Capitolo 22 - Sabbie mobili

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Capitolo 22 – Sabbie mobili 

Che idiota.

Incrociai le braccia al petto e pestai i piedi per terra con tutta la forza che avevo. Le erbacce alte quanto un hobbit mi pungevano le gambe e le braccia, ma non me ne curai. Volevo mettere quanta più distanza possibile tra me e la Torre.

Ignorai di proposito l'ululato del vento ed il fatto che non vedevo nulla. Non scherzo, era buio pesto e la luna era stata coperta da una nuvola passeggera. Vedete? Nemmeno i fenomeni atmosferici sono a mio favore.

«Voglio tornare a casa mia», singhiozzai, asciugandomi una lacrima con il dorso della mano. «Voglio stare nel mio letto e dimenticare questa merdosa avventura. ‒ Tirai su col naso. Mi sentivo così umiliata, così offesa, che... mi misi ad urlare con quanto fiato avevo in corpo. ‒ MI HAI SENTITA, BAEKHYUN?! FAMMI TORNARE SUBITO A CASA!»

"Lo vuoi sul serio?" La voce dell'angioletto era colma di paura. "Ti ricordo che io... potrei sparire dalla faccia della Terra. E del Paradiso. Insomma, cesserò di esistere. E noi non vogliamo che questo accada, vero?"

Mi bloccai e sbarrai gli occhi. Aveva ragione, cavolo. Non potevo permettere a quel Coso di far scomparire Baekhyun (perché era solo colpa sua se in quel momento stessi desiderando disperatamente di tornare in Italia); in fondo, l'angelo non se lo meritava. Non aveva fatto niente di sbagliato. A parte trasformarmi in uno gnocco di pasta. E farmi crescere dei baffi. E farmi fare una figura di cacca davanti ai ragazzi. E farmi prendere una serie prolungata di infarti con le sue apparizioni improvvise. E...

"D'accordo, ho capito. Anche per questa notte, vivrò!" Baekhyun gridò nella mia testa e dovetti sostenermi la fronte a causa del dolore.

Ah, e come dimenticare le gustose emicranie dovute alle sue urla disumane nella mia testa.

"Ho capito."

Ed i suoi sbalzi d'umore da donna in menopausa.

"Basta!"

E le sue urla da checca.

"MIA!"

"Non urlare!", replicai, stringendo i pugni contro le meningi. Scivolai a terra e mi abbracciai le ginocchia, poggiando la fronte su di essa.

Neanche lo sopportavo, quello scimmione di Kris. Perché stavo così male, allora? Perché sentivo come se il mio cuore si stesse accartocciando su se stesso?

Le mie spalle erano scosse da singhiozzi violenti e sentivo le lacrime bollenti rigarmi le guance. Mi sentivo così... patetica. Una stupida eroina di uno stupido film romantico. Ma che film romantico. Ma che film. Ma che cazzo!

Non dovevo piangere per lui! Mi alzai di scatto e serrai gli occhi, respirando con forza dalla bocca.

Non si meritava le mie lacrime! Alzai la maglia e mi asciugai il viso completamente bagnato; per poi sorridere al buio davanti a me.

Non merita neanche che gli rivolga la parola, per le corna di Lucifero!

«Mia!»

"Che c'è, Baekhyun?! Non vedi che sono occupata a darmi forza?!", sbraitai nella mia mente.

"Non ero io", squittì lui.

Mi voltai verso la fonte della voce. Vidi due occhi gialli molto distanziati accendersi nella notte, seguiti subito dopo da un ringhio che mi fece accapponare la pelle. «Mia!», ripeté quel mostro, con più insistenza.

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