ᑕᗩᑭITOᒪO 38 |ᔕTEᖴᗩᑎ - È ᗩ ᑕᗩᔕᗩ!|

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Stefan era di nuovo sulla medesima poltrona di un aereo che lo avrebbe riportato alla cruda realtà. Aveva provato a chiamare diverse volte la dottoressa Sylass, ma invano. Le chiamate venivano direttamente inoltrate alla segreteria. Sapeva di non potersi arrendere, dato il contenuto della lettera, ma non aveva idea su come procedere. Se solo avesse aspettato un altro po' per firmare le carte, ora non si massacrerebbe quel neo dietro la nuca, che ormai era abituato ad essere preso di mira nei momenti di stress.

La SwissAirLine era decisamente meglio rispetto alla compagnia albanese, ma d'altronde tutto è meglio se pagato di più. L'hostess arriva con il solito bicchiere, che ormai è diventato d'obbligo nei viaggi ad alta quota, e glielo porge sorridente. Non è altrettanto affascinante come quella di pochi giorni fa però.

Il posto accanto al suo era vuoto, così si è accomodato vicino al finestrino con il parasole abbassato. Ha messo gli AirPods nelle orecchie e acceso l'unica playlist su Spotify che la moglie aveva creato, ripensando a come aveva racimolato le canzoni al suo interno. Ogni volta che sentiva una canzone in TV o come sottofondo di qualche serie su Netflix, si affrettava ad accendere Shazam e, quando trovava il titolo, aggiungeva la canzone alla cartella "Khat personal Songs".

Non sapeva però che avevano l'abbonamento per due e che poteva sentire pure lui le sue canzoni più intime. Aveva imparato anche la lingua rumena, dopo un'infinità di tempo che la moglie era passata ad elencargli i vantaggi. D'altro canto lei aveva imparato l'albanese solo per lui. Lentamente, con la melodia di una voce che cantava in lingua rumena in sottofondo, era sprofondando nel sonno, lasciando il suo bicchiere a metà sul piccolo tavolino pieghevole.

Al suo risveglio, il bicchiere era sparito e il tavolino era di nuovo al suo posto. Le cuffie gli facevano male nelle orecchie e la musica aveva smesso di suonare. Si era tirato su e dopo aver messo via tutto, aveva aperto il parasole per constatare che erano quasi a terra. Aveva dormito per tutto il viaggio.

*

L'appartamento si trova su una via principale in centro al paesino, accanto alla cementeria dove lavoro da anni. Gli scatoloni sono ancora sparsi per casa e devo fare a zigzag per arrivare alla camera da letto già arredata. Ho optato per un bilocale, con un salotto ampio e la cucina nell'angolo. Il piccolo balcone è coperto e la tenda parasole sventola per il vento.

Con movimenti lenti e pigri, apro la valigia tappezzata di codici a barre, risalenti ai lunghi viaggi precedenti, e spargo il suo contenuto sul letto senza lenzuola. La mancanza di Khat mi perseguita ad ogni movimento. Mi aspetto quasi che da un momento all'altro entri e mi sgridi per aver messo la valigia sporca sul materasso nuovo.

Una volta sistemato tutto nel minuscolo armadio, mi vado a preparare una tazza di caffè, essendo l'unica cosa commestibile in casa. Mi riprometto di andare a fare la spesa, se non voglio morire di fame e mentre mi dirigo sul terrazzino, accendo una sigaretta. Ringrazio la Svizzera, nella mia mente, per aver reso legale quel poco di THC per noi poveri comuni mortali. Bastava andare al benzinaio per uscire di lì con un sacchetto pieno di fiori dal gusto prelibato. Erano anni ormai che consumavo regolarmente quella medicina, eppure ora, avrei preferito avere una dose più concentrata di quella miscela chimica.

Purtroppo però quella che era in vendita in negozio non era altrettanto forte come quella che la moglie riusciva a trovare grazie alla sua simpatia. Con rammarico rientro in casa e ricompongo per l'ennesima volta il numero di prima.

"Salve, questa è la segreteria di Amanda Sylass, lasciate un messaggio e verrete ricontattati al più presto." La voce parlava gelida dall'altro capo del cellulare. Decido di lasciar perdere per ora e mi affretto a coprire il letto con le nuove lenzuola che avevo ordinato su Amazon.

99 TᕼIᑎGᔕ I - ᖇITOᖇᑎO ᗩᒪᒪE OᖇIGIᑎIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora