, aspettando una risposta. Mi morsi le labbra e nella mia testa si accese una luminosissima lampadina, manco avessi la fabbrica dell’Enel trapiantata in testa «Ti consiglio io! Tu devi solo farti bella e metterti nell’orecchio un auricolare. Io intanto ti suggerisco cosa dire tramite un microfono, nascondendomi da qualche parte!» battei le mani e saltellai sul posto.
Miris mi rivolse uno sguardo schifato «Smettila di fare così, rovini la mia immagine di cattivo ragazzo.»
Sbarrai gli occhi e mi finsi sorpresa posando la mano sul cuore e sporgendomi in avanti «Tu hai l’immagine di cattivo ragazzo? Non lo sapevo! Oh, che novità!» sbattei le ciglia come una dodicenne innamorata.
«Prendimi ancora in giro e puoi scordarti che io esca con Jonginnie.»
«Chiamalo Oppa, ragazzina!» strillai facendogli l’occhiolino. Mi stavo divertendo un casino.
Mi parve di vedere l’ombra di un sorriso sul viso di Miris, o meglio, sul mio viso «E poi… Dove prendi auricolari e microfono?» domandò stringendo le mani in grembo.
Sistemai il colletto della giacca con fare da figo e gli inviai un’occhiatina che avrebbe dovuto essere sexy «Relax, bimba. Sono Wu YiFan, ottengo quello che voglio, quando lo voglio.» feci per appoggiarmi alla spalliera del letto facendo una ridicola posa seducente, ma calcolai male la prospettiva e finii con le gambe all’aria.
«Chiamate un esorcista, non posso lasciare che questa tizia mi faccia fare figure di cacca.»
«Sei antipatico.» borbottai tirando in fuori il labbro inferiore.
«E tu sei odiosa. -scattò in piedi e andò a sistemarsi i capelli di fronte allo specchio- quando dovrei uscire con Jongin?» chiese a voce talmente bassa che all’inizio ero convinta che me la fossi immaginata.
«Quindi… è un sì?» domandai, speranzosa.
«Mh. -si girò a guardarmi con gli occhi fuori dalle orbite- Mi devi un favore, signorinella.»
Quella frase mi spaventò non poco, ma decisi di lasciar correre, felice com’ero «D’accordo, d’accordo, farò quello che vuoi! A parte legarmi sui binari e lasciare che un treno mi passi sopra.» annuii ripetutamente e sorrisi a trentadue denti.
Miris era deluso «Oh, accidenti.»
«Fingerò che tu non mi abbia offeso. -brontolai- Comunque. Kai te lo chiederà tra poco. Io intanto scelgo il vestito che dovrai indossare per forza, quindi non fare storie, e poi ti trucco.»
«Voglio un pollo gigante dopo questo.»
«Temo che i polli giganti non esistano, tu intanto chiedilo a Kyungsoo. Però quando tornerai nel tuo corpo.»
Mi diressi verso l’armadio e lo aprii, deliziandomi della vista di tutti quei vestiti alla moda. Presi un abitino corto che arrivava un po’ sopra al ginocchio, azzurro, senza spalline con la scollatura a cuore e stretto al busto. Mi girai sorridendo come Jeff the Killer e glielo mostrai «Questo.»
Lui scosse energicamente la testa «Non se ne parla nemmeno! Se fossi in te, mi metterei un bel burqa argentato, che ne pensi?»
«Mi prendi in giro?»
«Mia, non indosserò mai quel cosino striminzito.»
«Non lo indosserai tu, lo farò io! Il tuo corpo è ermeticamente protetto da felpa e pantaloni, tranquillizzati.» guardai ancora una volta il vestito, desiderando ardentemente di mettermelo addosso.
«Ma è troppo corto!» protestò pestando un piede per terra.
«Kris, sembri mia nonna quando parli così.» mormorai alzando gli occhi al cielo «Nessuno mi/ti stuprerà questa sera, rilassati.» allargai le braccia e lanciai l’abito sul letto.
In quel momento, qualcuno bussò alla porta «Mia! Sono Kai! Posso entrare?» la sua voce era carica di nervosismo.
Miris sbiancò e io sussurrai «Non deve vedermi qui,» abbracciai con lo sguardo tutta la stanza e mi buttai a pesce sul letto, per poi rotolare di lato e nascondermi sotto di esso. Mi sentivo una spia.
La dancing machine entrò e Miris, completamente rosso, si finse indifferente appoggiandosi sulla scrivania e mettendo una mano dietro la nuca.
Jongin entrò in camera e chiese con gentilezza, vedendolo in quella posa ridicola  «Che stai facendo, Mia?»
La me posseduta balbettò con un finto sorriso «Niente, stavo solo...» gesticolò e poi schioccò le dita«Provando ad essere un modell- una modella.» annuì ripetutamente e ridacchiò attorcigliando una ciocca di capelli attorno all’indice.
Kris, smettila.
Kai lo guardò e poi sorrise «Contenta tu...» abbassò lo sguardo e inchiodò gli occhi a terra, con le guance color porpora. Aw, era così carino.
«Cosa volevi, Jonginnie? Cioè -rise nervosamente quando il ragazzo gli rivolse un’occhiata stranita- Jongin Oppa?»
«Ehm… Volevo chiederti di… Uscire, sta sera. Andiamo a mangiare qualcosa al ristorante giapponese qui all’angolo. Ti va? Però siamo solo… noi due… Sì…» dondolò sui talloni avanti e dietro, rosso come un peperone «Ovviamente se non vuoi… io lo capisco…»
Avanti. Sì, Jongin, lo voglio.
«Beh…»
Sì, Jongin, lo voglio.
«Io…»
Sì, Jongin, lo voglio.
«Me medesima…»
Ma cos-? Sì, Kim Jongin, lo voglio cazzo.
«D’accordo, ci sto.» Miris stava sul punto di vomitare.
«Evvai! Ci avviamo tra un’ora?» Kai aveva gli occhi che brillavano e un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
Miris prese la maniglia della porta e si appiccicò sul viso un sorrisetto falso che rendeva la situazione ancora più drammatica «Per me va benissimo. Ora devo prepararmi, ciao!» chiuse la porta e si appoggiò su di essa ansimando pesantemente.
Intanto si sentiva l’urlo di vittoria da parte di Kai.
Scattai in piedi «Solo un’ora?! Ma devi farti i capelli, truccarti… -guardai con occhio critico le sue/mie gambe dove avevano iniziato a crescere i peli da scimmione- farti assolutamente la ceretta! Okay -battei le mani- siediti sul letto, io torno subitissimo.»
Uscii di corsa dalla stanza e mi chiusi in bagno.
“Baekhyun, dove sei?”
Lui apparve in una nuvola di brillantini e si sedette sul water sistemandosi i lunghi capelli castani “Sono qui, tesorah.”
«Dove sei stato?» domandai, curiosa.
«Oh, stavo… Ammirando Chanyeol. Comunque, di cosa hai bisogno?» balzò in piedi portandosi sull’attenti.
«Vorrei una di quelle strisce depilatorie che si scaldano sfregando le mani. Riusciresti a procurarmele?» chiesi, osservandomi attentamente allo specchio.
«A che ti servono?»
«A coltivare i pomodori, Baekhyun.» risposi, roteando gli occhi e chiedendomi perché fosse così idiota.
«Non lo sapevo che i pomodori si coltivassero con le strisce depilatorie, ma va beh. -fece schioccare le dita e in cielo apparve una scatola con il disegno di una gamba liscia e rasata, che presi al volo- divertiti! Io torno a guardare Chanyeol, con permesso.» si librò in volo e sparì in una nube arcobaleno.
“E comunque ispiri troppo gheiume, Mia.” Mi fece sapere, mentre mi dirigevo verso la camera di Miris.
Entrai senza bussare e lo vidi steso sul letto a guardare il soffitto, depresso come pochi «SBABAM!» strillai, e mi sedetti accanto a lui.
Presi una striscia dalla scatola e la sfregai con energia, con gli occhi di Miris addosso; poi la divisi e poggiai un pezzetto sulla mia gamba, il quale si attaccò subito per via della cera calda. Siccome indossava un paio di pantaloncini, tutta la faccenda risultò più semplice «Che vuoi fare?» domandò, allarmato.
Sorrisi e presi un lembo di carta «Tieniti a qualcosa di solido.» lo avvisai.
«Cosa?! No…» parve capire e sbiancò tutto d’un tratto.
Ridacchiai malvagiamente «Oh, sì.»
«No, no, nonononononononono!» cercò di scappare via, ma tirai la striscia con quanta forza avevo in corpo. Guardai i peli sulla cera e sorrisi, soddisfatta, mentre Miris imprecava in tutte le lingue del mondo «Ahia, cazzo, ahia! Ma perché?! I PELI TI TENGONO CALDA! PERCHÉ TOGLIERLI?! C’E’ UN MOTIVO PER CUI DIO CE LI HA DONATI! AHIAAAA!»
Avevo ancora in mano la striscetta pelosa e lo fissavo con curiosità e un sorriso sadico stampato sulle labbra «Preparati. C’è ancora mooolta strada da faaaare~» cinguettai.
«NOOOOOOOOOOOOOOO!»
 
Mezz’ora, molti strappi e tante urla dopo….
 
Miris e Jongin si erano appena accomodati al loro tavolo, mentre io ero un po’ più lontana con il menu davanti alla faccia e il microfono in mano, pronto all’uso.
Fortunatamente sentivo tutto quello che dicevano e potei suggerirgli senza problemi. Waa, che bello, ero appena uscita con Kai! Beh, non io… Ma tecnicamente era come se ci fossi.
«Sei bellissima questa sera, Mia.» disse Jongin, sorridendo.
«Grazie, Jongin. Anche tu sei molto carino.» replicò Miris, trattenendo a stento un conato di vomito. Kai era veramente stupendo, con la maglietta aderente che metteva in risalto i muscoli e i jeans stretti, per non parlare dei capelli biondi spettinati e quelle labbra carnose. Oddio, avrei voluto essere lì…
«Grazie mille» arrossì violentemente e guardò le pietanze sul menu «Cosa prendi, Mia? Tranquilla, pago io.» si mordicchiò il labbro inferiore con trepidazione, cosa che lo rendeva molto carino.
Miris alzò un sopracciglio «Tu?» ridacchiò.
Io non gli avevo suggerito niente.
Kai scoppiò a ridere e scosse la testa «Va bene, ho preso la carta di Joonmyeon hyung. -si avvicinò al mio viso e sussurrò- ma tu non glielo dire.» tornò al suo posto e sorrise.
Avrei davvero voluto essere lì.
“Baekhyun, questa me la paghi.” Sussurrai, arrabbiata.
“Sono al verde al momento, bambolina.”
«No, non glielo dico, tranquillo.» lo obbligai a sorridere con dolcezza.
«Quindi… tu sei italiana? Da quale parte dell’Italia vieni?» domandò, interessato, accarezzandosi il mento.
«Vengo dal sud, più precisamente dalla Puglia. Però sono nata in Spagna, a Madrid, perché mio padre è spagnolo.»
«Mi piacerebbe tanto venire in Italia! Ti piace Seoul?»
«Certo che mi piace! Anche se le usanze sono molto diverse, tipo in Italia non ci sono gli onorifici come in Corea… o forse sì?»
Oh, sì, gli onorifici ci sono. Solo che sono parecchio offensivi.
Kai annuì e disse «Credo che prenderò il sushi. Tu?»
Miris diede un’occhiata al menu e cominciò a sudare, non ricevendo nessun suggerimento da parte mia «Io il…  dobin mushi. Sembra buono… Dal nome, intendo.» balbettò, chiudendo velocemente il menu e posandolo al centro del tavolo.
Jongin annuì «E’ una famosa zuppa, la più buona. Viene servita in una teiera, credo che sia la cosa più figa di questo mondo.»
«E poi come facciamo a bere? Dal beccuccio della teiera? -Miris sbarrò gli occhi dopo aver ripetuto le mie parole assolutamente senza senso- Mia, come fai ad essere così stupida?! È naturale che non si beve da là!»
Non rovinare tutto, torre.
Kai scoppiò in una risata liberatoria «Sei buffa.»
«Grazie! E tu sei adorabile quando ridi.»
Sentii indistintamente qualcuno dietro di me dire questa frase «Grazie mille. Ti trovi bene con noi?», per poi venire ripetuta da Kai. Un attimo. Mi girai a rallentatore e vidi Sehun che si nascondeva dietro il vaso con i fiori, intento a spiare i due con un auricolare all’orecchio e il microfono sulle labbra.
Mi alzai lentamente e mi sedetti di fronte a lui, facendolo spaventare, tanto che lanciò un urletto e urtò il vaso, che cadde a terra rompendosi in mille pezzi «Che ci fai qui?!» gridò, pallido come un fantasma.
«Tu che ci fai qui!» risposi.
Allontanò il microfono e sussurrò a voce bassissima «Suggerisco a Kai cosa dire.»
«E io lo suggerisco a Kri-Mia!»
All’improvviso squillò il cellulare di YiFan, lo presi e risposi con un tono tremendamente scazzato «Chi è?!»
Mi rispose la voce ovattata di Yixing «Hyung, sei un minchia!», seguito subito dopo dalle urla disumane di Chen e dalle risate di Chanyeol «No! Lay! Che cazzo fai?!» sbraitò il primo, andando in panico.
«Ma che…?» mi grattai la nuca, confusa.
«Hyung, ma quando due uomini gay si sposano, chiedono la comunione dei peni?» questo era indubbiamente Tao.
Ero scioccata da quella domanda.
«Chi ti ha detto questa cosa?» domandai, cercando di mantenere la calma.
«Chen hyung!»
Lay prese in mano la situazione «Ci ha insegnato un mucchio di cose! Dopo aver parlato con Daehyun hyung, è venuto e ci ha detto taaaante realtà oggettive. Tipo che i bambini nascono sotto una pianta di cavolfiori e se questa viene annaffiata-» qualcuno chiuse la chiamata prima che potessi incazzarmi sul serio.
Sehun mi guardò con gli occhi fuori dalle orbite «Sparisci, hyung!»
Come si permetteva? «Come osi parlarmi così?! Io sono Wu YiFan, porta rispetto, ragazzino!»
«Che?! Io ti porto rispetto! Ma ora stai rovinando tutto!»
Kai, che aveva sentito, ripeté l’ultima frase che aveva detto Sehun, solo che non ce ne accorgemmo all’inizio.
«Io sto rovinando tutto?! Sei tu che non fai altro che dire sciocchezze!» replicai, furiosa. E Miris ripeté feel like a pappagallo.
«Come?! Ora la smetti di urlarmi contro?! Stava andando tutto alla grande, che ti succede adesso?!»
«Tu mi manchi di rispetto, ragazzino! E io esigo rispetto, chiaro?! Sono una ragazza perbene, io!» mi morsi la lingua.
«Sei una ragazza?!» fece Sehun, sgomento, con la voce acutissima.
«Certo che no! Lavati le orecchie prima di uscire!» gli tirai uno scappellotto dietro la nuca e lui rispose all’attacco sferrandomi uno schiaffo in pieno viso. Cominciammo a tirarci sberle sulle mani, allontanando i nostri visi e muovendo le braccia come i cani; urtammo i microfoni e un ‘bip’ assordante per poco non ci fece perdere l’udito a tutti e quattro.
«Che cosa…? -Jongin ci indicò con la mano posata sull’orecchio- che ci fa qui Kris hyung?!»
«Potrei fare la stessa domanda a Sehun…» borbottò Miris incrociando le braccia al petto.
«D’accordo… Sehun mi suggeriva cosa dire… Mi dispiace, ma ero davvero agitato!» Kai avvampò e sembrò sul punto di scoppiare in lacrime.
«Tranquillo, anche Kris mi stava aiutando… E’ evidente che non potrebbe funzionare tra noi, Kai.» borbottò, scuro in viso.
Cosa?! Come?! Tu, piccolo essere inferiore, ti strappo le braccia a morsi!
«F-forse hai ragione… M-mi dispiace tanto, M-Mia…» Jongin tirò su col naso e si coprì gli occhi con la mano.
No, Kai, non piangere… Mi sentii terribilmente male guardando il viso triste della dancing machine, un nodo mi si formò in gola e gli occhi mi pizzicarono: non poteva stare così per colpa mia! O meglio, di Kris. Ma era comunque mia! Decisi di rimediare al disastro con una delle mie uscite alla Wonder Woman.
«Fai bene a dispiacer-» bloccai Miris prima che potesse dire qualcosa di cui si sarebbe pentito «Non lo dice sul serio, Kai. Lei… A lei tu piaci tanto, vero?» sottolineai l’ultima parola con un ringhio.
Lui sbuffò «Sì…» mormorò guardandosi le unghie e tirando in fuori il labbro inferiore.
«Davvero? Pensi che potremmo uscire un’altra volta, Mia?» chiese il ragazzo con un sorriso smagliante e gli occhi che brillavano. Annuii ripetutamente «Rispondo io per lei: sì! Uscirete sabato sera, okay? Okay.» battei le mani e saltellai sul posto.
«Per te va bene, Mia? Andiamo in discoteca sabato sera?»
Miris deglutì «Ve-veramente no, perché -vide il mio sguardo alla Kyungsoo e roteò gli occhi- va bene, diamoci una seconda possibilità.»
EVVAI. SEI STATO BRAVO, LIDAH. 

Angolo moi:
Sera, dolcezze.
Perdono il ritardo, but sono bloccata nel nulla e senza internet T.T
Eniuei.
Ho scritto una storia sui BAP, comica come questa /?, fateci un salto se volete Hahahah.
Adieu.
Tanti cuori ♡♡♡♡♡♡♡♡♡♡♡♡♡
Vi amo *lancia Kris nudi*

Hey, stupid! I love you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora