Capitolo 7

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Stefan: waw questa si che è una villa.

Mi Voltai al suona di quella melodica voce ancora un Po assonnata. Stefan era bellissimo, con i suoi capelli in disordine e i suoi occhi azzurri piccoli infastiditi dalla luce del sole. Mi avvicinai a lui e lo baciai piano sulla guancia.

Dopo di lui scesero Dario Lara e Aiciel che si stiracchiarono nello stesso momento e fissarono la villa.

Aiciel: finalmente a casa.

Lara: questa è casa vostra?

Aiciel: si. Bella eh?

Dario: è tu che ti lamentavi per l auto grossa....guarda un Po questa villa.

Il salone della casa era grande. Le pareti erano di un colore scuro, quasi marrone. I mobili erano in legno moderno e i divani e le poltrone erano bianche. Tutto in quella casa era di lusso.

Io: vado in cucina un secondo.

Aiciel annuì e io mi alzai. La cucina era stupenda. Aveva le pareti color panna. Il piano cottura era fatto a Isola e notai che c erano tanti mobili. Presi un bicchiere e aprii il frigorifero che, a mia sorpresa, era strapieno di carne di ogni tipo. Posai il bicchiere e afferrai un pezzo di carne. L odore era molto invitante e le piccole venature che vedevo erano ricoperte di sangue secco.

La portai alla bocca e ne staccai un pezzo. Il sapore era meglio dell'aspetto anche se era carne cruda. Ingoiai e ne presi un altro Po. Forse questo voleva dire essere un Vampiro Vegetariano, mangiare carne di animale invece di bere sangue umano.

Geremia: ti piace!?

"O DIO". Non lo avevo sentito entrare in cucina. Mi girai stringendo il pezzo di carne tra le mani, e iniziai a sentirmi colpevole. Avevo preso un pezzo di carne senza chiedere. Lo sguardo di Geremia era divertito.

Geremia: non preoccuparti puoi mangiarla.

Io: mi dispiace...ma era così invitante.

Geremia si avvicinò a me e prese una bottiglia di plastica dal mobile che stava al mio fianco. Quando Geremia levò il tappo capii dall'odore che era sangue, ma non quello umano.

Geremia: sangue di cervo. Ne vuoi un Po?

Mi porse la bottiglia scuotendola appena per far muovere il liquido all'interno.

Io: si grazie.

La afferrai posando la carne al bancone. Geremia posò il tappo, prese la carne e iniziò a mangiare quello che ne restava.

Geremia: allora come ti senti qui?

Io: si sta bene. Questo casa è stranamente accogliete.

Geremia: stranamente?

Piegò la testa di lato e sorchiuse gli occhi con l ombra di un sorriso che gli ronzava sulle labbra. "Cavolo quanto è carino".

Io: si. Per essere la casa di due vampiri è accogliente.

Geremia: o grazie. Cercherò di prenderlo come un complimento.

Io: è un complimento.

Lui sorrise. Posò la carne sul bancone è si avvicinò alla porta finestra. Il sole gli illuminava i zigomi del volto e i capelli erano spettinati. Posai la bottiglia nel lavandino e mi avvicinai a lui. Notai il suo sguardo. Perché era così preoccupato?

Geremia: devo andare a cambiarmi i vestiti. Questa divisa mi esaurisce.

Io: oh. Ok.

Geremia si allontanò velocemente lasciandomi da sola. Quel ragazzo mi intimidiva. Non riuscivo a sentire la sua presenza quando era in una stanza con me. Come faceva?

La Prescelta. L'inizio di una battaglia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora