ᑕᗩᑭITOᒪO 31 |ᔕTEᖴᗩᑎ - Iᒪ ᑭEᘔᘔO ᗰᗩᑎᑕᗩᑎTE ᗪI TE|

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All'una di notte eravamo già a casa, dove dormivano tutti. Omar apre esperto il portone e ci intrufoliamo dentro come ladri. La luce del portico si accende al nostro passaggio e Omar apre la porta facendo scattare la rumorosa serratura.

Dopo aver fatto una doccia con acqua tiepida, metto i pantaloni neri dell'Adidas e una maglietta bianca per poi atterrare sul divano come un cuscino.

La mia curiosità viene attirata però dalla giacca in pelle che giaceva sulla sedia, vicino alla stufa. La raggiungo e frugo nelle tasche per cercare ciò che mancava alle mie dita. Nel realizzare che le tasche sono vuote, mi sale il panico ricoperto da una scia di rabbia. Bianka. Dico nella mia mente.

«Bianka!!!» Urlo con tutta la voce che ho. Le luci della casa si accendono tutte in contemporanea e mio padre arriva in sala, spaventato.

«Che succede? Ho sentito un urlo.» Dice l'uomo che mi ha messo al mondo. «La lettera! Dov'è?» Chiedo con la voce esageratamente alta. «Che lettera?» Mi guarda confuso. La mamma e Omar fanno il loro ingresso nella stanza. Solo dopo aver girovagato disperato, noto che fra le mani di mia madre c'è quello che cercavo disperato. «Perché tocchi le mie cose? Quante volte ti ho detto di non farlo eh? Quante?» Le parole mi escono cattive, ma non m'importa affatto.

«Scusa tesoro, ho messo la giacca ad asciugare per via della neve ed è caduta dalla tasca. Non volevo impicciarmi...» La mamma mi porge il foglio piegato e noto delle differenze. Allora la strappo bruscamente dalle sue paffute mani e mi siedo sul divano. La parte mancante della lettera ora è sporca di matita e lì dove prima c'era solo inchiostro sbiadito, ora ci sono delle parole in bianco, circondate da argilla cotta.

Le mani mi tremano ricadendo sulle ultime parole in fondo: "Evita però la Mads&Mank" Orrore. È ciò che provo nel realizzare che cosa ho fatto. L'unica cosa che mi ha chiesto di non fare.

«Tornate a letto voi tre! Cosa mi fissate con quello sguardo eh?» Dico severo e loro obbediscono scomparendo. Ho la lettera che trema fra le mie mani. La paura di sapere è più forte della voglia di scoprire tutto ciò che realmente voleva dirmi. Mi siedo sull'unica sedia nella stanza, davanti al calore della stufa e inizio a leggere:

Ciao Amore mio.

Mi dispiace doverti dare questi problemi,
ma non ho più la forza di mentirti.
Ti giuro che ci ho provato amore mio, ci ho provato tanto ad essere la donna che meritavi al tuo fianco.
Avrei preferito essere una persona migliore, più forte e adatta a fare la moglie, la madre. Ci sono delle cose che non sai, in questi anni siamo cambiati entrambi, ma io più di te.
Devi capire che non è colpa tua amore mio, tu sei perfetto!
Il problema sono io. Lo sono sempre stata. Sono io, sono nata così o forse la vita mi ha presa troppo in giro e ho ceduto.
Se potessi cambierei tutto, ma non te, cambierei me e le cose che ho fatto.
Gli errori che ho fatto mi hanno lasciato cicatrici indelebili.
Sei la parte migliore di questa vita, nonostante l'uragano Khatrine che ti ha travolto.
Doveva andare così, non vedevo altra via d'uscita dal caos della mia mente malata. Spero solo che tu possa ritrovare la felicità e ti auguro di dimenticarti di me.
Ti auguro veramente tutto il bene e perdonami se ci riesci.
Ti ho amato con tutto il cuore, ma forse era un sentimento troppo potente.
Sono una persona orribile e non dovrei nemmeno chiederti altro, dopo quello che ti ho fatto passare, ma ti prego, fammi solo un favore.
Devi cercare una clinica di ibernazione e dare il mio corpo alla scienza.
È questa la mia scelta e ti prego di rispettarla. Evita però la Mads&Mank.

Tua per sempre,

B. Khatrine.

99 TᕼIᑎGᔕ I - ᖇITOᖇᑎO ᗩᒪᒪE OᖇIGIᑎIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora