ᑕᗩᑭITOᒪO 5 |ᒪᗩ ᖴOᒪᒪᗩ E Iᒪ ᑕᗩOᔕ|

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Zia Giulia è un uragano. A volte in modo positivo, a volte negativo. Nell'altra vita l'ho vista nei suoi momenti peggiori, ma prima di arrivare a dare il peggio l'ho ammirata tanto. Lei aveva tutto. Una figlia appena nata di nome Emmy, un marito che la amava alla follia e tante sorelle che tenevano a lei. Devo fare in modo che stavolta le cose vadano meglio anche per lei. Zia Giulia l'ho amata come una madre e l'ho odiata come si fa con il peggior nemico. Ma questa è un'altra storia.

L'inizio della sua rovina comincerà con la sua partenza per l'Italia. Mia madre aveva convinto pure lei a partire, "per un futuro migliore" diceva, la incoraggiava a una vita più agiata "Per tua figlia" le proponeva. Lei non aveva mai voluto abbandonare nessuno e non aveva mai chiesto di  lasciare l'amore vero. Nemmeno di perderlo per sempre. Lei aveva solo seguito il buon consiglio della sorellona. Quella sorella che in realtà era di un altro padre, ma che lei ammirava, quasi invidiava per il suo modo di essere. Nessuna delle altre era così forte come Emilia. Nessuna aveva mai osato pretendere di essere come lei. Emilia era l'esempio perfetto: una persona che prende batoste e si rialza sempre più forte, desiderosa di altre sfide. Lei è la perfezione. Secondo le sorelle, ma non secondo me.

Mia madre è solo una persona, come tutte le altre. Certo, se la guardi negli occhi azzurri cielo ti vengono i brividi sulla schiena, talmente sono freddi. Certo, se ci parli capisci che sa cosa dice. Ma io so molto di più e questo è un dato di fatto.

Kling. Klong. Ah, non mi stuferò mai del piacevole suono di questo citofono.

«Khat, che fai lì impalata? Vai ad aprire, su! Non vedi che mi si bruciano le uova... Cavolo!» Riprendo coscienza di me stessa appoggiata ancora al muro della cucina, come se fossi stata catapultata per un momento nel buio pesto e solo ora fossi riuscita ad intravedere la luce. In realtà mi succedeva spesso, da quando ho ricominciato tutto da capo. Forse era il prezzo da pagare per tutto questo. Rivivere. «Magari dovresti abbassare il fuoco se non vuoi bruciare la colazione!» Dico mentre mi incammino nel corridoio.

È esattamente come lo ricordavo: pieno di tappeti color rosso fuoco, con la carta da parati bianca e fioriture di ciliegio. Una scelta azzeccata ora che ci faccio caso. Guardo dallo spioncino, un'abitudine che non perderò mai, poi apro la porta e sorrido a quella bellissima vista. Una famiglia perfetta. Mihai mi abbraccia, almeno lui. Mi dice che sono cresciuta, anche se non è vero. Non mi vedono da Giugno, cioè da quando è nata Emmy. Entra in casa seguito da zia Giulia con un enorme carrozzina anni ottanta, stile inglese. Dentro un minuscolo fagotto fa dei versetti strani. La mia bellissima cuginetta.

Emmy. Lei sì che si realizzerà nella vita e di certo non avrà bisogno di riviverla. «Allora, è questo il nuovo acquisto di tua madre? Niente male, il triplo dell'appartamento accanto direi.» Zia Giulia si guarda attorno curiosa, conosco bene quello sguardo, quello di chi vorrebbe avere quello che hanno gli altri, ma fa finta di essere contento per te. «Eccola qua, la bellissima Emmy!» In una frazione di secondo mia madre si catapulta sulla carrozzina e prende la bimba tra le braccia. La culla come fosse sua, manca solo che la attacchi al suo seno. Giulia reagisce con gelosia, riprende possesso della bambina che ha solo due mesi di vita.

«Giù le zampe sorella, se ti mancano i bambini sei ancora in tempo per farne altri. Quest'opera d'arte è solo mia e di Mihai.» Ovviamente Giulia scherzava, ma Emilia la prese sul personale. Dovete sapere che quando a mia madre non va bene una cosa, lei non dice niente, ma lo fa capire dal suo sguardo. Lei crede ovviamente che nessuno se ne accorga, ma io la conosco come un libro aperto.

Ci accomodiamo tutti insieme attorno al piccolo tavolo sui quattro sgabelli, nella minuscola cucina vicino all'entrata di un appartamento a tre stanze. Mi chiedo ancora perché lo abbiano acquistato. Mia madre è stata la prima ad andare in Italia. Avevo solo sei anni quando la vidi salire sul pullman nel paese natale di mio padre, a Ciulucani. Io e lui ce la siamo cavata per due rigidi inverni, ma è li che ho iniziato a dubitare dell'affetto di mia madre nei miei confronti. Lo so, lei dice che tutto quello che fa, che ha fatto e che farà è unicamente per me, per un futuro migliore.

99 TᕼIᑎGᔕ I - ᖇITOᖇᑎO ᗩᒪᒪE OᖇIGIᑎIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora